27 novembre 2009

Il sacrificio di Giuditta Levato a 63 anni dalla morte

Il dipinto di Migliazza, che raffigura il momento dell'uccisione della giovane e madre Giuditta Levato, presente nella sala consiliare del Comune di Sellia Marina


In occasione del 63° anno dalla morte di Giuditta Levato, avvenuta il 28 novembre 1946, barbaramente uccisa per mano di un agrario solo perché difese il diritto alla terra, ormai parte integrante del bagaglio civile e democratico dello Stato italiano, pubblichiamo gli interventi di:

di Francesco Di Lieto

Sabato prossimo ricorre l’anniversario dell’uccisione di Giuditta Levato. Un simbolo tutto calabrese quella giovane contadina di Calabricata, vittima delle repressioni contro i contadini che chiedevano, soltanto, di poter lavorare le terre incolte, così come loro diritto. Quel cruento evento fece da tragica avvisaglia alla strage del 1° maggio del 1947 a Portella della Ginestra nonché ai fatti di Melissa che registrarono la morte di un’altra giovanissima Calabrese, Angelina Mauro. Oggi, a distanza di oltre sessant’anni riteniamo doveroso ricordare alle nuove generazioni, il messaggio della “nostra” eroina che, pur in avanzato stato di gravidanza, non ebbe alcuna esitazione nel sacrificare la propria vita per difendere i diritti dei più deboli e battersi per una Calabria migliore. Una Calabria con la schiena dritta contro gli oramai secolari soprusi ai quali, oramai in troppi, sembrano non farci più caso. Ed oggi, nell’epoca del consumismo più sfrenato, in un mondo che privilegia l’apparire, ci piace ricordare chi sacrificò la propria esistenza per combattere le ingiustizie sociali. Ingiustizie che non sono svanite anzi, a volte sono semplicemente mutate. Ma purtroppo l’apatia crescente e la totale dipendenza dai media (che ci spiegano ciò che dobbiamo pensare e ci impongono modelli da imitare), ci impedisce di renderci conto dei piccoli e grandi soprusi quotidiani. Chissà cosa penserebbe la povera Giuditta Levato, che ha immolato la propria vita e quella del figlio che portava in grembo, dei nuovi oppressori della Calabria. Ci piace ricordare ciò che si narra sia avvenuto in punto di morte, quando la giovane contadina ebbe a profferire un memorabile atto d’amore per la nostra terra, invitando chi le stava vicino a non abbattersi, ma a lottare con maggior vigore per la libertà. Pronunciate queste parole Giuditta diede l’ultimo respiro, nell’assoluta convinzione che sarebbe ritornata, per continuare a combattere tutte le ingiustizie. Di certo sono passati sessantatre anni, ma Giuditta Levato, oggi come non mai, ci manca proprio tanto.

