Giusy de Gregorio, Fabrizio Greco e Anna Macrì
Anna, Fabrizio e Giusy hanno un nemico in comune. La politica
dei partiti. Un obiettivo. La vera partecipazione dei cittadini alla sovranità.
E un sogno. Consumare le arance e i peperoncini di casa nostra. Sono i
protagonisti della maxi protesta del popolo italiano approdata sulla città dei
tre colli. Un movimento in movimento, come vuole lo slogan, che si prefigge di espandersi
in tutta la Penisola.
Tre catanzaresi che stanno dando gas alla contestazione iniziata da Paola Musu, un’avvocatessa tributarista sarda, contro il Governo centrale e il presidente della Repubblica. Da cinquanta denunce oggi sono circa duecento quelle accertate. Un numero sempre in aumento. Tre amici stanchi e delusi dalla politica degli interessi personali con le idee chiare. Chiarissime. Autentica rappresentatività democratica nei governi locali. Niente più assistenzialismi alle regioni. Federalismo e autonomia. Ambiente. Chilometro zero. Educazione civica.
Tre catanzaresi che stanno dando gas alla contestazione iniziata da Paola Musu, un’avvocatessa tributarista sarda, contro il Governo centrale e il presidente della Repubblica. Da cinquanta denunce oggi sono circa duecento quelle accertate. Un numero sempre in aumento. Tre amici stanchi e delusi dalla politica degli interessi personali con le idee chiare. Chiarissime. Autentica rappresentatività democratica nei governi locali. Niente più assistenzialismi alle regioni. Federalismo e autonomia. Ambiente. Chilometro zero. Educazione civica.
Dallo Stato al Continente. Uscita dalla moneta unica dell’Euro
e dall’Unione europea che sta snaturando le caratteristiche più proprie dei
paesi e contestuale rinegoziazione dei rapporti tra gli Stati.
Una rivisitazione democratica dello stesso concetto di
democrazia occidentale, dunque, ubriaco di demagogia, favoritismi e collusioni. Obiettivi a
lungo termine che hanno un punto di partenza irrinunciabile: l’informazione. È da
qui che prende corpo la presa di coscienza del bene comune. “Non vogliamo più sobbarcarci
la prossima accisa decisa dall’alto senza essere consultati”, spiega Anna. “Dobbiamo
finirla con la logica delle mazzette”, dice spicciola Giusy.
L’idea è scattata loro quest’estate. Fabrizio faceva parte
di “Catena umana”. Un movimento a catena senza obiettivi e senza proposte. Un movimento
crogiolato su stesso, senza meta. Se ne accorgono subito e chiedono, s’informano.
Si mettono in contatto con Paola Musu e il giornalista Paolo Bernard. C’è subito intesa. Leggono e compilano la denuncia. Si
recano dai carabinieri. È fatta. Nasce la pagina facebook “La maxi protesta del
popolo”. Nel giro di pochi mesi raggiungono cifre impensabili. Quasi venticinquemila
i fan. Numeri da prendere con le pinze. Lo sanno. E non si accontentano. Informare
e resistere. Si legano a svariati movimenti sparsi in tutta Italia. Con un solo
comune denominatore. Cittadini stanchi di subire le scelte dei soliti noti. C’è
in ballo il bene di tutti da perseguire attraverso due binari, locale e
nazionale. In continua dialettica.
C’è anche nella Costituzione. E ne chiedono il rispetto. Il vincolo
di mandato dei parlamentari è solo uno dei pilastri della riabilitazione della
Carta scritta con il sangue dai nostri padri. Ma vanno oltre. L’87 per cento
dei beni alimentari consumati in Calabria proviene dal Nord, e solo il 17 dal
Sud e dalle Isole. “Dove sono finite le nostre arance e il nostro peperoncino?”,
chiedono. Ed è proprio per questo che hanno fatto propria la legge regionale
calabrese numero 22 di quest’anno sul consumo dei prodotti agricoli. Il governo
Monti l’ha impugnata come incostituzionale perché “ostacolerebbe la libera
circolazione delle merci così come previsto dai principi comunitari”. Già Monti,
il capo del governo nominato dal presidente della Repubblica Napolitano dopo le
dimissioni di Silvio Berlusconi. Un governo tecnico, senza rappresentatività politica,
che sta calpestando i diritti di ogni cittadino. La maxi protesta del Popolo sa
che quando il pesce puzza per ripulirlo bisogna iniziare dalla testa.
Catanzaro città si complimenta con i suoi coraggiosi. Molte le
pacche sulle spalle. Tanti gli inviti ad andare avanti. Nessuno, però, a
sostenerli in prima persona. Nessuno avvocato, nessun professionista di diritto
fiscale dalla loro parte. Ma non si danno per vinti. L’educazione civica è
appena iniziata. D’altronde, i più duri da correggere sono proprio quelli che
hanno le mani sporche di vecchia
politica. Colletti bianchi e portaborse.
2 commenti:
http://www.ilquotidianoweb.it/mobile/articolo.jsp?id=353347#.UH7r51Fuu2W
ne vogliamo parlare?
http://www.ilquotidianoweb.it/mobile/articolo.jsp?id=353347#.UH7r51Fuu2W
...peccato non avere una compagna presidente della provincia..parliamo dei compensi? circa mezzo milione di eurinio...e npoi protestiamo in piazza..
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