(Immagine ripresa da internet)
Quando
ho saputo del nubifragio che si stava abbattendo sulla costa ionica catanzarese
dormivo. Il cellulare mi sveglia di
soprassalto. Oggi al palazzo di Giustizia di Catanzaro c’era in programma la
prima udienza su un litigio tra due persone iniziato per strada e trascinato nelle aule di Tribunale. E mi chiede un consiglio sull’opportunità di partecipare, visto il
temporale. Un uomo di poche parole ma centellinate, lo so.
Accendo Facebook per sapere di più e un amico mi domanda in privato i danni che ha provocato a Finocchiaro, località di Sellia Marina. Non lo so, e gli rispondo che non lo so. Sarà la solita piena de “U Vullu”, rifletto. Passa il tempo ed esce la notizia del crollo del vecchio ponte sul fiume Uria. Ancora ho sonno e mi rimetto a dormire. Immagino l’acqua che si alza fino a su. Che si avventa come un mostro sui piloni fascisti. Nel frattempo a Santa Maria di Catanzaro l’acqua arriva fino ad un metro dalla strada. Le macchine galleggiano e anche le persone sono obbligate a nuotare per salvarsi. Mi viene in mente Répaci e il suo racconto sul giorno della Calabria. Di quando Dio creò la Calabria e ne fece un capolavoro ma poi si appisolò e il diavolo ne approfittò per rovinare l’opera d’arte infestandola con l’Onorata società, la gelosia, l’omertà, il terremoto e le alluvioni. Il mio viaggio con la fantasia scivola veloce. E vedo il fango che sbarca dalle montagne come spalleggiata da una forza soprannaturale. Che trascina tutto ciò che incontra. Vedo gli pneumatici della Fiumarella di Catanzaro saltare e volare sugli ostacoli. I rifiuti disseminarsi a pelo d’acqua, disordinati ma accatastati come nelle bancarelle. Vedo il fiume Alli che, rinvigorito dal percolato, spazza via come fosse di carta la centrale dell’Edison e gli ingegneri che la rincorrono nel disperato tentativo di riportarla indietro. Il sogno prende sempre più confidenza, ed è il turno delle fiumare di Sellia Marina. Sono tante, ognuna con una sua dignità. Uria dal ponte mira diritto verso il depuratore. Un gioco da ragazzi. Tutto, vasche e fanghi. Poi ce n’è un’altra più piccola. È U Vullu, anch’essa non vuole essere da meno. E scorgo i carabinieri che dall’alto della Caserma si godono impotenti lo spettacolo. Ad un certo punto si apre come il mar Rosso quando glielo ordinò Mosè. E sventra la fessura che per lungo tempo è stata occultata. È un delirio. Gente che piange. Vigili che urlano di scappare. Il sindaco che prega.
Accendo Facebook per sapere di più e un amico mi domanda in privato i danni che ha provocato a Finocchiaro, località di Sellia Marina. Non lo so, e gli rispondo che non lo so. Sarà la solita piena de “U Vullu”, rifletto. Passa il tempo ed esce la notizia del crollo del vecchio ponte sul fiume Uria. Ancora ho sonno e mi rimetto a dormire. Immagino l’acqua che si alza fino a su. Che si avventa come un mostro sui piloni fascisti. Nel frattempo a Santa Maria di Catanzaro l’acqua arriva fino ad un metro dalla strada. Le macchine galleggiano e anche le persone sono obbligate a nuotare per salvarsi. Mi viene in mente Répaci e il suo racconto sul giorno della Calabria. Di quando Dio creò la Calabria e ne fece un capolavoro ma poi si appisolò e il diavolo ne approfittò per rovinare l’opera d’arte infestandola con l’Onorata società, la gelosia, l’omertà, il terremoto e le alluvioni. Il mio viaggio con la fantasia scivola veloce. E vedo il fango che sbarca dalle montagne come spalleggiata da una forza soprannaturale. Che trascina tutto ciò che incontra. Vedo gli pneumatici della Fiumarella di Catanzaro saltare e volare sugli ostacoli. I rifiuti disseminarsi a pelo d’acqua, disordinati ma accatastati come nelle bancarelle. Vedo il fiume Alli che, rinvigorito dal percolato, spazza via come fosse di carta la centrale dell’Edison e gli ingegneri che la rincorrono nel disperato tentativo di riportarla indietro. Il sogno prende sempre più confidenza, ed è il turno delle fiumare di Sellia Marina. Sono tante, ognuna con una sua dignità. Uria dal ponte mira diritto verso il depuratore. Un gioco da ragazzi. Tutto, vasche e fanghi. Poi ce n’è un’altra più piccola. È U Vullu, anch’essa non vuole essere da meno. E scorgo i carabinieri che dall’alto della Caserma si godono impotenti lo spettacolo. Ad un certo punto si apre come il mar Rosso quando glielo ordinò Mosè. E sventra la fessura che per lungo tempo è stata occultata. È un delirio. Gente che piange. Vigili che urlano di scappare. Il sindaco che prega.
Mi richiama. Il giudice rinvia l’udienza
per la calamità naturale che ha messo in ginocchio tutta la provincia di Catanzaro. Manca la corrente, mi spiega. Un uomo di poche parole.
7 commenti:
possiamo dire e confermare che le amministrazioni comunali fanno acqua da tutte le parti, scusate il gioco di parole poi scritte in questi giorni.
i cittadini si sono stufati e stancati di questa schifezza.
Vergognatevi
se è passato per Zagarise avrà notato il Castello hahahahahahahihihihih
si quel castello nato dalla fantasia di qualcuno per ricevere contributi
qualcosa si è fatto a Sellia Marina
è stata spodestata Giuditta Levato
messa in sicurezza a Calabricata, ma della casa della famiglia Barberio
Intanto, i Vigili del Fuoco hanno fatto visita alla scuola media di sellia marina, per verificare la sicurezza della struttura dopo le forti piogge, a quanto pare.
Sembra fossero accompagnati da un rappresentante dell'amministrazione, fresco fresco di incarico.
Ecco l'ordinanza che vieta l'utilizzo del secondo piano della scuola media di sellia marina, per potenziale pericolo del solaio !!
Ma chi è questo tecnico fresco fresco di incarico appena assegnato in un Comune ormai in pieno dissesto economico?
Non bastavano quelli già in organico?
http://alboselliamarina.asmenet.it/download.php?down=1&id_file=3481&id_doc=22131123&sez=p&data1=22/11/2013&data2=07/12/2013&view=si
Caro Emilio,
Purtroppo in questi giorni non ho trovato notizie riguardo la drammatica situazione di Ruggero, alluvionata dall'esomdazione del fiume uria.
In questo momento stiamo rimuovendo detriti e spalando il fango dalle case senza l'aiuto di nessuno, poiche purtroppo oggi che diluvia i quattro volontari, che nei giorni scorsi si erano generosamente prodigati con mezzi propri, non ci sono.
Mettiti in contatto con la popolazione locale e pubblica qualcosa anche tu perché mezzo metro di fango senza ruspe non si toglie.
Grazie
Paolo Arruzza
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