29 dicembre 2010

Scaccomatto in tre mosse

Il progetto dei nuovi lavori al Tribunale di Catanzaro. Caricatura a cura del blogger Da story

Nei Palazzi di Giustizia di Catanzaro, Procura e Tribunale, mancano gli uomini e i mezzi. Pm, giudici e benzina per muoversi, principalmente. Gli uffici sono pieni di carte che si accumulano. Le stanze, invece, non mancano, ci sono a iosa. Per spulciarle e amministrarla, la Giustizia, servono le risorse umane dicono tutti. Lo ha sostenuto recentemente anche il capo procuratore della Repubblica Vincenzo Lombardo. Ma, probabilmente, sono così tante, le carte, che i magazzini non bastano più. Ed ecco spuntare un progetto per la costruzione di un nuovo corpo al Palazzo dedicato al giudice morto ammazzato Francesco Ferlaino nel 1975. E un tunnel che sopraeleverà Viale Kennedy e che congiungerà indissolubilmente la Giustizia che accusa e quella che giudica. Le carte, in questo modo, si farà prima a portarle per ammucchiarle. Veloce veloce. E senza il pericolo di occhi indiscreti. Evidentemente lo Scaccomatto messo a segno da Giuseppe Gatto non è bastato per fornire di altre camere, di altri tavoli, la Giustizia di Catanzaro.

Undici milioni e duecento mila euro, questo l’ammontare del finanziamento del ministero di Grazia e Giustizia e del Comune di Catanzaro. Con la stessa cifra avrebbero ripulito la provincia dalla criminalità, dalla ‘ndrangheta e dal lobbismo imperante con l’avvento di altri magistrati. Gli spiccioli sarebbero bastati anche per la benzina, in caso. In caso. Avrebbero fatto fioccare la legalità in tutta la regione. Niente di tutto questo. Il progetto esecutivo porta la firma del presidente di Confindustria, Giuseppe Gatto. L’impresa esecutrice è la sua, la Gatto costruzioni Spa, che poi ha ceduto i lavori alla Cooperativa costruzioni calabrese. La data di fine lavori prevista è il 20 luglio 2012. Al momento sono a pieno ritmo.

Giuseppe Gatto, protagonista assoluto del Condominio dirimpettaio al Parlamento del Palazzo di Giustizia il nome da dargli lo aveva azzeccato: Scaccomatto. Eseguì i lavori senza il permesso a costruire e in un’area “giudicata instabile”, quella del costone del Musofalo. La Procura lo sequestrò. Ma poi il Tribunale della libertà di Aldagisa Rinardo lo dissequestrò. Scaccomatto in tre mosse. L’Aldagisa rilevò che “non può ipotizzarsi l’astratta configurabilità del reato per omessa comunicazione allo sportello unico. In merito – sostennero i giudici del Tdl – appare sufficiente evidenziare che lo sportello unico previsto dalla normativa (l’art. 93 del Testo unico) non risulta essere stato istituito presso il Comune di Catanzaro”. E sul Musofalo la Procura accusò che un terzo dell’edificio sarebbe stata realizzato a ridosso del costone. Di tutt’altro parere la Gatto Costruzioni che, grazie alla perizia dell’ing. Salvatore Saccà, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Catanzaro, sostenne “la piena e chiara rispondenza del fabbricato alle disposizione di legge in materia urbanistica, edilizia e sismica”. Il Re fu fatto salvo. Quello di Gatto. Mangiato, invece, quello della Procura, grazie alla Libertà dello stesso Tribunale.

Oggi, il cappotto con il Tunnel, senza possibilità di rivincita. Nessuna inchiesta. Solo un mare di soldi per costruire. Un pugno nell’occhio degli esteti, anche di quelli principianti. Un mare di soldi che sarebbe potuto servire per farla funzionare una buona volta la Giustizia di Catanzaro. Troppe, d’altro canto, le carte ancora da ammucchiare.

Anche il glorioso Stocco, Francesco Stocco, il generale Francesco Stocco al comando di Giuseppe Garibaldi durante la Spedizione dei Mille, gli volta le spalle. La statua, sita nell’omonima piazza di Catanzaro, l’hanno recentemente addobbata con una più decorosa aiuola a forma di chiocciola, ma a girarla manco a parlarne. Dà il di dietro a chi entra a Catanzaro e al Tribunale del capoluogo. Si sente più a suo agio così. Anzi, sembra che se ne voglia andare a gambe levate. E ancora non hanno avuto il coraggio di informarlo sui nuovi vicini.


La statua di Francesco Stocco. Alle spalle la gru per i nuovi lavori al Tribunale Da story

