3 gennaio 2015

La Bufala dell'acqua di Cosenza

Il Palazzo della Sorical

Nei mercati dell’antica Roma, quando la carne di bufala veniva spacciata per carne di mucca, i clienti si lamentavano: “E’ una bufala!” Da allora le bufale hanno influenzato la storia degli uomini. Lo è stata la donazione dell’imperatore Costantino a papa Silvestro, che consentì la formazione dello Stato Pontificio. Lo è stato, anche se solo per un breve periodo, il raggiungimento delle Indie da parte di Cristoforo Colombo. Lo è, suo malgrado, l’acquedotto Bufalo che approvvigiona la città di Cosenza in Calabria, Italy.  
Secondo la Sorical - la società che gestisce le risorse idriche calabresi, quella società commissariata, non commissariata, che non si sa a che titolo continui a dettare legge in fatto di acque e tubi in Calabria – il 31 dicembre la condotta che porta il prezioso liquido ai cosentini si è rotta. Ecco spiegata riduzione della portata. Arriva mezzanotte. Si festeggia il nuovo anno. E i fumi delle ore piccole di dirigenti e manager raggiungono sfere impensabili fino al 2014. Dunque, il 2 gennaio, dominata la sbornia, scoprono che “la persistente riduzione della portata idrica, data ai valori minimi stagionali, è legata a un calo fisiologico delle sorgenti dell'acquedotto in questione derivante dalle condizioni meteorologiche dei mesi precedenti.”

È difficile pensare ad un Bufalo ridotto a stecchetto, però è doveroso immaginarlo. In tempi di magra, come oggi, tutti, proprio tutti, ne rimangono coinvolti, sia uomini che animali. E tutti possono avere un calo fisiologico. Eccetto la Sorical. Non c’è verso! E' come una vacca che ingrassa sempre di più. Annata dopo annata.

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