29 dicembre 2009

Riccardo Morandi, Pontefice massimo


Il Ponte di Catanzaro

Ombre disperate che guardano giù dal ponte. Ombre. Fantasmi. Forse è solo una leggenda metropolitana. Forse. Quello che è certo è che il costruttore Riccardo Morandi, (1902-1989) non si aspettava che la sua opera, il secondo al mondo per ampiezza di luce dell'arco, 231 metri, il più alto d’Europa a una sola arcata, 120 metri - numeri che si accavallano sul web, tra il sito del Comune di Catanzaro e quello di Wikipedia - diventasse anche un “ponte maledetto”. Quindici, venti. Molti i suicidi che ha registrato negli ultimi anni. Molti di più i tentativi. Nell’ultima settimana due, una donna di 43 anni, rimasta viva dopo il salto il 18 dicembre scorso, e un uomo di 54 anni ieri, fermato giusto in tempo dagli agenti della Questura. Dunque queste ombre, che alcuni giurano di averle viste. Aggirarsi lungo la rete di protezione sempre più alta, per dissuadere i maldisposti. Solo un attimo, poi più niente. Ombre appunto. Fantasmi. Come a voler tornare indietro nel tempo. Impossibile per i vivi e anche per chi, al tempo, ha detto addio una volta per sempre.
Un “ponte maledetto”, a causa dei molti suicidi. Un ponte. Che nella cultura occidentale ha sempre rappresentato un momento topico dello sviluppo. Un passo avanti nella comunicazione. Nella civiltà. Nello scambio commerciale. Nel progresso. Lo è stato anche per Catanzaro quando nel 1962 il rione De Filippis fu collegato al centro storico.
I Romani sono stati i più grandi costruttori di ponti dell’antichità. Colui che “faceva i ponti” era un pontefice. Un esperto di cose sacre. Colui che metteva in comunicazione i due mondi, quello della terra con l’altro, dell’al di là. Anche oggi il Papa della Chiesa cattolica si fregia di questo appellativo romano, ma derivante dalla cultura greca. Al giorno d’oggi i costruttori, a modo loro, sono anch’essi dei piccoli pontefici. Anche se mettono in comunicazione solo due sponde di un fiume, o due comunità separate da una valle. Ironia della sorte vuole che lo siano anche per chi decide di farla finita con la vita buttandosi di sotto.
Riccardo Morandi, Pontefice maximus.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

...a pensarci bene i ponti, da sempre ,rappresentano qualcosa di triste,se solo si pensa alla vita malinconica e solitaria di alcuni senzatetto!da sempre ,i ponti sono sinonimo di vita vissuta,di vita consumata fra la miseria,la disperazione e la malinconia,nn a caso una delle più belle canzoni di domenico modugno parla di un uomo che su di un ponte,guardando l'acqua scura,aveva la dannata voglia di fare un tuffo giù......!forse tutto ciò è una delle tante metafore della vita oppure dell'odierna società che corre e corre sempre più velocemente senza rendersi conto di quante xsone attorno a noi hanno,ahimè,la voglia di fare quell'ultimo tuffo nel vuoto,come a voler far capire con il gesto più straziante e più disperato di essere davvero stufi di questa società che va sempre più veloce,di questa società sempre più cattiva,spietata,egoista,individualista!e dire che i ponti dovrebbero servire solo a portare il progresso,quello buono ed educativo,la prosperità commerciale,dovrebBero servire ad accorciare le distanze fra noi esseri umani......mentre invece a volte,purtroppo.....!FRANCESCA!

uno che a volte sogna di volare. ha detto...

Persino Calvi è stato trovato sotto un ponte mia cara francesca, che dici di ponti in Italia forse mancavano ?
Forse un agente alla 007 tipo Jannone ci potrebbe svelare qualcosa che a noi poveri mortali e ignoranti di questo umile blog non capiamo.
Eppure i ponti Catanzaro non mancano signora Francesca.
E se le persone buttandosi dal ponte sognano di volare sempre più in alto ?
mi viene in mente in mente una vecchia pubblicità del grande Mike..Sempre più in alto grappa "bocchino"
Sotto i ponti ci si trova di tutto persino le persone impiccate o appese.
che tristezza questi ponti.

Anonimo ha detto...

Era una giornata di festa per il Catanzaro calcio, si giocava contro la grande Internazionale di Facchetti, Mazzola etc. Io ancora piccolo andai allo stadio con mio padre, lasciammo la macchina in Viale De Filippis per affrontare una grande salita verso l'olimpo del calcio. Ricordo, come se vivessi ora questo momento mentre attraversavamo il ponte Morandi vidi delle strane figure umane aggrovigliarsi all'esterno della rete di protezione del ponte. Mi misi a piangere buttandomi per terra con tanta paura di attraversare quel ponte...

Anonimo ha detto...

i muri del ponte di calvi erano dipinti a strisce orizzontali bianche e azzurre come la bandiera dell'argentina.
ucciso per il traffico di armi con l'argentina nel peiodo di guerra tra argentina e inghilterra per la disputa delle falkland. Si mormora che furono i massoni stessi a farlo uccidere (la p2)dato che la legge del contrappasso e' un loro elemento distintivo.

Vorrei invitarvi a leggere questo articolo che riguarda rino gaetano e michael jackson:

http://rebirthit.wordpress.com/2009/08/06/rino-gaetano-michael-jackson-e-la-legge-del-contrappasso/

ad un concerto rino gaetano disse:
C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta. »
Come saprete per l'epoca rino era un personaggio scomodo e la massoneria decise di ucciderlo con la legge del contrappaso.

Daniele Ciamprone