di Romano Pitaro

28 novembre 2009: giornata “di lotta” a Cosenza. Irrompono per le vie le bandiere della Cgil contro il Governo senza idee per il Mezzogiorno . 28 novembre 1946: giornata “di lotta” a Calabricata per il Mezzogiorno affamato dal latifondo. Una coincidenza di date ma non solo: i due contesti storici, separati da 63 anni, hanno in comune la trama della democrazia. Da difendere ora e da fondare allora. Il 28 novembre 1946, a Calabricata (frazione di Sellia Marina), la contadina Giuditta Levato fu colpita al ventre da un colpo di fucile. S’erano verificati centinai di soprusi ai danni dei contadini nell’era dei baroni, ma ancora l’omicidio non era diventato lo strumento per affermare l’intangibilità della proprietà privata. In Calabria regnavano i Barracco, i Berlingieri, i Gallucci, i Gaetani. Non era possibile, per i contadini, neanche avvicinarli: “E’ più facile parlare con Dio che col barone Barracco”, dice un contadino a Giovanni Russo in un libro-viaggio del 1949. Ma qualcosa stava accadendo. Intorno alla giovane donna di Calabricata, c’era il frastuono eccitato: la terra l’avevano avuta, ma l’agrario Mazza, convinto che “ la riforma è un furto”, opponeva resistenza. Il grilletto del fucile fu premuto dalla sua guardia privata. La guerra era finita da poco e il fascismo seppellito. Lei era incinta, madre di due figli. Ma non poteva starsene a casa, la terra era a portata di zappa: il sogno d’intere generazioni di contadini. Era stata già assegnata dallo Stato (ministro il comunista Gullo), ma la risposta del latifondo all’orgoglio contadino, che qualche mese prima era tracimato nelle campagne del Marchesato, fu il fuoco del fucile. 28 novembre 2009: ai numeri, che denunciano lo spappolamento sociale delle aree svantaggiate del Sud, non c’è reazione da parte delle Istituzioni nazionali. Ancora una volta, il Sud è costretto a chiedersi: che fare? Consapevole che tocca togliersi di dosso la rassegnazione e rischiare. Lo ha fatto tante volte, ma non ha vinto: antichi guai si sommano a nuove emergenze: bassa produttività, mafia, disagio sociale, dissesto idrogeologico, Le due date non hanno in comune soltanto una protesta che abbraccia l’intero Mezzogiorno (oggi scendono in piazza tutte le regioni del Sud e nel dopoguerra, dopo Calabricata, esplosero proteste in tutto il Sud contrassegnate dall’eccidio di Melissa e dalla strage di Portella della Ginestra). Hanno anche in comune un contesto che pone sfide più ampie. 63 anni fa, la democrazia era da costruire, la lotta per l’occupazione delle terre rappresenta infatti per il Sud il suo atto fondativo. Oggi la democrazia è un caposaldo irrinunciabile, ma è da difendere da fendenti micidiali. Allora le masse di poveracci “irrompevano nella storia” e chiedevano lavoro e giustizia. Adesso i meridionali, rivendicando il lavoro sempre più raro, avvertono che l’Italia è insidiata da “nemici” interni il cui disegno rischia d’incrinare la Costituzione, persino principi come l’articolo 3 che garantisce l’uguaglianza per tutti. Ciò che segnala oggi la Cgil, che ha accompagnato il Sud nelle conquiste e nelle sconfitte (il decennio di lotte contadine -1943-1953- ebbe come epilogo il fallimento della riforma agraria e l’esodo di massa per milioni di contadini che finirono nei “ghetti dell’immigrazione”), è il riacutizzarsi della questione meridionale con un divario Nord/Sud “inaccettabile”. I termini della questione sono mutati, ma alla fame dei contadini è subentrato “l’urbanesimo malato” delle grandi città del Sud (Napoli, Reggio Calabria, Palermo). “La piaga del Sud coincide - asserisce Rosario Villari -con la disoccupazione giovanile” e, insieme, col suo patrimonio di cervelli, costretto a fuggire. C’è, inoltre, una pericolosa crisi delle istituzioni cui si accompagna la debolezza della società civile i cui pezzi migliori (incluse le cosiddette “minoranza combattive”) sono minacciati o tenuti sotto scacco dalla criminalità. Insomma, nonostante la tenacia di donne come Giuditta Levato, che hanno provato a mutare il corso della storia, i problemi del Mezzogiorno sono rimasti senza risposta. Si avverte l’ assenza di peso specifico del Mezzogiorno nella vita del Paese. Non sono affrontati i nodi reali della sua arretratezza (povertà tecnologica e infrastrutturale). Quel mondo dei contadini del Sud “negato alla storia e allo Stato e immerso nella sua immobile civiltà” (Carlo Levi), s’era infine svegliato e messo contro i baroni. S’è messo in discussione respingendo ogni fatalismo e dando spazio al protagonismo dei singoli individui. Di quel “mondo” il Sud ha tutto l’interesse a tenere viva la memoria. C’è anzi da fare una meticolosa ricucitura dei tanti strappi storici che si sono verificati, per indicare le questioni che sono, ancora oggi, sintetizzabili nella immarcescibile “questione meridionale”. Perché, nonostante le suggestive espressioni di Levi non siano più attuali, spesso siamo costretti a prendere atto che non è mutata l’atmosfera cupa di quel periodo. Il terzo del Paese che vive al Sud subisce la mafia, la disoccupazione generalizzata e lo sviluppo senza modernità. Ma soprattutto soffre una solitudine accentuata dall’assenza di un serio dibattito nazionale sulle sorti del Sud che possa suscitare una forte presa di posizione commisurata alla gravità dei problemi. Al momento, non vi è alcuna regia che si occupi dei drammi sociali del Sud senza la cui soluzione l’Italia è zoppa in Europa. E’ forse tempo, quindi, per comprendere che, dopo tante disillusioni, - la piattaforma della Cgil su questo invita a riflettere - la questione meridionale non può essere considerata come un’appendice. Va invece affrontata come la più seria questione politica e culturale del Paese.

