21 agosto 2009
Papi, il gran sultano. Luigi De Magistris e Angela Napoli alla presentazione del libro di Marco Lillo
E’ stata una cronistoria delle avventure di Berlusconi ai festini organizzati con soubrette ed escort a Palazzo Grazioli. E’ stato un ripercorrere le loro storie. Gioielli, successi e fallimenti che hanno coinvolto certe volte anche compagni e mariti. Come una pellicola che ti inchioda al televisore. Con il carnefice che diventava addirittura vittima, suo malgrado. Per alcuni tutto questo forse è solo gossip, ma dietro le quinte c’è molto di più. Angela Napoli ha manifestato: “indignazione “. Si sente “offesa”, come donna e come parlamentare. Ha parlato di “un sistema malato”, non tanto per giustificare il capo della coalizione politica di cui fa parte, ma perché “se questi fatti non vengono perseguiti induce altri a comportarsi allo stesso modo”, ha detto. “Corruzione”, invece, ha accusato Luigi De Magistris, e ha sollecitato “una svolta culturale, prima che morale” del modo di fare politica. Questo quanto è emerso ieri a Catanzaro durante la presentazione del libro “Papi” di Marco Lillo. Presenti all’incontro anche Antonio Argirò, assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro, Filippo Capellupo, presidente della Proloco di Catanzaro, e i giornalisti Claudio Pappaianni, de “L’espresso”, e Giulia Zampina, de “il Quotidiano della Calabria”.
A fare da spartiacque alla bagarre sul primo ministro italiano e sulle sue ragazze, proprio per mettere in chiaro quando la privacy delle persone diventa un affare di pubblico interesse, è stato l’articolo 54 della Carta costituzionale italiana. Che recita così: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Lo ha precisato fin da subito Marco Lillo che, storie alla mano, ha via via sciorinato la trama di uno Stato affidato a un settantenne, Silvio Berlusconi, che a margine di un pranzo con altri esponenti del governo, come Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, e Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, è stato in grado con una semplice telefonata di promuovere Virginia Sanjust, annunciatrice tv, “consulente della Presidenza del Consiglio”.
“No, ma io non so, non sono in grado di svolgere questa mansione”, cerca di rifiutare lei. E Silvio insiste. Le vuole proprio bene sia a lei che al marito, Federico Armati, un agente del Sisde. Tanto che anche la carriera di lui viene premiata con un avanzamento. Ma poi la coppia litiga. E ne risente ancora, lui, dell’ombra del Papi della consorte che, nolente, era diventato anche suo, venendo licenziato su due piedi. Lui non ci sta e lo ricatta. Gli da un ultimatum, altrimenti racconta tutto ai giornali. Il periodo è difficile per Silvio, sono prossime le elezioni politiche. E Silvio cede. Il giorno prima dell’ultimatum il capo del Sisde, Mario Mori, fa richiamare l’espulso. Neanche nelle partite di calcio sarebbe possibile reintegrare gli espulsi. Eppure la Procura di Roma, che aveva avocato a sé l’indagine aperta dalla Procura di Napoli, non ci vede niente di male. Evita addirittura di interrogare tutti i protagonisti della sceneggiata. “Non vuole mettersi contro il governo”, si è concesso Lillo in un racconto plastico, senza sfumature, senza commenti di colore. Fatti come questi sanno parlare da soli.
Marco Lillo ha raccontato la storia di uno Stato affidato a un uomo che organizza festini con le escort vestite tutte eguali, procurate da Giampaolo Tarantini, accusato di spaccio e di corruzione. Della D’Addario. E di molte altre. Anche minorenni. Un racconto da thriller erotico. Che farebbe pure piacere a raccontare agli amici se non fosse che il protagonista è il primo ministro dei cittadini italiani. Un film erotico che ha anche una storia, con il Capo del Governo italiano che confessa a “delle perfette sconosciute” come ha convinto i capi delle altre nazioni a non firmare un atto che avrebbe fatto ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. “Ho fatto guadagnare alla Fiat 350 milioni di euro”, si vanta Berlusconi. “Forse avrà fatto felice un’azienda privata ma non ha reso altrettanto felici i cittadini che sono costretti a respirare più Co2”, ha annotato ancora Lillo.
