7 dicembre 2009

A Rizziconi niente si distrugge, tutto si Crea. Ucciso il figlio diciottenne di Pasquale Inzitari



Dieci colpi di pistola, calibro 9 per 21, hanno colpito a morte, intorno alle dieci di sera di sabato scorso, Francesco Maria Inzitari, figlio di Pasquale, noto esponente locale dell’Udc e posto agli arresti nell’ambito dell’Operazione “Saline”, per concorso esterno in associazione mafiosa nel 2008. Con Francesco Maria, appena diciottenne, in un certo modo, se ne va anche una parte della società Nifral srl, operante nella vendita di elettrodomestici e aderente al gruppo: Expert. Pasquale Inzitari amava dare alle sue società un acronimo ricavato dalle iniziali di nomi di persone. Nifral sta per Nicoletta, Francesco (ucciso due giorni fa) e Leonarda, i suoi tre figli. Il cui capitale è stato sottoposto a provvedimento di sequestro dalla Dia di Reggio Calabria, direzione investigativa antimafia, sempre l’anno scorso, il 10 settembre 2008. Insieme alla Nifral venne sequestrata anche una parte del patrimonio della società Devin, forse vero deus ex machina di soldi e sangue di Rizziconi news. L’esponente dell’Udc, quale consigliere del Comune di Rizziconi, 8 mila abitanti, a metà strada tra il porto di Gioia Tauro e Taurianova, a cavallo dell’anno 2000 fece deliberare il cambiamento di destinazione d’uso dei terreni su cui sorse il centro commerciale “Parco degli ulivi”, solo dopo che la Devin ne acquistò la proprietà a prezzi stracciati dai Crea. Poi ceduti alla Credit Suisse per 11 milioni di euro. Devin è l’acronimo dei cognomi dei soci, De Marte, Vasta e Inzitari.
Pasquale Inzitari fu arrestato il 6 maggio 2008. Il giorno dopo morì Nino Princi, suo cognato, anche lui imprenditore e socio occulto della stessa Devin, per le ferite riportate in seguito all’esplosione della sua autovettura il 26 aprile precedente. Pare per vendetta della cosca Crea, fino a quel momento, secondo gli investigatori, legati al referente politico dell’Udc. E di cui Inzitari e Princi avevano fatto arrestare il presunto boss, Teodoro Crea, nel maggio 2006. Nino Princi era anche imparentato della cosca rivale dei Crea, i Rugolo. Nelle intenzioni degli Inzitari, forse, un tentativo di estromettere i Crea dagli affari, le cui richieste si stavano facendo sempre più onerose, e farvi entrare quelli di famiglia, più affidabili, i Rugolo, appunto. Con l’arresto di Teodoro Crea e di Pasquale Inzitari, e di alcuni esponenti dei Rugolo, Domenico Rugolo e Domenico Romeo, la pax, come auspicato dalla Dda di Reggio Calabria, non è mai arrivata. Anzi. Luciano Crea, nipote del presunto boss, il 22 luglio 2007, dopo la cattura del nonno, chiamò da parte Francesco Maria Inzitari e lo accoltellò. Rischiò la vita, ma riuscì a salvarsi. Il padre, allora, per tenerlo al sicuro lontano dalla Calabria, lo iscrisse al liceo scientifico di una scuola privata romana. Il nipote del presunto boss, invece, venne rinchiuso nel carcere minorile di Reggio Calabria, e poi collocato ai servizi sociali. Sabato 5 dicembre scorso l'epilogo. Francesco Maria Inzitari stava parlando con una ragazza con cui si frequentava, nei pressi della pizzeria "El Peyote", quando è stato avvicinato da due killer che gli hanno scaricato addosso dieci colpi. L’ultimo alla testa. Sotto shock, la compagna.
A Rizziconi niente si distrugge, tutto si Crea.

2 commenti:

francesca ha detto...

e Berlusconi canta che la mafia non esiste.francesca

Anonimo ha detto...

Ci parla in diretta tutti i giorni.