L'impero di Giuseppe Procopio

L'impero di Giuseppe Procopio in località Chyubica di Sellia Marina

È la personalità di Sellia Marina più illustre. Dove ti giri e ti rigiri trovi scritto: “Dono della famiglia Antonietta e Giuseppe Procopio”. Le piante sono la sua predilezione. Ve ne sono tante, soprattutto intorno alla Chiesa. Lui dona e i cittadini ricevono. Giuseppe Procopio, Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Onorificenza speciale che viene riconosciuta solo a poche persone, per “ricompensare – si legge nella legge numero 178 dell’anno 1951, che l’ha istituita - benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”. Il decreto di consegna è del 2 giugno 2000, su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri. Ci tiene così tanto al titolo che campeggia anche nella denominazione della sua società: “Immobilfin sas del Grande Ufficiale Giuseppe Procopio” di località Chyubica a Sellia Marina, con una sede anche a Roma, a ridosso del Viminale. Prima era Commendatore, un gradino più in basso, ora è Grande Ufficiale. Per salire in cima all’Ordine gli manca solo il salto onorifico di Cavaliere di Gran Croce.

Non ha mai svolto funzioni amministrative, eppure, si dice che a Sellia Marina non si muove foglia senza che lui non voglia. Il potere, per elezione diretta dei cittadini, non l’ha mai avuto, ma se lo è guadagnato lo stesso nel tempo, con il sudore degli affari. Un potere nascosto dai riflettori, ma ugualmente forte, forse anche di più. Un potere che gli deriva dai suoi immobili. Mattone dopo mattone. Molto di Sellia Marina è nelle sue mani. Case, fabbricati, esercizi commerciali. Ma soprattutto lo Stato è nelle sue mani. La Compagnia dei carabinieri di Sellia Marina, il Comando locale di Brigata della finanza, una sede dei Vigili del fuoco, del 118, della Guardia medica, delle Poste italiane e un ufficio della Bnl, sono di sua proprietà. Lui ha costruito, e continua a costruire, e lo Stato gli paga l’affitto. Sono prossimi i tagli del nastro di una nuova sede dei vigili, della Bnl, e di un centro smistamento delle poste, sempre in locazione. Tutto concentrato presso la sua sede in località Chyubica. Milioni di euro all’anno. E lo Stato paga. Ma non gli converrebbe comprare gli immobili? Gli esperti di finanza del mattone dicono che il totale dell’affitto, pagato nell’arco di cinque anni, copre l’intero valore della casa. A Sellia Marina, invece, sono decine e decine gli anni che lo Stato continua a sganciare, all’indirizzo della famiglia Procopio, fior di quattrini. A lui, certo, va bene così, ma l’Amministrazione pubblica non dovrebbe seguire i dettami di “buona amministrazione” richiesti dall’articolo 97 della Costituzione italiana? Tra i quali quello di economicità?

Ma non solo lo Stato, anche l’arcidiocesi metropolita di Catanzaro-Squillace gli è in qualche modo debitrice. La Chiesa più grande l’ha costruita lui. “E familia Procopio libenter donatum et artificiose constructum”, dice l’insegna posta in basso al Campanile del tempio sacro dedicato a “Mariae maris stellae”. L’inaugurazione in pompa magna c’è stata il 24 luglio. In sede di donazione, con l’allora arcivescovo metropolita, Antonio Cantisani, pare che abbiano sottoscritto una clausola. Che dopo la morte i coniugi si sarebbero guadagnati un posto nel “Sacellum Procopii”, adagiato sulla parete di sinistra della Chiesa. Un “recinto sacro” pronto a ricevere i corpi di lui e della moglie. Ma non è escluso il fatto che con l’attuale arcivescovo, Antonio Ciliberti, la clausola abbia subito una modifica. In ogni modo il Sacellum della famiglia Procopio è un’opera in bronzo di un certo pregio artistico che raffigura in rilievo la Madonna nell’atto di avvicinarsi al Figlio di Dio morente. Pure i banchi recano la scritta: “Dono della famiglia…”. L’anno scorso, un corto circuito ha causato dei seri danni alla chiesetta del SS. Rosario. E lui si è offerto di restaurarla. Sembra che in cambio, questa volta, non abbia chiesto niente. Giuseppe Procopio, Grande Ufficiale e anche grande benefattore. Anzi, imperatore. Donazioni quali briciole al cospetto dei grandi affari del mattone.

Il sacellum della famiglia Procopio all'interno della Chiesa di "Maria maris stella"