39 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi ero promesso di non scrivere più su questo blog tempo fa a causa della presenza di tanti Anonimi. L'evento però mi induce a fare un'eccezione e allo stesso tempo una riflessione amara in merito alla mia comunità, proprio quella Calabricata che diede i natali e la morte a Giuditta. La maggiorparte dei calabricoti coltiva e ha avuto di che sfamarsi nel corso degli anni grazie alle lotte contadine, mai però da quel borgo un Grazie, nemmeno una piazza che porti il suo nome(oggi l'unica piazza si chiama piazzaitalia, come la catena di negozi), se non qualcosina dalla sinistra selliese!cosi mentre l'arrivo di un vescovo con la promessa di una chiesa è accolto da cesti colmi di doni,manifesti e tanta abbondanza, a chi ha dato il bene piu importante, cioè la vita, nemmeno un fiore!
davide scavo

domenico ha detto...

Concordo con Davide..se non ci fossero state queste lotte ancora oggi i contadini erano più poveri d'allora. grazie a queste persone nel tempo qualcosa è cambiato..perchè non ricordarle in modo dignitoso.
avevo già commentato in un post. precedente lo stato dei luoghi dove si trova la lapide alla memoria del gesto eroico di questa donna di nome GIUDITTA .

Anonimo ha detto...

Grazie Emilio Grimaldi, per il lavoro che svolgi, con dligienza e passione.Grazie poi perchè hai avuto la sensibilità di ricordare a Sellia tutta la ricorrenza del sacrificio di Giudita Levato. Il suo insegnamento politico e civile risuona ancora forte e attuale come se 63 anni non fossero mai passati. ognuno può trarre dall'esperienza della propria vita l'insegnamento che ritiene più opportuno ma la morte di quella donna e del nascituro che portava in grembo hanno un valore sotto almeno 3 profili: politico,sindacale,civile.
Politico perchè la Sinistra non può prescindere dalla sua storia senza restare con questo col collo girato all'indietro, e gli occhi della Sinistra Selliese sono ormai da decenni offuscati da una guerra fratricida che rischia di tirare dentro anche le nuove generazioni.
Sindacale, perchè anche la funzione del sindacato nella crisi della politica è venuta meno, è venuto meno il radicamento tra i lavoratori forse per via di una mancanza di visione organica e progressista della classe lavoratrice e dei cittadini in generale, che sappia fornire una visione alternativa delle ormai logore relazioni industriali e del complesso normativo in materia di lavoro e previdenza a dir poco inadeguato.
Gesto dal valore Civile poi, che comprende ed esaurisce anche le valenze precedenti, la sua morte intesa come atto di libertà estrema, come gesto di non sottomissione al tiranno, al feudatario, al barone, morte come emancipazione della condizione personale, morte come lotta radicale, morte come resistenza, come liberazione dal bisogno. allora mi chiedo in che paese vivo se questo paese non è capace di raccontare il sangue, se dimentica i suoi martiri,in che paese vivo se questo non onora i padri e le madri, che paese è quello che non si unisce senza colori politici sotto un solo simbolo, che paese è se non custodisce gelosamente la memoria degli eroi. ed è normale che si dimenticano, anche a Sinistra (tutta), figure come Di Vittorio, Peppino Impastato,Pertini e altri grandi uomini e donne se si pensa solo all'oggi e a come fregare il prossimo anche attraverso le P.A. piùttosto che cercare di emergere perchè più capaci o più volenterosi e pesare pure magari che basta andare in chiesa alla domenica e farsi il segno della croce per salvarsi,preti compresi, perchè siamo ipocriti! ipocriti! se pensiamo questo.
Il gesto di Giuditta trasfigurato idealmente nel mondo attuale ci dice semplicemente di non morire ogni giorno per i torti, le ingiustizie, iniquità e illegalità che subiamo quotidianamente e di non restare inermi come il peso morto della storia ma di partecipare come recita la Costituzione Repubblicana ognuno secondo le proprie possibilità al pogresso materiale e spirituale del Paese.
scusate se non ho il dono della brevitas ma era opportuno per la mia sensibilità al tema dire quello che pensavo.
francesco voci

