24 marzo 2016

La logica dell'acqua in Calabria dopo Marx e Nietzsche


Nel corso della storia del genere umano l’acqua non è stata mai negata a nessuno. L’acqua, come l’aria, come il sorriso del sole al suo sorgere. C’è stato l’Impero romano. C’è stato Gesù Cristo. I musulmani. I barbari. L’acqua non è mai stata messa in discussione. I ricchi e i poveri hanno sempre distinto le categorie sociali per i soldi e per il potere. I ricchi e i nobili aspiravano ad un trono. I poveri e i proletari ad un tozzo di pane. Mai all’acqua. Come l’aria. Come si fa a contestare l’aria? Così, l’acqua. I ricchi e i poveri ad un certo punto della storia hanno fatto la guerra tra di loro. Marx l’ha spiegato. E Nietzsche poi ha pensato che la nuova differenza tra gli uomini fosse la teoria del superuomo dai quaquaraquà, non più il potere o i soldi. E la differenza tra uomini super e uomini pigri e vigliacchi ha generato il nazismo e il fascismo. Ma anche qui l’acqua non è mai stata in discussione. Infine, è venuta la democrazia, il governo del popolo. Quello giusto. Che decide secondo l’interesse di tutti. Dopo i primi decenni di configurazione del nemico e dell’occulto ha ricreato i diritti di ogni singolo cittadino. Tanto che “l’interesse di tutti” e “il bene comune” sono diventati degli slogan da sbandierare per forza. Per convincere i più diffidenti. Ecco, la democrazia! Nel governo dei diritti di tutti sono venuti fuori gli interessi dei "molti". Sono i molti il vero ago della bilancia. Un po’ meno dei "tutti" e più dei "pochi". I molti valgono quasi tutto. Perché i molti vogliono dire comandare, rappresentare la maggioranza. Quasi di tutti. Ed ecco che si sono accorti che l’acqua, pur essendo di tutti, è alla base della scalata per l’acquisizione del vero potere per quei molti che comandano, che vengono ripetutamente eletti per comandare. L’acqua, da argomento indiscutibile per Talete e tutti gli altri, anche per Nietzsche, è diventata una bella torta da spartire. Per la democrazia, s’intende. Per quei molti che, adesso, con la democrazia, valgono più dei tutti. Perché i tutti non possono essere tutti rappresentati. Mentre, i molti sì. I molti dell’acqua, poi, sono molto fondamentali.
Il Tribunale amministrativo della Regione Calabria, grazie ad un Comune (Borgia, l’unico che ha fatto ricorso su 391 Comuni calabresi) ha detto che la Regione Calabria e/o la Sorical (società delle risorse idriche calabresi) – le due squadre che rappresentano i molti. Dipendenti e parenti. Imprenditori e parenti. Parenti e consiglieri. Consiglieri e assessori. Assessori e lobby. Quell’universo di persone che copre l’universo dei molti - non possono assolutamente, nell’alveo della democrazia, quella vera, stabilire le tariffe per i cittadini perché l’acqua è un bene primario, è un bene comune, comune a tutti, mica a pochi o solo a molti! Ebbene sì, il Tribunale, e prima anche la Corte costituzionale. E la Calabria, figlia bastarda di una politica puttana, fa finta di non capire. L’architettura dello Stato è organizzata bene, però. È organizzata per difendere gli uni ma anche i molti. In attesa che valga per tutti, come dovrebbe essere, la Lobby ha calcolato che debba almeno valere per molti. Quella fottuta Autorità (Autorità per l’energia elettrica e il gas) che dovrebbe stabilire le tariffe per tutti gli italiani ha multato il Comune di Saracena (3876 abitanti) perché il costo dell’acqua che ha stabilito il Comune, autonomo dalle lobby, è troppo basso. Però della SORICAL, il gigante dei “molti” che sta truffando tutti i calabresi (due milioni), non dice nulla.
In un certo senso, è sempre la stessa logica. Quella dei molti e dei pochi. Sacarena è pochi, SORICAL è molti.  È Saracena che non va. Se fosse rappresentante della gran parte dei Comuni calabresi nessuno la toccherebbe. Ora, siccome la Sorical è fatta di figli di papà e di politici, di figli di mamma e stakeholder, di amici e di molti, non va disturbata perché il cordone ombelicale che va dalla Sorical alla Regione Calabria è importante per la salvaguardia della democrazia. Chi dà e chi prende, chi viene eletto e chi vota, chi lavora e chi sta a guardare, ma soprattutto tutti i molti mangiano sulle spalle di tutti gli altri.  Le due strutture sono legate come un’orgia infernale.
Anche Mario Oliverio ne fa parte. Nella giornata mondiale dell’acqua ha detto che l’acqua in un prossimo futuro sarà totalmente pubblica! Lui, proprio lui che è andato a pescare il principale responsabile della costituzione della Lobby dell’acqua in Calabria, l’ex assessore regionale ai Lavori Pubblici, Luigi Incarnato, durante il quinquennio di Agazio Loiero negli anni 2005/2010. E l'ha nominato liquidatore della società. Una cosa paradossale. Ma in democrazia, nei governi in cui vige la logica dei molti, va bene. Così facendo Oliverio prima, con la nomina di Incarnato, ha acchiappato gli stronzi (molti) che ci guadagnano con la Lobby dell’acqua e poi, con lo slogan dell’acqua che sarà pubblica, gli stronzi e basta (moltissimi). Un colpo al cerchio e un altro alla botte.

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