Angela Napoli ha urlato “indignazione”. Non solo, ma ha riferito alcuni episodi della sua vita parlamentare che a ragione potrebbero aggiungere qualche postilla alla storia di Papi. Come quando vedeva il suo capo del governo avvicinarsi alle ragazze dei suoi stand elettorali promettendo loro un posto in Parlamento. “Sono stata male”, ha confidato. Un sistema malsano, dunque, che non riguarda solo Berlusconi. “Non dimentichiamoci – ha detto – che anche Agazio Loiero (presidente Regione Calabria, ndr) telefonò a Saccà per raccomandare la figlia alla Rai”.
Luigi De Magistris ha rincarato la dose: “Qui ci sono tutti gli elementi per spostarsi nel penale. Qui ci sono prove di corruzione”. E ha scoperto un altare importante per la libertà nella magistratura e nella stampa. “Il disegno di legge sulle intercettazioni – ha detto – sapete quando è nato? Gli stessi giorni in cui è scoppiato lo scandalo delle intercettazioni tra lui e il direttore della Rai Saccà. Con questa legge – ha continuato - vogliono cancellare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e della stampa. L’attacco finale – ha concluso – lo sferreranno tra il mese di settembre prossimo e dicembre”. Tra gli intervenuti anche Loris Lo Moro, deputata del Pd. Una dei pochi parlamentari a muoversi nei giorni caldi dell’inchiesta sui festini a chiedere un’interpellanza urgente. Invitata a dare un saluto ha esortato a una rivoluzione morale della politica.
Ma la presenza più misteriosa nella sala dell’Hotel Palace è stata quella di Emilio De Rose, sovrano gran commentatore della Loggia di rito scozzese Antico ed Accettato di Satriano. Carica che ha ricevuto dalle mani di Vincenzo Cassadonte, indagato insieme ad altri aderenti alla massoneria calabrese proprio da Luigi De Magistris, quando svolgeva la funzione di pm presso la Procura di Catanzaro, per violazione della legge Anselimi. Accuse che caddero davanti al Gip, Adriana Pezzo, il 24 giugno dello scorso anno. E fu proprio nei giorni immediatamente successivi al “non luogo a procedere” del giudice che Cassadonte decise di cedere il maglietto ad Emilio De Rose. “Perché voleva mantenerlo immacolato, puro, senza macchia, per cederlo così come gli era stato consegnato”, dissero i fratelli durante una conferenza stampa all’uopo convocata.
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3 commenti:
egregio Grimaldi ha comprato il libro "Papi" ma sto ancora leggendo il libro "Vaticano" di Gianluigi Nazzi. Che dire sono inorridita poiché
ho compreso che tutte le battaglie intraprese per la difesa dei diritti dell'uomo onesto sembrano ridicole e i paroloni che fuoriescono dalla bocca di questi buffoni sia laici che cattolici si riversano sulla gente come acqua di fogna. ciao Francesca
A FRANCESCA NEL COMPRARE I LIBRI SEI PIU' VELOCE DELLE LUCE...POI TI INORRIDISCI..PER DI PIU' LO CRIVI...IO LEGGO E MI FAI PASSARE LA FANTASIA DI COMPRARLO...SCHERZI A PARTE,, MI E' PIACIUTA L'INDIGNAZIONE DELLA PARLAMENTARE ANGELA NAPOLI,,,,,,SI CHE GLI RODERA' A QUELLI DELLA SUA COALIZIONE....AL SUO CAPO...AL PAPI..
FRANCESCA AL PAPI...AL PAPI....CIAO EMILIO ..BRAVO COME SEMPRE.
ciao domenico somo lieta che ti va di scherzare ma i libri che leggo mi aprono gli occhi qualora ce ne fosse bisogno e mi fanno intuire che sono una povera stupida che cerca di fare la guerra in un mondo di volponi che decidono anche se dobbiamo respirare. Leggi il "Vaticano" con serenità e in seguito puoi gridare "al Papa al Papa". Con simpatia francesca
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