francesca ha detto...

quello che mi rattrista è la necessità di ricorrere al ricordo del sacrificio di Grandi, come Giuditta, per far rinascere le coscienze. Dopo 63 anni la Calabria non ha fatto tesoro di quel gesto eroico anzi è divenuta proprietà di chi cerca di nascondere la disoccupazione, l'inquinamento ambientale, la mafia e la corruzione in nome della propria ambizione.Le gesta degli eroi dovrebbero camminare con noi giornalmente così ché impariamo a "dirigere i nostri passi".francesca

Anonimo ha detto...

Mi dispiace vivamente che il sacrificio di Giuditta sia andato perso per difendere
della terra che ha continuato a nutrire gente priva di umanita' e che ha solo guardato i propri interessi. Credo che se avesse saputo che quel suo sacrificio avrebbe creato un paese pieno di serpi e canaglie non si sarebbe mai fatta avanti per difendere la terra.
L'unica eroina di sellia marina e' stata dimenticata in primis da noi ragazzi per colpa dei nostri "padri" che non ci hanno raccontato del suo gesto.
Sellia Marina deve le sue fondamenta a una giovane donna che non ha avuto paura di affrontare nessuno per difendere il suo futuro che in quel frangente era un pezzo di terra.
Meditite per la situazione di sellia.
daniele

Anonimo ha detto...

La classe politica selliese nella sua interezza si dovrebbe vergognare...ma ancora di piu quelle forze progressiste e riformiste...x poi non parlare di chi in questo momento ricopre un ruolo di amministratore nella nostra comunita...dove sono andati quegli uomini che in campagna elettorale ci raccontavano le vicende x le conquiste delle terre...I signor no.no.no.no.no.no ve lo ricordate quel tintinnare di queste parole...si lo storico che scrisse anche al cinquantenario di Sellia Marina..E oggi che fa e un amministratore anche lui....dimentica dimentica non hai da insegnarci nulla...

Anonimo ha detto...

Beh, però quel signore del quale tu dici che non ha da insegnarci nulla è stato l'unico a citare e a ricordare determinati fatti e a dire la verità sulla frattura che c'è stata nella sinistra selliese a pertire dal 1999 senza essere smentito dai palchi. Per non parlare del fatto che ha insegnato per 40 anni e con profitto, a giudicare dal fatto che c'era una frazione(Calabricata) intera in festa a rendergli omaggio quando è andato in pensione.
Voi queste cose fate finta di non saperle o magari i leader(si fa per dire) che vi guidano si guardano bene dal raccontarvele.
E poi giusto per amore di cronaca, la persona alla quale ti riferisci è un semplice consigliere senza alcuna delega e non percepisce un euro.
Inoltre lo storico come lo chiami tu fa politca da una vita ed è stato un bravo amministatore di Sellia Marina..ed ha fatto diverse cosine di sinistra. Fattele raccontare da qualcuno con cui parli di politica, se ne trovi qualcuno onesto intellettualmente. Tu che fai, oltre a sputare veleno e a dire emerite cavolate su questo blog?
Quando si perdono le elezioni per la seconda volta, l'ultima con quasi 700 voti di scarto,si dovrebbe avere solo l'umiltà di ammettere che forse si è sbagliato e tanto.