26 dicembre 2010

Il Fornitore e l'Utente. Qui si vende e si compra acqua. Astenersi perditempo

Da story
“Il Fornitore potrà, con preavviso di almeno 30 giorni salve le urgenze, ridurre, sospendere o interrompere la Fornitura, per cause di forza maggiore o per necessità derivanti dalla gestione degli impianti e dalla disponibilità di acqua, o per morosità dell’Utente non sanata entro 30 giorni da apposita diffida, senza che l’Utente possa opporvisi, né ridurre, sospendere o interrompere il pagamento di quanto dovuto, o avanzare pretese, essendo ciò espressamente considerato nell’equilibrio contrattuale”. Articolo 2, comma 3, della convezione tra le parti.
Il Fornitore è la So.Ri.Cal (Società di risorse idriche calabresi). L’Utente è il Comune di Sellia Marina. Il Fornitore è una società mista composta da Veolià, socio privato francese e colosso del business RAI: rifiuti, acqua e inceneritori, e dalla Regione Calabria, che detiene il 53,5 per cento. L’Utente è un Ente locale, responsabile amministrativo della soddisfazione di tutti diritti dei cittadini garantiti dalla Costituzione italiana.
Ebbene, ci sono voluti dieci incontri tra avvocati di qua, della So.Ri.Cal, e di là, del Comune, per addivenire al contenzioso, forte della citazione in giudizio del sindaco al Tribunale di Catanzaro promossa dal Fornitore. “Dieci incontri ufficiali”, evidenzia la delibera consiliare. Dieci incontri per dare alla So.Ri.Cal l’avallo della sospensione del servizio idrico. Del bene primario dell’uomo. Il Comune di Sellia Marina c’è riuscito.
Il debito pregresso, dal 2007 a tutto il 2010, ammonta a 924 mila euro. E la So.Ri.Cal - “che non regala niente a nessuno”, riferisce un attento Giovanni Puccio, procuratore legale del sindaco - pur di avere l’uovo oggi (la metà del debito) che la gallina domani (l’intero ammontare) si è accontentata di 503.877 euro e dispari centesimi. Un successo dell’Amministrazione comunale, secondo il tenore dei giudizi lusinghieri dei componenti della maggioranza. Una tenacia che ha portato l’ente a risparmiare ben 400 mila euro. La convenzione, comprensiva del Piano di rientro, quindi, è presto sottoscritta:
Acconto di € 100.000,00 entro il 28 novembre 2010;
Il debito residuo, pari ad € 403.877,97 in unica soluzione, entro il 31 gennaio 2011”.
Come? In soli 60 giorni il Comune si è impegnato a pagare un debito del quale poco si sa in quanto, secondo le opinioni degli stessi rappresentanti, pare sia dovuto alle perdite della rete intracomunale. Possibile? Per chi, come lo scrivente, ha dei dubbi di interpretazione in proposito, riferiamo il luminare intervento del procuratore del sindaco nella seduta consiliare secondo il resoconto del segretario dell’Ente : “Prende la parola l’Avv. Puccio il quale evidenzia che il debito oggetto di transazione è di circa € 900.000,00, peraltro non accettato, e che grazie alla proficua attività di transazione posta in essere dall’A.C. è stato quasi dimezzato; attualmente l’interesse dell’Ente è quello di dilazionare il pagamento la convenzione, infatti, avrà la durata minima di tre anni; evidenzia che l’Ente ha fatto opposizione ad un decreto ingiuntivo cosa, peraltro, non fatta da molti altri comuni; allo stato è conveniente accettare la convenzione, dando atto che ovviamente la So.Ri.Cal. non regala niente a nessuno, e che la transazione è fatta nell’interesse del Comune”.
Peraltro non accettato. Ma come? Se hanno firmato la convenzione!?!
Dilazionare il pagamento? Sì, in due mesi.
Tre anni? Forse voleva dire tre mesi o, meglio, due. Mentre la durata della fornitura dell’acqua è la stessa della So.Ri.Cal con la Regione Calabria: trenta anni, fino al 2034.
È conveniente accettare la convenzione perché altrimenti l’Ente dovrebbe fare i conti con un verosimile dissesto finanziario e con il conseguente scioglimento del Comune. E a questo, si sa, non vuole arrivare nessuno, quantomeno chi alla poltrona è attaccato.
La So.Ri.Cal non regala niente a nessuno. Vedi sopra.
La transazione è fatta nell’interesse del Comune. No comment.
Ma la radice del problema, la dispersione dell’acqua, è bella bypassata. Anzi no. Nelle cose premesse della delibera consiliare si fa riferimento ad un accordo tra l’ente e la So.Ri.Cal: “Ispezioni lungo il tratto di adduzione che attraversa il territorio comunale, onde riscontrare eventuali anomalie, che, per come sostenuto dall’A.C., potrebbero essere state la causa degli elevati importi fatturati e formalmente contestati dall’ A.C.”. Quando?
Mentre sulla linfa del problema, la potabilità dell’acqua, che secondo il Fornitore viene garantita solo alla consegna, non all’interno della rete comunale, il sindaco si fa estensore di un gradito consiglio di So.Ri.Cal Spa: “Delle fontane, dalle quali poter fare i prelievi per verificare, periodicamente, la potabilità”. Dove?
In poche parole il Comune, per e in rappresentanza di tutti i cittadini, si è impegnato a pagare dei soldi ad una società mista - privata nella mission e nel management - per un bene di tutti che si è perso per strada, cioè nemmeno consumato. Cornuti e mazziati due volte.

25 dicembre 2010

Belcastro val bene una Messa

Don Tommaso Mazzei durante la Santa Messa di Natale nella chiesa di San Michele Arcangelo a Belcastro Da story

Ci sono voluti venticinque anni per far ritornare don Tommaso Mazzei a celebrare la Santa Messa la notte di Natale nel suo paese natio, Belcastro. Causa la vacatio lasciata da don Roberto Mastro, che ha abbandonato la Parrocchia di San Michele Arcangelo in tutta fretta quindici giorni fa. “Avrei dovuto avere il dono della bilocazione - spiega durante l’omelia - per essere contemporaneamente sia qui che nella mia parrocchia di Botricello. Ho fatto una scelta d’amore verso il paese che mi ha guidato spiritualmente, dove ho mosso i primi passi del mio cammino sacerdotale”. Non lo cita mai per nome. Eppure la predica sembra tutta rivolta ai parrocchiani, agli ex parrocchiani di don Roberto. La cattedrale è piena, ma non gremita come gli altri anni. E non solo per il maltempo. Forse si è strappato qualcosa tra la Chiesa e il Popolo di Dio. E ora don Tommaso sta provando a ricucire. “Quando si danno dei giudizi bisogna cercare di essere equilibrati, né troppo ottimisti e né troppo pessimisti. Giustamente equilibrati”, continua. Il nome dell’ex parroco anche questa volta non lo fa. Più avanti, nelle preghiere dell’offertorio, si rivolge alle Istituzioni, al sindaco, al maresciallo dei carabinieri, ai gruppi giovanili, e implora per loro perché “il bene trionfi sul male” e anche perché “le sofferenze di taluni non diventino pubblicità”. Gli strappi sono palesi, probabilmente, e lui invita a bilanciare le sofferenze perché non diventino pubblicità.
Alla fine della solenne celebrazione annuncia una miniprocessione fino al falò della piazza del centro storico insieme al Bambinello Gesù. Una tradizione, questa del falò, che si ripete da centinaia di anni, ma un chierichetto gli ricorda che per il maltempo non è stato acceso. Immediata la sterzata sul piano religioso: “il fuoco è dentro di noi e nessuno potrà mai spegnerlo”. Già.

