All’azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia
è da un po’ di tempo che l’acqua è “trasparente”. Sul sito on line è possibile consultare
“i rapporti analitici dei campionamenti d’acqua potabile erogata alla
popolazione della Provincia di Vibo Valentia”. L’avviso già dà un indicatore: “acqua
potabile”, dà per scontato che lo sia. Ad ogni modo è l’impegno che bisogna
premiare. Lodevole. Un obiettivo raggiunto grazie alle Istituzioni e alle
richieste dei cittadini, Dalla Prefettura ai Comuni, dalle associazioni all’Arpacal
(agenzia regionale di protezione ambientale). Che si sono subito attivati dopo
il giallo del benzene nell’invaso dell’Alaco. Benzene sì, anzi no. Solo “Composti
aromatici alogenati derivati da benzene espressi come benzene”, si precipitò a
rettificare l’Agenzia regionale. Una correzione più che una rettifica. L’acqua
è solo corretta al benzene. Niente di più. Adesso, invece, l’acqua è trasparente.
Come non mai. E anche l’Arpacal e gli altri laboratori chimici lo sono. Andiamo
con ordine.
Alle ore 21 e 30 di sabato 2 febbraio c.m. dal Dipartimento chimico e tossicologico dell’Agenzia di Catanzaro parte un fax indirizzato all’Asp. La rettifica spiega che “trattasi di composti chimici non previsti dal decreto legislativo 31 del 2001 e di conseguenza senza limiti di legge”. Ecco il perché del benzene. Non era previsto. Qualcuno però lo analizzò. Solo che non doveva e non poteva. Ora che l’acqua è trasparente il benzene ritorna. E’ il Dipartimento di Cosenza a tirarlo di nuovo fuori. Non per scrupolo professionale o etico. Ma secondum legem. Secondo il D.Lgs, il solito. Si vede tra Catanzaro e Cosenza il decreto avrà subito qualche perdita. Paese che vai legge che trovi. Nei risultati al sedimentatore di Brognaturo il benzene è meno di 0,05 di milligrammi per litro. Il campione passa. La scala di confronto, infatti, dà come valore massimo 1,0. È sempre il decreto dell’acqua a indicarlo. Ma forse non è benzene. Saranno solo delle “sostanze aromatizzate”. Ma per queste c’è sempre tempo per le rettifiche.
Alle ore 21 e 30 di sabato 2 febbraio c.m. dal Dipartimento chimico e tossicologico dell’Agenzia di Catanzaro parte un fax indirizzato all’Asp. La rettifica spiega che “trattasi di composti chimici non previsti dal decreto legislativo 31 del 2001 e di conseguenza senza limiti di legge”. Ecco il perché del benzene. Non era previsto. Qualcuno però lo analizzò. Solo che non doveva e non poteva. Ora che l’acqua è trasparente il benzene ritorna. E’ il Dipartimento di Cosenza a tirarlo di nuovo fuori. Non per scrupolo professionale o etico. Ma secondum legem. Secondo il D.Lgs, il solito. Si vede tra Catanzaro e Cosenza il decreto avrà subito qualche perdita. Paese che vai legge che trovi. Nei risultati al sedimentatore di Brognaturo il benzene è meno di 0,05 di milligrammi per litro. Il campione passa. La scala di confronto, infatti, dà come valore massimo 1,0. È sempre il decreto dell’acqua a indicarlo. Ma forse non è benzene. Saranno solo delle “sostanze aromatizzate”. Ma per queste c’è sempre tempo per le rettifiche.
Il 31 gennaio a Vazzano, provincia di Vibo, avevano
fatto dei prelievi. Al serbatoio comunale erano stati riscontrati dei
coliformi. Un po’ troppi. “27”, il valore. Di escheria coli, invece, solo “2”. Al
Comune queste analisi probabilmente non sono piaciute. E l’Ente ha incaricato
un laboratorio di Taurinanova. Il Sigra srl, che sta per “Servizi Integrati per
la Gestione del Rischio Aziendale”. Il prelievo è di qualche giorno dopo. Il 4
febbraio. I coliformi scompaiono. Meno di 1. E anche le feci. Il sito del
Comune è in festa. E avvisa. “Si porta a conoscenza della popolazione che in
data 04/02/2013 sono state effettuate tutte le analisi dell'acqua destinata al
consumo umano e dalla verifica risulta che la stessa è potabile”. Come non mai.
E trasparente come non mai.
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