Anonimo ha detto...

se fa politica da una vita allora avrebbe fatto bene a mettersi da parte secondo logica (ma si vede che non ne può fare a meno visti quelli che rappresenta)

Anonimo ha detto...

In qst art non c'era spazio per la politica, almeno non per gli anonimi, visto che si discuteva della morte di una grande donna cari anonimi, non tanto per me però...
davide scavo

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

il gesto di giuditta levato è stato eroico, ma smettetela di parlare di sinistra selliese, forse le vostre piccole menti non sanno che i vostri antenati compagni erano i soli a beneficiare dei terreni dell'OPERA SILA, erano i soli ad avere diritto ai buoni ECA(forse ecu non ricordo), sono i padri dello sfascio selliese, forse gente onesta come il podestà giuseppe amelio non hanno nemmeno una cappella al cimitero, i vostri padri compagni sono colpevoli di atrocita nei confronti di tutta la comunità selliese, caro SCAVO tuo padre assessore dell'era burgello complice di una "rapina" nei confronti del paese, cosa ha fatto? forse non ricordate la storia, si sono divorati un paese.
chiedo di smentirmi................................

PS (il podestà giuseppe amelio era il nonno dell'attuale sindaco)

L'ONESTA NON HA COLORI POLITICI

Anonimo ha detto...

veramente io ho sentito sempre parlar male di tutti i podestà,ma di tutti i podestà!cmq...... forse erano tutti comunisti quelli che parlavano male dei podestà,vero caro anonimo del 30 novembre 2009 delle 22e08?eh già!ti comporti come il nostro presidente del consiglio che vigliaccamente cerca di far cadere la colpa sempre e solo sui rossi vero?ma vai a riprendere i libri di storia,vai a studiare vai,vai a fare un bel ripasso di storia,vai,vai!arrivederci,Antonio

Anonimo ha detto...

Condivido la critica al concetto di "sinistra selliese". In effetti ho sempre fatto molta fatica a riconoscermi in quella che ho trovato rimasta abbarbicata al vessillo. Ingenerosa e antistorica mi pare invece l'analisi della faccenda delle terre. E' storia che tutta la comunità ha beneficiato delle lotte e dunque - anche - del massimo sacrificio di Giuditta Levato. E' storia anche che i latifondi non furono del tutto suddivisi così come è storia che la riforma agraria del '50 (De Gasperi) favorì in buona sostanza il riscatto dei proprietari terrieri e il riciclaggio dei fascisti. E' "archeologicamente" dimostrabile (basta guardare urbanisticamente oggi cos'è il paese) che chi ha governato la comunità (evidentemente anche prima del 50) ha fatto (quasi) sempre i suoi comodi a danno dei posteri (che siamo noi). Se si può dare un colore a questo modo di amministrare mi riesce difficile tingerlo di rosso.
Piero Granata

Anonimo ha detto...

carissimo anonimo, in un quinquennio mio padre insieme all'ing fulciniti(una volta che hai dato una notizia dalla bene)ha portato a termine scuola elementare, depuratore ,illuminazione8 acalabricata)e mi fernmo qui!e poi un uomo non puo fare la differenza!chiediti invece dato che lo critichi tanto da che parte sono stati gli ex compagni facenti capo all'ex sindaco prima di emettere sentenze.

Anonimo ha detto...

vado avanti, a malincuore perche non è questa la sede....
chiedi in giro se mio padre ha lavorato per se o per la comunità!
e poi anonimo caro(in matematica la traduzione di anonimo è zero, evidentemente nella vita sei uno zero)in qst amministrazione come in ttutte quelle passate credi ci siano solo santi!
cmq l 'opera sila a calabricata ha consegnato i terreni a tutti, forse dalle altre parti no, io nn so...
ps:siccome ero bambino, mi dici qual è qst rapina?
ds
di amelio e di chi non conosco non volgio parlarne, non qui
se sei un uomo firmati
altrimenti sparla quanto vuoi
io posso e potro sempre salire su un palco e fare un comizio con l'orgoglio dell'onesta politica e non di mio padre, tu non so!