24 dicembre 2010

Le Fontane nel mirino degli zingari? Rubate 17 auto domenica scorsa

Il Parco commerciale Le Fontane Da story

Scene di panico nel tardo pomeriggio di domenica scorsa. Il parcheggio del Parco commerciale Le Fontane era affollatissimo. Non c’era un posto neanche a pagarlo. Persone e intere famiglie con i sacchetti pieni della spesa che cercavano disperatamente la propria auto. Che non c’era più. Tre o quattro in un brevissimo lasso di tempo. Chiamata d’emergenza alla Polizia e ai carabinieri. Disbrigo della denuncia da parte delle vittime contro ignoti e ritorno a casa con la certezza di un Natale più amaro del solito.
La prassi dei furti rievoca lo spettro della criminalità rom di Catanzaro. Pochi i dubbi. Per destrezza ed esecuzione non hanno eguali, gli zingari. Come a loro beneficio è anche il circolo vizioso che da lì in poi si delinea. Dopo la denuncia di furto la vittima s’informa, chiede se per caso sono stati loro. Ecco, la macchina ricompare. È disponibile. Non l’hanno data alle fiamme. Ancora non si sa dove sia con precisione, però c’è la garanzia che c’è. È già qualcosa. Dai mille ai tre mila euro la somma che chiedono per riconsegnarla al legittimo proprietario. L’importo è proporzionale al valore dell’autovettura. Più alta la cilindrata, o più recente il modello, maggiore è il prezzo per svincolarla. Una delinquenza perseguita con un certo equilibrio. Che fa ancora più male. Secondo le testimonianze di alcune persone che hanno vissuto questa brutta esperienza alle rimostranze sul “prezzo” richiesto avrebbero sempre replicato: “ma ha le gomme nuove, lo stereo nuovo. I soldi sono giusti”. Umiliati e offesi. Il coltello dalla parte del manico ce l’hanno loro. E le vittime accettano di pagare, alla fine. Una scelta senza possibilità di ripensamenti. Poi comunicano alle forze dell’Ordine di “averla ritrovata per caso”. Altrimenti partirebbe d’ufficio l’accusa di associazione a delinquere insieme ai veri autori del reato. Il circolo si chiude. Anzi no, è vizioso. Gli zingari possono dormire sonni tranquilli e continuare a delinquere, nessuno li denuncerà apertamente. Domani è un altro giorno. Forse val bene per un altro colpo. Infine, rimane la macchina da rimettere a posto. Oltre al danno anche la beffa. E quella libertà violata che ti si appiccica addosso. Che la senti ogni volta che ti metti al volante. Che non vedi l’ora di liberartene.
In totale diciassette sono state le macchine rubate domenica scorsa al Parco delle Fontane. Il parcheggio era affollatissimo, ma custodito. Eppure, nessuno si è accorto di niente. Sarà mai un’intimidazione per il padrone di casa, Floriano Noto?

23 dicembre 2010

Pietro Baviera muore schiacciato dal suo stesso trattore

Da story
Pietro Baviera, di anni 48, originario di Zagarise, è morto questo pomeriggio travolto dal suo stesso trattore. Sulla via provinciale che conduce a Soveria Simeri l'automezzo si è ribaltato andando a finire la sua folle corsa lungo la scarpata schiacciando il conducente rimasto imbrigliato nell'abitacolo. Vani tutti i tentativi del vigili del fuoco di Sellia Marina, prontamente intervenuti, per salvargli la vita. La dinamica del tragico incidente è ancora tutta da accertare, ma sembra, secondo le prime ricostruzioni delle forze dell'Ordine, che nel tentativo di evitare un'auto, che proveniva dalla direzione opposta, l'uomo abbia perso il controllo del veicolo.

22 dicembre 2010

Tentativo di furto alla Banca di Sellia Marina

La filiale della Banca Popolare del Mezzogiorno di Sellia Marina durante il controllo delle forze dell'Ordine Da story

Un foro attraverso la parete. Forse con l'intenzione di penetrarvi indisturbati, probabilmente nei prossimi giorni di festa. È quello che hanno rinvenuto alcuni impiegati della filiale della Banca Popolare del Mezzogiorno di Sellia Marina nel tardo pomeriggio di oggi. Immediato l’allarme lanciato dagli stessi dipendenti alle forze dell’Ordine. Sul posto si sono recate due pattuglie dei carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, coadiuvati dal capitano Giovanni de Nuzzo, e una squadra della Polizia di Stato. Hanno perlustrato l’intero immobile dell’Istituto bancario al fine di scoprire elementi utili per risalire agli autori del tentativo di scasso. Sconforto sul volto del direttore Fontana per quanto accaduto. Al momento, le indagini da parte degli inquirenti sono ancora in atto.

20 dicembre 2010

Don Roberto “lascia” Belcastro

Don Roberto Mastro

Don Roberto Mastro “lascia” la parrocchia di S. Michele Arcangelo di Belcastro. E’ dall’11 dicembre scorso che non officia più le funzioni religiose. Al suo posto, momentaneamente, il parroco di Botricello, don Tommaso Mazzei. Non è una notizia ufficiale. Ancora l'arcidiocesi di Crotone – S. Severina non si è espressa in proposito. Eppure, pare che pochi siano i dubbi sul suo trasferimento in altra sede. Motivi strettamente familiari a parte.
Insediatosi il 1 ottobre 2007, nel corso del suo mandato episcopale nella cittadina presilana, si è battuto per la nascita e la formazione di un gruppo scout e di una Confraternita della Misericordia, gemellata con quella di Isola Capo Rizzuto. Ha favorito la composizione di un gruppo giovanile. E, infine, ha curato la comunicazione della Parrocchia con la creazione di un sito web, aggiornato sulla storia e sulle attività poste in essere dalla comunità ecclesiale. Un prete giovane con idee giovani. Tuttavia, non sono mancati i motivi di scontro con i parrocchiani. Alcuni dei quali anche fortemente accesi. E pare, in particolare, che sia stata proprio la natura di queste lamentele a costringerlo a maturare la scelta di abbandonare il paese natale di S. Tommaso d’Aquino. Lamentele di cui sarebbe stato investito anche l'arcivescovo, Sua Eccellenza mons. Domenico Graziani.

