3 luglio 2010

L'inceneritore Seteco

La polemica tra chi è a favore e chi è contrario agli inceneritori - tanto che i primi li chiamano proprio inceneritori, che polverizzano i rifiuti emettendo a loro volta ulteriori sostanze tossiche, e i secondi che preferiscono il più eufemistico termovalorizzatori, che li “valorizzano” appunto, attraverso l’elevata temperatura - in Calabria non ha luogo a procedere. Ce n’è uno che per una volta potrebbe mettere d’accordo entrambe le categorie di cittadini, sia i più convinti sostenitori di una politica ambientale, basata sulla differenziata e il riciclaggio – in verità questi lo sarebbero a prescindere – che quei tecnici che pur di far produrre energia termovalizzerebbero anche le costruzioni edilizie.

Bene, si chiama Seteco. Un opificio che produceva fertilizzanti. Si trova nella zona industriale di Marcellinara, sulla strada dei Due Mari che mette in collegamento Catanzaro e Lamezia Terme. Fuma. E’ un fumo generato dall’autocombustione dei rifiuti. Che sarebbero dovuti servire per fornire i concimi. Il fumo è bianco. Maleodorante. Zeppo di diossina. Tossico. Devastante. Un vera boccata di veleno per l’ambiente e gli abitanti del posto, che si disperde per ventiquattrore al giorno. Da quasi quattro anni a questa parte. È una copia venuta male, veramente male, dei comunque ingegnosi inceneritori realizzati dai brillanti ingegneri dei nostri tempi. Non reggerebbe al confronto. Tuttavia, è questo che è diventata la Srl di servizi e tecnologie ecologiche. Ecologiche, certo. Un inceneritore impazzito, dunque.

Posta sottosequestro il 27 novembre 2006 dalla Procura di Catanzaro per aver sotterrato abusivamente i rifiuti prodotti dalla fabbrica, ha avuto una proroga per smaltire le attività in essere. Miracolosamente, queste “attività”, si sono moltiplicate. E il capannone di miglia e miglia di metriquadrati si è riempito come una poltiglia. Il calore generatosi dai rifiuti favorisce l’autocombustione. E qualche volta anche il fuoco. Incalcolabili i danni. Quelli che lavorano nelle vicinanze sono nauseati da questa situazione. La stazione dei carabinieri di Marcellinara è piena zeppa di denunce, che poi vengono trasmesse, per competenza, alla Procura perché la Seteco, nel frattempo, è stata nuovamente messa sotto sequestra, lo scorso 20 gennaio. La comunità locale è allarmata. La rappresentanza amministrativa, maggioranza e sindaco, Giacomo Scerbo, da una parte, e minoranza del Partito democratico, dall’altra, se pur con le consuete stilettate politiche, anche. Il primo cittadino ha emesso ordinanze di rimozione e smaltimento dei rifiuti a ripetizione. Ha coinvolto tutte le autorità preposte, il prefetto, l’Arpacal, l’Ufficio per l’emergenza ambientale e la Regione Calabria. Non sa più che pesci pigliare.

Non ci sarebbero “le sostanze economiche”. Questo l’unico cenno di risposta. Mentre la Procura continua il suo lavoro di istruttoria per risalire ai responsabili di questo scempio ambientale.

Intanto, ogni giorno che passa la ferita aperta sulla Due Mari si squarcia sempre di più.

Leggi anche: Seteco, la fabbrica dei veleni nascosti

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Ieri alle 14 fumava in una maniera spaventosa....
Francesco Di Cello

Anonimo ha detto...

Ma la Procura e chi di competenza cosa ha da aspettare ulteriormente...Boh...C'è sempre qcs che non quadra...penso io da povera ingenua...grazie Emilio sei davvero "alla ricerca della verità",a proposito quanta diossina hai respirato pur di fare il video? Un saluto.

domenico ha detto...

è mai possibile che la cittadinanza non faccia veramente qualcosa, sicuramente ci sarà stato pure qualche morto..nessuno vuole dire niente ? il sindaco, i carabinieri cosa fanno? perchè non si manifesta e s'invitano le autorità competenti.
Bellissimo il video e grazie a chi lo ha girato e al giornalista che riporta in modo chiaro lo stato dei luoghi.

luca ha detto...

ma il pazzo che ha girato questo video almeno era munito di maschera antigas...pazzoooooooooo.

Anonimo ha detto...

tutta catanzaro deve scendere in piazza e protestare contro questa barbaria, non fosse altro che in quanto capitale regionale non possiamo permetterci queste figuracce coi tanti turisti che arrivano !

Anonimo ha detto...

Secondo me lo devi segnalare a striscia la notizia:
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/segnalazioni.shtml

vediamo se si sblocca qualcosa.

By
Frank G.

Anonimo ha detto...

Grazie Frank, appena fatto

antonio de sensi da lamezia ha detto...

sembra un girone dell'inferno dantesco!!!! ma cme ti sei avvicinato!!!!! mio Dio non è possibile che nessuno faccia nient. Gli abitanti delposto devono assolutamente protestere in modoeclatante prima che si avvelenino tutti!
passando dalla super strada già si capisce la gravità della situazione, ma mi chiedo: i magistrati che ogni giorno passano da li per recarsi a catanzaro o viceversa a lamezia, che fanno, si limitano solo a tapparsi il naso?

Anonimo ha detto...

grazie emilio grimaldi!
maurizio

pasquale ha detto...

Rappresenta un vero laboratorio di cancerogenesi ambientale integrato con l'ambiente.
Una esposizione a breve e lungo termine che produrra' un impatto sulla salute pubblica di quel territorio.Una violazione dello statuto antropologico non perdonabile dalle future generazioni.
dr.Pasquale Montilla

Anonimo ha detto...

Segnalarlo a striscia la notizia.. fa solo ridere...
Ci vuole qualcosa di più serio tipo report, striscia la notizia è il programma che serve a sviare l' attenzioni dalla faccende sempre più losche del criminale al governo Silvio Cesare faccia di culo.

Domenico Mauro ha detto...

E'di una drammaticità straordinaria come le Istituzioni che dovrebbero tutelare la salute dei cittaditi restano silenti e indifferenti d'avanti a quella che - senza esagerare - si presenta, per l'area interessata, come una catastrofe ambientale in piena regola. Pur restando d'accordo con coloro i quali propongono il coinvolgimento dell'opinione pubblica a livello nazionale (sono in sintonia con l'anonimo che mi ha preceduto, circa "striscia la notizia" - al cui programma ho inviato qualche mese fa una segnalazione alla quale è seguita una risposta degna del personaggio politico che lo gestisce...), credo che sia più funzionale e urgente mobilitarsi a livello locale. Propongo un comitato che abbia la forza di farsi sentire in modo efficace contro quel silenzio istituzionale che sa tanto di collusione e salvaguarda gli interessi di qualcuno a discapito della salute di un'intera popolazione. il mio indirizzo e-mail: psy_mauro@yahoo.it.
Dr. Domenico Mauro

Anonimo ha detto...

non per dire..ma da quello che so io è un impianto di compostaggio di materiale "ORGANICO"..andata in malora.Le biomasse se non vengono controllate prendono fuoco e bruciano..in poche parole c'è carne e sterpaglie di potatura che dovevano essere trasformate in fertilizzante mediante il processo di decomposizione.
direi che creare terrificanti allarmismi su veleni li contenuti non faccia altro che creare paura immotivata.