Anonimo ha detto...

ah dimenticavo una cosa, forse la piu importante, perche preso dall'istinto ho spento il cervello , cosa che qualcuno fa spesso
se mio padre non s è ricandidato evidentemente non era in linea con l segreteria dell'allora PCi, quella segreteria che poi ha spinto amelio per 2 volte!
medita mister anonimo medita..
ds

Anonimo ha detto...

Curioso notare che a Sellia i maggiori proprietari terrieri (da generazioni) sono esponenti della sinistra.
Ma la proprietà privata non era un furto ?
Mh, sarà stata depenalizzato il reato...

Anonimo ha detto...

SELLIESI: VOTO 3.SCARSI. non è il voto della gazzetta dello sport su una squadra di calcio dopo una partita...è quello che penso di questa comunità in crisi da un bel pò di anni.crisi di idee, di contenuti,crisi di voglia di futuro.Purtroppo controllando questo blog dopo qualche giorno da un mio commento devo dire che sono stato purtroppo un facile profeta...e cioè un evento che avrebbe dovuto unire tutto il paese ma ancora di più i giovani di Sinistra del nostro paese ha avuto paradossalmente l'esito contrario. Allora chi si aggrappa a dogmi dell'800 come la proprietà privata, chi ha fatto di più o di meno, chi ha più o meno responsabilità è cosa di poco interesse, del passato se ne occuperà la storia..la storia che da torto e da ragione come giudice supremo ed imparziale, non spetta a noi questo onere.Noi Selliesi abbiamo un compito più difficile: riappropiarci della nostra dignità violentata in questo ultimo decennio, della nostra coscienza civile uccisa ed abbandonata lungo le strade dell'egoismo di tutti (partiti compresi).Nel dramma di un comune che non esiste, che esiste solo come comune-apparato ma non come comune-comunità c'è un dramma che mi cruccia l'anima ulteriormente: il dramma della sinistra selliese nella quale non mi riconosco e non mi riconoscerò mai.perchè da uomo di sinistra voglio di più.ma non è questo il tempo e il luogo per fare politica.da ultimo spero solo che si plachino queste polemiche retroattive e si guardi AVANTI! Perchè è nel futuro che passeremo la quasi totalità del nostro tempo.Sono stato onesto in tutto quello che ho detto per questo non temo critiche ma suggerisco a quelli che aspettavano questo momento di non sprecare le loro energie con me, perchè non ne ricaverebbero nulla, ma di utilizzarle per l'interesse collettivo proprio quello per il quale GIUDITTA LEVATO ci fatto il regalo più grande, la sua vita.... per la libertà.
Francesco Voci

saro ha detto...

ho letto attentamente i post che avete scritto e se mi permettete, visto che per tanti di voi avete l'età dei miei figli, vorrei ricordarvi alcune cose e fare alcune precisazioni.
E' vero che Giuditta Levato va ricordata come martire x l'occupazione delle terre, ma è anche vero che circa tre anni fà gli è stata intitolata (anche grazie al sindacato ed al compianto Totò Gallelli)ed all'interessamento di parte della sinistra selliese e dell'amministrazione comunale, una sala rilevate del palazzo regionale PER CUI NON RITENGO GIUSTO QUANTO SCRITTO SU ALCUNI POST I SELLIESI CHE CONOSCONO LA STORIA NON HANNO DIMENTICA E NON DIMENTICANO IL SACRIFICIO DI GIUDITTA.
Come voi giovani non dovete dimenticare e se non lo sapete ve lo dico io, tanti di sellia marina e non, (e di tutti i colori politici) si sono venduti il sacrificio di Giuditta, vendendosi la terra che gli era stata assegnata, contribuendo così al disastro che ha creato l'abusivismo sul nostro territorio
Spero che queste mie righe vi siano utili e vi aiutino a riflettere, con la speranza che voi giovani (anche se da quello che ho letto non mi fa ben sperare) possiate migliorare veramente il tenore di vita di voi stessi nel nostro comune, e non entrate in beghe di quello che ha fatto mio padre o tuo padre perchè penso siano cose futili
Un'ultima cosa x l'anonimo che dice " SI SONO COMPRATI I VOTI CON I REGALINI" tu di sicuro non contribuirai mai a fare cambiare il nostro paese perchè se la cosa sarebbe vera sei come loro, altrimenti avresti dovuto denunciare agli organi competenti quanto asserisci e non scriverlo quì celandoti dietro un'anonimato