19 dicembre 2010

"Il tempo mi darà ragione", il testamento di Orsola Fallara

Orsola Fallara Da story

Orsola Fallara, di professione dirigente al Comune di Reggio Calabria, se n’è andata. L’acido muriatico che ha ingerito, le è stato fatale. Di anni 44, lascia una figlia di venti e una madre di ottanta. “Non voglio che mia figlia paghi per me”, ha detto.
Abituata a districarsi tra bilanci, euro e numeri, non conosceva la gogna mediatica. Non faceva politica. Laureata a pieni voti all’Università di Messina, compagna di studi di Giuseppe Scopelliti alla facoltà di Economia e Commercio, non sapeva della gogna. Certo, 750 mila euro sono un bel gruzzoletto. Questa l’accusa mossale dal dirigente del Pd, Demetrio Naccari, di essersi intascata indebitamente. Essere additata come una ladrona non lo aveva mai messo in conto. Nel suo, di conto. Mentre quelli per i quali veniva chiamata per farli ragionare, li sapeva fare, eccome. Aveva confezionato una serie infinita di master, titoli e riconoscimenti. Eppure un neo macchiava la sua credibilità. Fedele fino alla fine al suo amico d’infanzia, non l’ha mai tirato in ballo in questa vicenda. “L’unico politico con la “P” maiuscola che io conosca”, ha chiosato nella conferenza stampa il 16 dicembre scorso indetta in tutta fretta in un bar del centro storico di Reggio. Ultima da dirigente. Ultima da cittadina. E ultima da donna. La sera stessa l’avrebbe fatta finita.
I pareri che il sindaco facente funzioni, Peppe Raffa, aveva annunciato della commissione interna che aveva sollecitato, secondo la Fallara, sono “un nulla”. Quello di Vincenzo Irelli, già deputato del Pd, non sarebbe mai arrivato. Quello di uno studio associato avrebbe dei vizi di forma e in più sarebbe carente del regolare mandato di pagamento del primo cittadino. E, infine, la dirigente, interprete del terzo parere, sarebbe uno dei legali del Naccari, mentre il compagno sarebbe un impiegato dell’ente. Eticamente scorretto. Orsola ha sbandierato queste sue verità. Lei non era abituata alla politica. Sapeva solo di numeri e di “camminare a testa alta”. Avrebbe potuto farcela. Uno a uno, si sarebbe detto usando un risultato comune nel linguaggio sportivo. Invece è stata la prima a capire che queste equazioni valgono solo per i rendiconti degli organi amministrativi, non per la gogna. Con la gogna l’1 a 0 è già cappotto. Tornata a casa, le hanno danneggiato l’auto e rubato il cellulare. La gogna stava diventando opprimente. Troppo. Ha colto in un lampo che anche la città le era contro. Quando hai tutti contro: o continui in solitudine la tua battaglia o ti affidi “alla giustizia divina”, ha dichiarato. Ha scelto la seconda nel più tragico dei modi. Lei non era abituata a essere messa in croce. Non era vaccinata a fare politica. Ma solo ad aiutare i politici a far quadrare i bilanci. I numeri erano la sua passione. Non i giochi della politica.
Sarà vero l’“inciucio” tra Raffa e il Pd reggino? “Il tempo mi darà ragione”, il suo testamento. La figlia, la testa, non l’ha mai abbassata.

16 dicembre 2010

"La giustizia è quello che sembra. Non quello che è"

Da story
La giustizia non è quello che è successo. E’ quello che seembra in un processo. Ricordatillu sempre, tantu è vero che facciamo assolvere delinquenti che ‘anu ammazzatu. Sappilo, ‘a legge u ne esista!
A parlare è un avvocato di Cosenza. Dall’altra parte della cornetta, un cliente. L’argomento della discussione è il premio in un incidente automobilistico. Bisogna trovare i testimoni, dato che non ci sono. E se si vogliono i soldini anche quelli falsi vanno bene. La ratio della legge, profusa dal giureconsulto, è una chiosa di alto spessore interpretativo. Dice molto di più di anni e anni passati a sgobbare sui libri. Dice molto di progetti e progetti sulla legalità. Ti fa toccare con mano la cruda realtà. La differenza tra l’essere e l’apparire. L’apparenza è tutto, anche per la legge.
Per la cronaca. L’operazione, effettuata dalla Polstrada cosentina, si chiama Number One. E sono finiti in manette Battista Manfredi, 70 anni, e le sue collaboratrici: Ilenia Manfredi, sua figlia di anni 30, e Carmela Ranieri, sempre di 30. Nel corso delle perquisizioni sono state rinvenute numerose armi, tutte regolarmente detenute, tra le quali alcuni pezzi da collezione, come un fucile Winchester d’oro, realizzato in tre esemplari per le celebrazioni dei 100 anni della fabbrica americana, ed una pistola, pure d’oro. Tre avvocati con l’hobby dell'artiglieria, oltre che della legge, dunque. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, truffa ed evasione fiscale.
Secondo le prime ricostruzioni del comandante della polizia stradale di Cosenza, Antonio Provenzano, e dall’ispettore, Catello Cozza, i tre legali dimostravano una spiccata tendenza a fare gli interessi dei loro assistiti, e dei propri, grazie alla presentazione di documenti e testimoni falsi al fine di lievitare il pagamento dei premi assicurativi. Chiaramente una parte andava anche nelle loro tasche per il servizio reso, s’intende. Rigorosamente in “nero”. Come, del resto, tutto il resto.
Secondo la giurisprudenza, elargita dall’avvocato, dovrebbero essere messi in libertà quanto prima. Chissà!

14 dicembre 2010

Il Parco delle Mandrie

Il Parco commerciale Le Fontane Da story

Si dice che un tempo da quelle parti si refrigerassero le mandrie. Da località Frasso di Catanzaro Lido. Grazie a delle fontane destinate al bestiame transumante. Da un po’ di anni vi è stabile Floriano Noto, segni particolari: imprenditore. Parco commerciale Le Fontane. Le Fontane non ci sono più, ma c’è l’insegna. A caratteri cubitali. L’ultimo vessillo al petto di Incom Spa (la società delle famiglie Noto & Colosimo che lo gestisce) è il cinema. Un Multisala. Come il commercio vuole. Come tutti vogliono. Al Comune di Catanzaro hanno votato la variante urbanistica. Diciotto favorevoli e quattro astenuti. A fare notizia sono i quattro astenuti. Non hanno votato contro, semplicemente si sono astenuti. Gli sono mancati gli attributi. È come un complesso edipico mettersi contro Noto. Un padre per tanti, per via dei posti ottenuti. Solo per quelli. Di quelli persi, invece, nessuno parla. E loro lo sanno. Un voto unanime per Noto & company, quindi. Non esiste l’opposizione per Noto. Esiste solo il favore. Il Multisala si farà.

