
Francesco Costantini
Lo scippo di "La Petrizia". Quando con la legge numero 1439 del 13 dicembre 1956 venne costituito il Comune autonomo di Sellia Marina c’era una località, appartenente a Soveria Simeri, che dava più problemi delle altre nell’atto di aggregazione al nuovo Comune, rispetto a Uria di Magisano, a Calabricata, a Feudo De Seta, a Frasso e a Basilicata del Comune di Albi. E cioè “La Petrizia". L’attento relatore della legge, Umberto Sanpietro, rilevava alla Commissione degli Affari Interni, il 27 gennaio 1956, che “gli abitanti di Soveria Simeri sono apparsi remissivi”. Eppure la località fu annessa al neocomune. E non solo con i suoi striminziti 13 ettari, di cui era composta. Bensì di altri 1187. Come sia stato possibile un simile “furto” è un fatto che è dipeso dall’approssimazione degli strumenti di misurazione di allora, avallati da alcuni protagonisti della vita civile e politica del tempo. Primo, Alberto De Nobili, abitante del “Castello”, di sua proprietà. E poi un geometra di Sellia Marina, Benito Ciocci, fratello del futuro sindaco, di cui si fidava. Un gioco sporco ai danni degli abitanti di Soveria Simeri, che volevano continuare ad avere il loro mare, dunque, a cui non giovò, per restituire il maltolto, una causa avanzata “in modo sbagliato” dal Comune. A parlare è Francesco Costantini. Un signore che ha studiato poco, ma che per gran parte della sua vita ha avuto un cruccio particolare, conoscere la storia del suo paese. Ci ha messo molto tempo per mettere insieme tutti i fili della vicenda. Vi ha dedicato 15 anni della sua vita. In viaggio tra le scartoffie e i documenti dell’Archivio napoleonico di Napoli e l’Archivio di Stato, passando per il catasto di Catanzaro. Ha redatto anche un libro, ancora manoscritto, che lui offre al miglior offerente. Racconta la storia de “La Petrizia” dal 1541 al 1976. Da quando il duca Ignazio Baretta, di Simeri, gli dette per la prima volta il nome. “Prima la statale 106 era solo una mulattiera”, racconta. E La Petrizia era intesa “solo l’area intorno alla casa baronale con quella casetta” (la indica, non è lontana da dove abita, ndr), a due passi dalla statale. Il passo, fino alla formazione della Repubblica italiana, è lungo. E ha come protagonista il barone Alberto De Nobili e la principessa Farina Antonietta, originaria di Valentia, di Genova. “Cominciarono ad abitarvi nei primi decenni del secolo scorso, dal giorno del loro matrimonio”, continua. Sellia Marina era ancora lontana anni luce. C’era solo Soveria Simeri, promossa a sede circondariale dei paesi vicini. Lì, il barone aveva messo su un magazzino pieno grano. Che gli abitanti, durante gli anni di carestia e a cavallo della seconda guerra mondiale, prendevano a prestito nei mesi invernali. E che d’estate lavoravano, nelle sue terre, per restituire con l’incremento di un quarto. Con la formazione della Repubblica Alberto, divenuto padre di Giuseppe, fece candidare il suo figliolo alle elezioni provinciali. Ma sbagliò il momento. E cioè, nell’immediato della sospensione del “servizio” che offriva ai suoi concittadini. Questi, quindi, non lo votarono Giuseppe De Nobili. E il padre cominciò a “scagliarsi contro i suoi concittadini di cui era diventato sindaco, dopo che era stato podestà. In altre parole non mandò giù il rospo di questo comportamento degli abitanti del suo paese”, spiega. E quando pochi anni più tardi gli si palesò la possibilità di cambiare appartenenza, non ci pensò due volte. Nel 1956, infatti, la sua proprietà rientrò in quella del neo costituito Comune di Sellia Marina. Pochi anni più tardi quando la località "La Petrizia", quasi per incanto, cominciò a moltiplicarsi, fino a mille e 200 ettari, rispetto ai 13 iniziali, fu contattato dall’Amministrazione comunale per mettere giù una planimetria esatta di Sellia Marina “dichiarando – dice – che La Petrizia era tutto quello che si intende oggi”. Quelli di Soveria Simeri non si dettero per vinti. E chiesero la “restituzione della stessa”. “Fu uno sbaglio – cerca di spiegare Costantini – perché non si doveva chiedere quello che per legge era stato appena costituito, ma verificare la bontà delle intenzioni iniziali, quando venne istituito il Comune, e cioè l’esatta grandezza di La Petrizia”. “Fu una battaglia persa in partenza, - continua - sia per Garcea, sindaco, successore di De Nobili, che degli altri cittadini. Ma anche, soprattutto, “per quegli onorevoli “comunisti”, Larussa e Poerio, che si erano presi la briga di “rendere il giusto” con una nuova legge, ricorda ancora Costantini. Che non arrivò mai. Negli anni ’80 del secolo scorso incendi e i saccheggi costrinsero i De Nobili rimasti, Giuseppe e Mirella, la moglie, ad andare via ed abbandonare le vestigia del loro passato. Per sempre. E con loro si dileguarono anche gli ultimi testimoni dello scippo di "La Petrizia". A futura memoria.
Ps
Già pubblicato su il Quotidiano della Calabria il 18 febbraio 2009
2 commenti:
che dire a questo signore..bravo in tutti sensi
per l'enorma ricerca fatta..noto che c'è di mezzo un geometra a Sellia Marina a fare imbrogli
il lupo perde il pelo e non il vizio..........
nel 1956 veniva costiutuito il comune di sellia marina..paese senza piano regolatore..dava concessioni edilizie a dx e sx..non si preoccupa di altro dare e continuare a far costruire abusivamente..se non erro il piano regolatore datato 1986.............
Mi pregio dell'amicizia fraterna di di Francesco Costantino, il quale, su richiesta di chi è realmente interessato, ha sempre messo a disposizione le sue conoscenze della storia del nostro paese.
Grazie Franco, per avere condiviso con noi, queste conoscenze.
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