francesco di lieto ha detto...

sventurata quella terra che ha bisogno di eroi, scriveva Brecht, ma ancor più sventurata è la terra che li dimentica.
Di certo di Giuditta Levato e di tanti altri eroi quasi dimenticati, come Angelina Mauro, resta il loro insegnamento, l’esempio urlato di chi, con le sole armi dell’orgoglio e della dignità, non ha esitato a ribellarsi, sacrificando la propria vita per una terra migliore.
Forse questi sacrifici dovrebbero essere motivo di orgoglio e di unione.
francesco di lieto

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

buongiorno a tutti,
e soprattutto all'anonimo delle 22e43 dei 1/12/09
purtroppo non funziona copia e incolla, percio ti chiedo dove ho scritto cio che riporti al numero uno?!
distinti saluti
ds, per l'amico domenico...
davide scavo

Anonimo ha detto...

Per chi ha lasciato il commento lo scorso 1 dicembre alle ore 22 e 43, La prego di qualificarsi con nome e cognome, altrimenti, sarò costretto a rimuoverlo. Spero lo faccia entro i prossimi due giorni.
distinti saluti
emilio grimaldi

Anonimo ha detto...

Ma come, il commento dell'1/12/09 h. 22.43 rimosso entro due giorni se rimarrà anonimo e quelli, sempre anonimi, dove si parla di elezioni comprate perchè vinte con regalini mantenuti online ?
questo è doppiopesismo.

Anonimo ha detto...

Caro anonimo del post 01/12/2009 ore 22:43 preso atto di quanto da te scritto voglio esternare a tutti gli scriventi di questo Blog la mia indignazione per l'offesa gratuita ricevuta.Una persona può essere più o meno daccordo con quello che ho critto in precedenza, e può anche criticarlo anzi dovrebbe criticarlo se in disaccordo.ma un conto sono le critiche un'altro è la diffamazione e la calunnia, e non mi sembra che io abbia gettato fango su qualcuno, ma ho parlato di cose serie. Allora ti dico che hai fatto cilecca, hai sbagliato tempi, luogo e forme. Sicchè pretenderei da te piccolo ominicchio, che ti celi ancora per poco dietro l'anonimato, pubbliche scuse su questo blog con tanto di nome e cognome di battesimo, in ogni caso ho provveduto a denunciarti presso le autorità competenti e mi riservo la facoltà di citarti a breve in giudizio per lesione dell'immagine e dell'onorabilità personale e familiare e quindi calunnia.sei stato capace di trasformare un momento di crescita e confronto in un'azione legale.complimenti vivissimi.
Francesco Voci

Anonimo ha detto...

X VOCI JR DI COSA PER COSA MI AVRESTI DENUNCIATO, INTENDEVO IL 10% DEI VOTI DELLA LISTA BIAMONTE, SE POI TU TI RIFERISCI AD ALTRO PERCHè PIù INFORMATO IN QUANTO FIGLIO IO NON LO SO COMPLIMENTI PER L'AUTOGOOL...............

Anonimo ha detto...

mmmmmmmm.....non mi risulta sia il 10 %...vediamo un attimo:
totale voti:4407
voti voci:124
% voci:124/4407=0.02
il due ...intendevi amicone del giaguaro
o ta spagni mo?

Anonimo ha detto...

ah lista biamonte..allora si

Anonimo ha detto...

TROPPA FOGA CARO RAGAZZO.................