Duecentocinquantamila metri quadrati. Un mega ipermercato. Cinquanta negozi. Un mega Mediaworld, Un mega Decatlon. Un mega Brico. Il linguaggio appropriato è quello dei byte. La nuova tecnologia insegna. Anche una Chiesa, piccola questa, ma si sa: l’importante è il pensiero. L’hanno avuto. Da domani anche un multisala.
A differenza delle mandrie che l’attraversavano e poi se ne andavano via per raggiungere le fresche montagne della Sila, Floriano ci vuole stare. Ci vuole rimanere. Altro che tende. Sta diventando una città nella città. Peccato per il centro storico. Diventerà solo un presepe da ammirare da lontano. A lanciare il grido d’allarme è il Teatro Masciari, la cooperativa che lo gestisce. Il suo presidente, Andrea Ferrara, spiega: “Non saranno solo i cinema del centro cittadino, oramai destinati alla chiusura, a dover subire le dannose conseguenze di questa delibera consiliare, ma l’intero indotto che le sale cinematografiche erano in grado di produrre a vantaggio delle attività commerciali del centro storico di Catanzaro. L’immancabile chiusura delle sale cinematografiche del capoluogo regionale che conseguirà necessariamente, in caso di apertura del multisala “Le Fontane”, produrrà l’ennesimo impoverimento culturale della città e l’ulteriore disservizio ai suoi cittadini che si vedranno costretti, unici in tutta Italia, a “migrare” per poter fruire di una proiezione cinematografica”. Il consigliere, Giuseppe Lanzo, è preoccupato: “Il mio timore è che le ragioni di tali silenzi, dei voti favorevoli di quasi l’intero Consiglio Cittadino, e delle astensioni in luogo di più coerenti voti contrari, siano da ricercare nella forza economica dei soggetti che godranno del “favore” dei nostri amministratori. In tutto ciò, la città continua la sua discesa verso un triste e mai pago degrado socio-culturale, e i cittadini verranno ulteriormente impoveriti dall’impossibilità di “scegliere”. Oggi saranno privati dalla possibilità di scegliere un Cinema tradizionale in luogo di un multisala con tutto ciò che ne consegue in termini di alternativa ad un Cinema di massa, e domani chissà a quali altre scelte dovranno rinunciare poiché privati, da quanti sono chiamati ad amministrare il loro nome, dell’alternativa”. Al telefono ribatte: “Dove sarà l’alternativa? Dove sarà l’alternativa dell’offerta culturale per i catanzaresi? Diamo ai cittadini la facoltà di scelta! perché il Multisala, obbligato da scelte commerciali, difficilmente potrà proporre, per esempio, un film come Una vita Tranquilla di Claudio Cuppellini e con Toni Servillo. E offrire pellicole d’essai di alto spessore culturale e artistico. Vincerà la legge commerciale e non ci sarà spazio per la pluralità”.
L’alternativa a Noto? Dal Comune si sono astenuti. Evidentemente politica e imprenditoria vanno di pari passo. E c’è chi sostiene che diventerà anche il prossimo presidente della Camera di Commercio. Giusto per completarla, l’alternativa. Ah, per la cronaca, è quasi certo il prossimo affitto di un cinema di Catanzaro, visto l'andazzo, sempre a Noto. Per un’altra offerta commerciale. Farà da bon ton.

L'interno del Teatro Masciari Da story

13 dicembre 2010

Giuseppina non è come Sarah e Yara

La mappa di Cropani Marina Da story

Giuseppina è morta di freddo e da sola. Aveva 81 anni. Si era allontanata lo scorso sabato sera dalla Casa di cura dove alloggiava e poi l’hanno ritrovata anchilosata per terra all’alba del giorno dopo. Poche le centinaia di metri che aveva percorso. Sufficienti per farle perdere l’orientamento. E rimanere lì distesa con i pochi indumenti che indossava per proteggersi dalla brezza invernale nelle ore notturne. Non ce l’ha fatta a resistere ed è deceduta. Il pm ha disposto l’autopsia. D’ufficio. Bisogna escludere ogni ipotesi.

La notizia si è guadagnata un piccolo rettangolo nelle paginette provinciali dei giornali locali. Non è una giovinetta. E' una donna anziana, con le rughe e i capelli bianchi. Giuseppina non è come Sarah. E quasi certamente non sarà nemmeno come Yara. La Sarah aveva 15 anni. La Yara 13. Lei, invece, come dicevamo, ben 81. E non c’è nessun mostro da cercare. Voleva solo farsi una passeggiata.
Grazie a Yara ci siamo liberati dei tre mesi di angoscia passati a causa di Sarah. Da mane a sera. Un feticcio devozionale. Yara è riuscita a sbarazzarsi di Sarah dall’oggi al domani. Sarà stata la somiglianza. E ne avremo ancora fino a Natale. O fino a quando non sarà ritrovata. Salvo poi provare a colmare anche il vuoto del tempo della scomparsa. Se il mostro non verrà rivelato lo si costruirà ugualmente, tanto è la voglia di riempirlo con qualcosa. Se verrà fuori in prossimità delle feste già i telegiornali sapranno come far passare le vacanze agli italiani. Da San Silvestro all’Epifania. Un palinsesto d’eccezione. Un giorno su di lei, un altro sugli aguzzini - se ci saranno – un altro sugli amici, un altro sui parenti, un altro sulla morbosità degli italiani – questo sarà alla fine di ogni settimana perché poi si ricomincerà da capo e non è giusto ricominciare senza dirle, le cose, e cioè che la storia sta diventando “morbosa”. Il riconoscerlo colmerà anche il vuoto della coscienza, per zittirla un attimo. Dunque, si ricomincerà da capo.
Una bella storia, soprattutto perché tragica, perfettamente pendant alla crisi di governo. Quasi a voler lasciare al telespettatore l’illusione che la crisi della politica non sia poi una cosa così importante se è possibile avere un mostro sottocasa o anche dentro casa. Un modo per propinare la crisi con la paura. È come il miele la paura: scivola meglio la campagna elettorale. Bruno Vespa si strofinerebbe le mani. Una sera dedicata a Berlusconi e un’altra a Yara. E poi, per non dimenticarla del tutto, come per ringraziarla della compagnia ormai consumata, anche una sulla rediviva Sarah. Dovere deontologico del giornalismo di Stato. Non è da quattro soldi. È pagato profumatamente. Si sente anche il lezzo dei cadaveri tanto è forte.
Giuseppina non è in grado di fare tutte queste cose. Era solo una vecchietta che voleva farsi una passeggiata. Aveva le rughe e i capelli bianchi. Non più velina. Non più bella. Non più un fisico da sacrificare. E nessun mostro da additare come causa di tutti i mali. Con Giuseppina si sbaglierebbe bersaglio. Magari, i mali si cercherebbero altrove.

