7 giugno 2010

Calabria, colonia delle multinazionali dell'eolico

Vignetta a cura del blogger

Una Calabria ferita. Trapassata dalle pale eoliche e colpita al cuore della sua natura e cultura, tra le più antiche dell’umanità. Una Calabria colonizzata, come non hanno mai osato i Greci, i Barbari, i Romani e i Francesi nel corso della sua lunga storia. A bella posta, per il dio denaro. Questa è l’immagine che esce dal piano eolico regionale, che sarebbe stato modificato ad hoc, secondo le dichiarazioni rese da un super testimone nell’inchiesta della Procura di Paola, e adesso di Catanzaro, sulla realizzazione di un parco eolico a Isola Capo Rizzuto. Ciò che non hanno mai azzardato gli antichi guerrieri ai danni della Calabria con la spada e la schiavitù lo stanno facendo i politici di oggi, liberamente eletti, con la dignità delle leggi dello Stato democratico, scaturito dalle polveri dei totalitarismi, nazifascismo e comunismo.
La bozza del Piano, poi approvato dal Consiglio e pubblicato sul Burc il 31 marzo 2006, predisposto dal dirigente Domenico Lemma, sarebbe stato corretto ad uso e consumo di una multinazionale dell’eolico a fronte di una maxitangente di due milioni e mezzo di euro all’uopo svincolata a favore di Nicola Adamo e Diego Tommasi, allora, rispettivamente, assessore alle Attività produttive e all’Ambiente.
Dunque, le modifiche:
  • Solo due chilometri la distanza dei parchi eolici dalla costa al punto K di pagina 12 del Piano rispetto ai dieci previsti nella bozza al punto J di pagina 12. (l’impianto di Isola Capo Rizzuto si trova a meno di tre chilometri dalla costa; e di questa modifica si giovarono molti altri parchi costruendi nell’intera Calabria, con circa 800 chilometri di litorale).
  • Solo un chilometro la distanza dai Castelli, di cui è zeppa la Regione dalle mille culture e dominazioni, rispetto ai cinque inizialmente predisposti. Le Castella di Isola Capo Rizzuto - tra l’altro uno dei simboli della Calabria - dista dal parco in questione nemmeno tre chilometri in linea d’aria. Giocoforza, con quelle limitazioni, non sarebbe stato possibile costruirlo. E di questa manica larga si avvantaggiarono anche molti altri in procinto di Via, Valutazione di impatto ambientale.
  • Inserimento di una clausola, a pagina 18, “che esentava dal rispetto di detta normativa tutti gli impianti la cui realizzazione era stata richiesta prima della pubblicazione del piano in argomento”. Quindi, non solo vennero abbassate le restrizioni per i parchi in essere ma furono condonati anche quelli già avanti nell'iter autorizzativo. Nessuna forma retroattiva.
  • Cancellazione del divieto Zps, nelle zone a protezione speciale, quelle di protezione degli uccelli lungo le rotte dell’avifauna.
  • Altri vincoli riguardavano la distanza da tenere per la realizzazione dei parchi dai corsi d’acqua, dagli alberi di alto fusto e dai corridoi ecologici. All’uopo azzerati con un tratto di penna.
Qui Calabria, secolo XXI, forma di governo: libero Stato repubblicano e democratico.

Per la notizia, sulle dichiarazioni del supertestimone, ringraziamo Paolo Orofino, che non si è fatto intimidire dalla querela di Nicola Adamo e a lui e al Quotidiano della Calabria, che ha ospitato i suoi articoli, continuando a fare il suo mestiere con coraggio e determinazione.

1 commento:

domenico ha detto...

A tanti cittadini hanno fatto girare le" eoliche"