Anonimo ha detto...

direi di no ...124/1863=
0.06
quindi il 6%

Anonimo ha detto...

dicevi scusa,,troppa..??

Anonimo ha detto...

Signor troppa foga, come la calcoli allora la percentuale??

Anonimo ha detto...

troppo figo...CONTINUATE !!!!

Anonimo ha detto...

sforzati un aiutino anno 2004

Anonimo ha detto...

anonimo???sei solo un vigliacco,ma perchè non ti firmi?dato che hai tra le mani queste accuse infamanti e gravi nei confronti del SIGNOR VOCI, perchè non ti firmi?se hai il coraggio di dire queste cattiverie,perchè ti manca il coraggio di metterci la faccia?che uomo sei?Antonio,arrivederci a tutti!

Anonimo ha detto...

Cancellati i post incriminati ed incriminanti.
Peccato, mi stava divertendo questa diatriba.
Almeno abbiamo dimostrato a Zagarise che pure a Sellia Marina si litiga di gusto. ;-)

Anonimo ha detto...

Apprendo dal post29 Nov.che una intera comunita sia convolata in festa....non ne ho avuto riscontro...l'unico in ordine di dati che ricordo e la sezione di Calabricata che di questi dati cosi eclatanti di certo non ha prodotto...Il ricordo della morte di Giuditta Levato alle nuove generazioni non puo passare se si ha una Delega o un Assessorato ne tanto meno se si percepisce una indennita....Questo sta alla coscienza civile di ogni essere umano sia esso di destra o di sinistra...e poi non mi pare che di deleghe non te ne siano state poste....le ai rifiutate tutte...chissa se la delega di assessore o di presidente del consiglio l'avresti rifiutata????di certo(no)...Gia tu utilizzi frasi che di storico non anno a che fare nulla (u mazzanu)(u sparanu) (sputare veleno)no non ai ancora una volta da insegnarci nulla...e forse chi lo sa ancora una volta continuerai a mangiarti questa minestra con la speranza che qualcuno possa andare via prima del tempo e tu prendere il suo posto...infondo uno stipendio fa comodo a tutti specie se si e in pensione.

Anonimo ha detto...

Giuditta Levato morì per il diritto alla terra. Paradossale che anni dopo l'associazione che porta il suo nome premii il regista De Seta, la cui famiglia, prima dei rovesci della sorte, era tra i maggiori latifondisti del paese natio della sventurata contadina.

Anonimo ha detto...

Alcuni miei "cari" compaesani vivono ancora nell'era glaciale, perchè fa comodo, davvero comodo, fare in modo che tutto rimanga imperfettamente così com'è! Perchè a Sellia Marina molti sono abituati a considerare la bravura di un amministratore in base al numero di lampioni, di cassonetti, di asfalto posizionati in determinati luoghi strategici, d'interesse puramente familiare!
Sono andata via perchè esasperata dalle schifezze che ultimamente sono venute fuori e ogni volta che torno trovo volti piuttosto "noti e impreparati" ai posti di comando e mi chiedo come cazzo hanno fatto ad arrivare lì...non mi do delle risposte perchè sarebbe davvero inutile, però i dubbi rimangono!
Per il resto credo che l'ignoranza regni sovrana!
Molti sfoggiano lauree, master, corsi vari e poi quando parlano ti fanno piangere!
Abbiate la decenza d'informarvi sui fatti accaduti e non dai libri che molti considerano "unilateralmente a sinistra", ma dagli archivi storici, da internet, dalle biblioteche e solo dopo aprite bocca e date fiato!
E tu, caro Davide, non sprecare il tuo tempo prezioso dietro a persone che nascono, vivono e muoiono con i paraocchi, rischieresti di diventare un altro Don Chisciotte!
Tanto sono convinta che Sellia resterà ancora per molto in questo stato di precarietà...ma vuoi mettere tutti i nuovi lampioni, cassonetti e vicoli asfaltati???

Irene

Ps. Per la cronaca, mettelo pure vicino a casa mia un bidone dell'immondizia che ogni volta mi tocca prendere il treno per buttare la spazzatura! :)