12 dicembre 2010

Venerdì 17. Un Babbo Natale cercasi

Vignetta a cura del blogger Da story

Venerdì 17 dicembre. Una settimana prima di Natale. Ma, soprattutto, è un 17 ed un venerdì. Gli scongiuri li fanno anche i più diffidenti. E c’è da giurare che li faranno anche loro. È il giorno di Luigi de Magistris e dei suoi detrattori. Presunti detrattori. Salerno, il gup di Salerno, Vincenzo Pellegrino, dovrà pronunciarsi sul complotto dei complotti: la sottrazione illecita delle inchieste al pm napoletano: Poseidone e Why Not. Dall’altra parte della barricata la Calabria bene: tre giudici, una cancelliera della Corte d’Appello di Catanzaro, un imprenditore religioso, un avvocato rampante e due parlamentari. Mariano Lombardi, ex procuratore capo del capoluogo calabrese; Maria Grazia Muzzi, la moglie; Pierpaolo Greco; il di lei figlio, avuto in un precedente matrimonio, e all’opera presso lo studio del noto penalista, nonché senatore della Repubblica in forza Pdl: Giancarlo Pittelli, anche lui consociato nel complotto di che trattasi; Salvatore Murone, ex procuratore di Catanzaro trasferito dal Csm per “incompatibilità ambientale” e in attesa di una sede dove continuare ad operare; Antonio Saladino, ex leader di Comunione e Liberazione, già condannato in primo grado nell’inchiesta Why Not; Giuseppe Galati, parlamentare del Pdl ed ex sottosegretario alle Attività produttive, e Dolcino Favi, ex procuratore generale facente funzioni presso la Corte d’Appello di Catanzaro. Tutti a vario titolo accusati di corruzione in atti giudiziari, principalmente.
Venerdì 17 dicembre. Un Babbo Natale cercasi.

LA BOLLA DI SAPONE
Di seguito la conversazione telefonica accorsa tra Giancarlo Pittelli e suo cugino Benedetto Arcuri all’indomani delle perquisizioni, ordinate dal pm Luigi de Magistris la mattina 16 maggio 2005, nell’ambito del procedimento Poseidone:

ARCURI: Tu a chi hai?
PITTELLI: Io c’ho … a Basile …. Lico … l’imprenditore …
ARCURI: Eh … RESTUCCIA?
PITTELLI: … RESTUCCIA!
ARCURI: Eh … poi?
PITTELLI: PAPELLO!
ARCURI: SCORDO?
PITTELLI: SCORDO!
ARCURI: E lui a chi ha?
PITTELLI: A me!!!
ARCURI: Pure lui??? …Eh … Ehh … (ride … Ahia la Madonna … !!! (ride esclamando)…..
PITTELLI: Eh?
ARCURI: Bei soldi!!! … Mo qua ci puoi menare alla testa a tutti!!!
PITTELLI: Come?
ARCURI: Eh … ci puoi menare alla testa!!! … Ne hanno guadagnato soldi!! …
PITTELLI: Noo! … Però da lui io cerco di defilarmi!!!
ARCURI: Eh?
PITTELLI: … Per lui cerco di defilarmi!!
ARCURI: Ma secondo te come finisce?
PITTELLI: Una cacata!!!
ARCURI: Finisce male? … O finisce che …….a cacata?
PITTELLI: A cacata!
ARCURI: A cacata finisce!!
PITTELLI: Sì!
ARCURI: Cioè, questo ha fatto questo polverone e poi alla fine … … !
PITTELLI: Sì!
ARCURI: Eh sì! … E se lo merita! … Sto
PITTELLI: Eh?
ARCURI: E sì se lo merita questo merda!!
PITTELLI: Guarda, ti dico una cosa! …
ARCURI: Uh?
PITTELLI: O hanno talmente materiale da fare spavento!!
ARCURI: Eh…?
PITTELLI: Tipo che ti so … che ti so dire … intercettazioni … ! ……
ARCURI: Eh…!
PITTELLI: O dazioni di denaro!
ARCURI: Eh..!
PITTELLI: … Eccetera, eccetera! … O fanno veramente una figura allucinante!
ARCURI: …di merda! … Ma il fatto che quello là era …… il Capo di tutti lo prevedeva che poteva esserci questo!!!
PITTELLI: Chi? … Chi?
ARCURI: Il capo …!!! …. quello che ha parlato con te!! … Che era venuto da te! … Il capo!!!
PITTELLI: … Sì!
ARCURI: Eh….perchè è venuto……secondo me lo poteva pure prevedere che era…. che poteva finire a bolla di sapone!! … Eh?
PITTELLI: Certo!
ARCURI: E mo’ gli fanno il culo al vento!! …I giornali già da domani…. cominceranno ad non esserci più niente……e questi li hanno messi alla gogna comunque!!
PITTELLI: Eh sì!! Però, vediamo mo’ quello che succede!
ARCURI: E vediamo che succede!!
PITTELLI: OK
ARCURI: Ti saluto!!
PITTELLI: Ciao Benede …!

