21 giugno 2009

L'Ecomostro di Botricello. Il depuratore



Negli anni si è fatto un nome. Abbondantemente meritato. Sia per il brillante colpo di genio che hanno avuto gli enti della macchina amministrativa dello Stato nel costruirlo proprio sulla spiaggia negli anni ’80 del secolo scorso, che per l’effettiva decantazione delle acque.
È l’ecomostro del depuratore di Botricello. Ma non tutto è perduto. L’attesa, e la speranza, è quella di un suo “spostamento” nell’entroterra. Pare siano cinque i milioni calcolati dall’Ato 2 di Catanzaro. “Pare” perché dal solenne pronunciamento del segretario, Salvatore Russetti, il 2 maggio 2008, ancora non si è proseguito con un bando di gara vero e proprio. Manca il progetto definitivo ed esecutivo. Il tutto è ancora intenzionale. Proprio come le belle intenzioni.
L’ecomostro di Botricello. Un nome, una garanzia di inefficienza. Un nome, ancora, che ha caratterizzato per molto tempo, troppo, le stagioni turistiche della cittadina ionica. Come un cancro che ogni anno è cresciuto sempre di più. Adesso è in metastasi, per continuare a prendere a prestito il linguaggio oncologico. Una metastasi in bella evidenza. C’è una grossa buca nell’alveo del torrente Arango, dove sfocia il depuratore. Ha l’aspetto di una grande piscina per bambini. Ma non è una piscina, è il raccoglitore dei liquami del depuratore e delle acque del fiume. Il Comune per tappare l’emergenza ogni volta interviene con le ruspe a formarla per non scandalizzare i turisti nel farlo notare in tutto splendore, magari capitati lì per caso, perché da quelle parti nessuno ci va a prendere il sole oramai.
Ma se non viene adeguatamente rimarginata la ferita, il cancro, come insegna anche il buon senso, continua a crescere. Se poi viene un temporale, a quel punto, il gioco è fatto, il gioco del buco nell’acqua. Salvo poi ricominciare il giorno dopo con le ruspe in azione. Punto e a capo.
Quest’anno, grazie ai social network, la questione ambientale è sbarcata anche sulla rete. Al gruppo “Via il depuratore dalla spiaggia di Botricello”di Facebook sono 578 gli iscritti. Ci sono anche quelli dei paesi limitrofi, ma quasi tutti sono di Botricello. Residenti e emigrati per motivi di famiglia o di lavoro. L’ultimo messaggio della bacheca è di una signora che appartiene a questi ultimi. E dice: “Quest'anno pochi soldi, si torna a Botro...speriamo di non trovare la schiuma...che ho trovato negli ultimi anni!!! magari anche meno discariche a cielo aperto sul lungomare!!!” gli altri sono vecchi di qualche mese. I botricellesi, causa forza maggiore della campagna elettorale, si sono dati una pausa. Ma fino alla fine di marzo è stato letteralmente bombardato da lamentele e proposte.
Il 17 marzo un ragazzo scrive delle cose che interpretano stupendamente il sano e civile malcontento dei cittadini onesti: “La questione depuratore rappresenta l'esempio classico di cosa è stata, in questi anni bui, la politica in Calabria. Clientelismo ma non solo, probabilmente più di qualcuno conosce la verità sul perché questa regione, non solo Botricello, regredisce facendo passi indietro come il cammino dei gamberi. Il turismo è diventato fonte di ricchezza per tutte le regioni con noi confinanti puglia (…) Noi siamo una ruota di scorta, chi non può permettersi altro viene in Calabria. Non ci sono conigli da tirar fuori dal cilindro, la magia calabrese è davanti agli occhi di tutti. In troppi si sono arricchiti alle nostre spalle, più di qualcuno ha la coscienza sporca e mentre gli altri investivano silenziosamente noi venivamo derubati altrettanto silenziosamente, si perché ci hanno tolto anche quel poco. Ci hanno tolto la bellezza del mare, scarichi abusivi, allacci abusivi, finanziamenti per potenziare le infrastrutture volatilizzati ma di infrastrutture voi ne vedete? Non siamo liberi di parlare non perché privati della parola ma perché inascoltati, uffici sordi davanti alle nostre proteste, autorità sorde davanti il nostro dissenso, un silenzio assordante e per alcuni versi sconvolgente. Ci comportiamo come se fossimo ospiti in terra d'altri, siamo invece ospiti in casa nostra il ché è ancora peggio. Impauriti, vittime di noi stessi, ingolositi da chissà quale tornaconto, questo mi viene da pensare”.
Mentre un altro lancia una proposta che capire le ragioni dello scempio: “Ragazzi – scrive - trovate la foto dei mostri che dimostravano e bloccavano le ruspe che dovevano operare per lo spostamento del depuratore e fateceli conoscere vi saremo eternamente grati ... grazie”. E si perché già nell’anno 2000 la Regione Calabria intervenne per spostarlo. Ma furono talmente vive le proteste di chi non era d’accordo che non se ne fece nulla. Oggi è tornato alla ribalta la quaestio dello spostamento. Ma sotto il sole, al momento, c’è solo il lago della vergogna. Fino al prossimo temporale.

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