9 dicembre 2010

Cento pdf in cerca d'autore

L'home page del sito istituzionale del Comune di Sellia Marina Da stor

I click del mouse non sono come i tratti delle biro. Questi ultimi, per cancellarli, basta scarabocchiarli o buttare via la carta su cui sono stati scritti. E toh, non esistono più. Per i tocchi del pc, invece, la procedura è molto più semplice: il tasto “Canc” porta a termine il comando che è una bellezza. Meno di un secondo. Tuttavia, rimangono sempre delle tracce che, volendo, possono diventare preziose ai fini dell’analisi dell’iter che lo ha consegnato all’ultima modifica. L’albo pretorio on line del sito istituzionale del Comune di Sellia Marina è una risorsa di informazioni. Sappiamo, per esempio, che Giuseppe Cannistrà, impiegato presso l’ente, è l’autore di quasi tutte le determine degli uffici del settore I (amministrativo-demografico) e II (ufficio finanziario). Normale, direte voi. Ma non totalmente. Si dà il caso, infatti, che ha smesso di lavorare più di tre anni fa. Forse, chi lo ha sostituito avrà fatto il copia incolla delle bozze che, a quanto pare, andavano piuttosto bene, vista la frequenza con cui sono state clonate, e modificato i dettagli. Forse. Nel settore IV (Settore vigilanza e Attività produttive) troviamo come autore un anonimo “Info”. Nel Settore V (Settore tecnico e tecnico manutentivo) registriamo la presenza dell’ex consulente, ora con un contratto a tempo indeterminato, l’architetto Antonio Garcea. Doveroso, in questo caso. Nel settore VI (settore Urbanistica ed edilizia privata) si fa vivo il geometra Vincenzo Durante, collaboratore esterno del Comune. Che è stato, ma ora non più. Evidentemente continua, a sua insaputa, a prestare i suoi servigi all’ente. Ma l’autore più insospettabile, quello che non ti aspetteresti mai, lo incontriamo nel settore III (settore Tributi). Lo stesso sindaco, Giuseppe Amelio? No, non gli compete. Il segretario del Comune, Vincenzina Sica? Nemmeno a lei. Non ci crederete, ma è il nome di un consigliere comunale. Non uno qualunque, ma del capogruppo di opposizione in persona: Antonio Biamonte. Per essere precisi, dell’inconfondibile “Ing. Antonio Biamonte”. Ora, si dà il caso doppio che lui non potrebbe mai e poi mai firmare nessuna determina e nessun atto del Comune non solo, per errore, perché non facente parte della maggioranza amministrativa, ma anche perché non è neppure un impiegato dell'ente. E’ fantasioso, poi, vederlo durante i Consigli comunali dibattere sui tributi che la Maggioranza delibera, e poi, a tempo perso, riempire i pdf sui diversi acquisti precedentemente disapprovati.
Un mistero, questo dei pdf delle determine del Comune. Un centinaio di pdf, manifestamente in cerca d’autore.

8 dicembre 2010

Il Piano Spiaggia di Sellia Marina

Vignetta a cura del blogger Da story

Il Piano Spiaggia, croce e delizia di Sellia Marina on the beach e on the road, è stato redatto. Il sospirato strumento urbanistico per amministratori, imprenditori e turisti, è giunto alla sua fase definitiva. Ne dà il lieto annuncio: Sua Maestà, il Mare, coadiuvato dalle onde, dal vento, dalla sabbia e dalla schiuma. Dopo i reiterati e vani tentativi di interpellare chi di dovere per modifiche, pareri e consulenze geologiche con spiccate competenze sulla teoria della Pangea, il dio Mare ha fatto valere la sua autorità. Pur di non sentire più strimpellare chi lo voleva più lungo e chi lo voleva più vicino alla cosiddetta “forestale” (la pineta), giorni fa ha concluso autonomamente la sua opera. Un lavoro certosino. A zig zag.
Data la testardaggine a mantenere i lidi anche d’inverno. Date le diffide della Capitaneria di porto. Date le ordinanze di sgombero del responsabile del settore urbanistico. Dati i ricorsi al Tar. Date le resistenze ai ricorsi. Date le mareggiate, ossia le segnalazioni per sollecitare le Conferenze dei servizi tra il Comune, la Provincia, la Regione, l'Asp, l'Agenzia delle dogane, la Fiba, l'Agenzia del Demanio, indette, ma andate a vuoto per un po' di anni. Dati i consigli di buon senso a lasciarlo libero di disegnare una spiaggia lineare e a misura d’ambiente. Date e non soddisfatte, il Mare ha deciso di farlo a misura di locale o di ristorante. Per spregio. E l’ha fatto. Si è introdotto ai lati così da creare un’insenatura. Per tutti gli otto i lidi. Sia per quelli smontati che per gli altri. Il Mare non fa preferenze.
Questa la risposta inoppugnabile (non c’è Tar che tenga), inderogabile (non c’è fonte di legge più basilare) e risolutiva (non c’è ruspa che riesca a stargli dietro) di Sua Maestà, il Mare, all’assessore all’Urbanistica, Antonio Cosentino, il Temporeggiatore, che qualche mese addietro si era preso la briga di fare il punto sull’iter della baraonda macchina burocratico-amministrativa del Piano Spiaggia senza chiedere, prima, al padrone di casa. Hanno fatto i conti senza l’oste.
E non è escluso il fatto che in un prossimo domani il Mare potrebbe anche raddrizzare il tutto, magari fino al lungomare. In modo perfettamente adiacente.

Di seguito il discorso dell’assessore:

Premesso:
- Che competono al Consiglio Comunale, massimo organo di governo locale, le funzioni di indirizzo
politico amministrativo con la definizione degli obiettivi e dei programmi da attuare;
- Che con Deliberazione di Giunta Comunale n° 78 del 28.06.2003 è stato dato incarico ai professionisti Arch. Giuseppe Madia, Arch. Grazia Davoli e Arch. Quinto Russo per la redazione del Piano Spiaggia Comunale;
- Che il Comune di Sellia Marina è dotato di P.R.G. approvato con D.P.G.R. n. 21091 del 28.12.2005 e successiva verifica di non contrasto approvata con D.D.S. n. 16048 del 31.10.2008;
- Che con Deliberazione di Consiglio Comunale n° 5 del 09.05.2008 è stato adottato il Piano Spiaggia ai sensi dell’art. n° 30 della Legge Regionale n. 19 del 16.04.2002 e ss.mm.ii.;
- Che con nota dell’Ufficio Tecnico – Settore Urbanistica ed Edilizia Privata prot. n. 11216 del 30.12.2008 è stata indetta e convocata, ai sensi dell’art. n. 14 della Legge Regionale n. 19/2002 e ss.mm.ii., la Conferenza di Servizi per l’approvazione del Piano Spiaggia Comunale;
- Che in data 29.01.2009 si è tenuta, presso la sala consiliare di questo Ente, la I° Seduta della Conferenza di Servizi alla quale sono stati invitati i seguenti Enti:
1. Regione Calabria – Dipartimento Regionale all'Urbanistica e Governo del Territorio;
2. Regione Calabria – Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione;
3. Regione Calabria – Autorità di Bacino;
4. Amministrazione Provinciale di Catanzaro – Settore Urbanistica;
5. Amministrazione Provinciale di Catanzaro – Settore Protezione Civile e Geologico – Servizio Autorizzazioni Paesaggistiche;
6. Soprintendenza per i Beni Archeologici e per il Paesaggio per la Calabria;
7. Agenzia delle Dogane;
8. Agenzia del Demanio – Filiale Calabria;
9. Capitaneria di Porto di Crotone;
10. Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro;
11. FIBA Confersecenti – Federazione Italiana Imprese Balneari;
12. SIB – Sindacato Italiano Balneari;
13. Università della Calabria – Dipartimento di difesa del suolo,
Che in data 24.04.2009 si è tenuta, presso la sala consiliare di questo Ente, la II° Seduta della Conferenza di Servizi;
- Che in data 26.06.2009 si è tenuta, presso la sala consiliare di questo Ente, la III° Seduta della Conferenza di Servizi;
Considerato che la Conferenza di Servizi non si è conclusa entro il 90° giorno, ai sensi della normativa vigente, e pertanto si è dovuto procedere alla convocazione di una nuova Conferenza di Servizi;
Premesso:
- Che con nota dell’Ufficio Tecnico – Settore Urbanistica ed Edilizia Privata prot. n. 5091 del 17.05.2010 è stata indetta e convocata, ai sensi dell’art. n. 14 della Legge Regionale n. 19/2002 e
ss.mm.ii., una nuova Conferenza di Servizi per l’approvazione del Piano Spiaggia Comunale;
- Che in data 11.06.2010 si è tenuta, presso la sala consiliare di questo Ente, la I° Seduta della Conferenza di Servizi;
- Che in data 28.06.2010 si è tenuta, presso la sala consiliare di questo Ente, la II° Seduta (Conclusiva) della Conferenza di Servizi, conclusasi con esito favorevole;
- Che sono stati acquisiti i seguenti pareri:
1. Agenzia delle Dogane, ha fatto pervenire parere favorevole con nota del 26.05.2010, acquisito a questo Ente in data 31.05.2010 con prot. n. 5678;
2. Regione Calabria – Dipartimento Urbanistica e Gestione del Territorio, ha fatto pervenire parere favorevole con nota del 08.06.2010 prot. n. 3957, acquisito presso questo Ente in data 08.06.2010 con prot. n. 6041;
3. Capitaneria di Porto di Crotone, ha fatto pervenire parere favorevole con nota del 24.05.2010
prot. n. 31.00/11014, acquisito presso questo Ente in data 27.05.2010 con prot. n. 5582;
4. Amministrazione Provinciale di Catanzaro – Settore Protezione Civile e Geologico – Servizio Autorizzazioni Paesaggistiche – ha espresso, in Conferenza di Servizi, parere favorevole;
5. FIBA Confersecenti – Federazione Italiana Imprese Balneari ha espresso, in Conferenza di Servizi, parere favorevole;
6. Amministrazione Provinciale di Catanzaro – Settore Urbanistica, ha espresso parere favorevole, con osservazioni finalizzate agli elaborati finali oggetto di approvazione;
7. Regione Calabria – Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione, ha fatto pervenire parere favorevole con nota del 03.06.2010 prot. n. 24464, acquisito presso questo Ente in data 10.06.2010 con prot. n. 6200;
8. Azienda Sanitaria Provinciale, ha fatto pervenire parere favorevole con nota del 14.06.2010 prot. n. 814, acquisito presso questo Ente in data 14.06.2010 con prot. n. 6338;
9. Regione Calabria – Autorità di Bacino, ha fatto pervenire, con nota del 28.06.2010 prot. n. 100002719 acquisita presso questo Ente in data 28.06.2010 prot. n. 6994, la riconferma del parere favorevole, espresso con nota prot. n. 090001563 del 24.04.2009, acquisito presso questo Ente in data 24.04.2009 con prot. n. 4735;
10. Agenzia del Demanio – Filiale Calabria, ha fatto pervenire parere favorevole con nota del 28.06.2010 prot. n. 2010/9062, acquisito presso questo Ente in data 28.06.2010 con prot. n. 7027;
11. Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Cosenza Catanzaro e Crotone, ha fatto pervenire parere favorevole con nota del 28.06.2010 prot. n. 2770/P, acquisito, via fax, presso questo Ente in data
29.06.2010 prot. n. 7078
Considerando che, ai sensi dell’art. 30 comma 6 della Legge Regionale n. 19/2002 e ss.mm.ii., è necessaria adeguare il Piano Spiaggia alle determinazioni della Conferenza di Servizi.

4 dicembre 2010

Lo spettro dei rifiuti campani alla discarica di Alli

L'ingresso della discarica di Alli Da story

Napoli. La paura è Napoli. Emergenza rifiuti alla discarica di Alli. Lo spettro dei rifiuti provenienti dal capoluogo campano è tangibile. D’altronde, il passo non sarebbe poi tanto lungo. La società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti alle pendici di Catanzaro, la veneta Enerambiente, tratta anche i rifiuti del napoletano. Da tre giorni è un via vai continuo di autoarticolati di ogni dimensione. Arrivano da tutta la Calabria. Complice il sequestro della discarica di Pianopoli nel lametino e la saturazione di quella di Rossano nel cosentino. Ma giungono tir anche da Melito di Porto Salvo, del reggino.
“E' una situazione che non mi convince. Non mi convince perché ci sono troppi camion. E non so se la discarica di Alli ha l’opportunità di smaltire tutti questi rifiuti. È una situazione intollerabile. Tutti hanno un orario di lavoro. Solo noi, no. Siamo anche delle persone. Non siamo delle bestie”. Si lamenta Saverio Pistoia, sindacalista della Cgil e operatore della società Schillacium, in fila per scaricare già da tre ore. “Andate a chiedere a quelli che stanno negli uffici in giacca e cravatta, sono loro che gestiscono tutto”, invita un suo collega lametino. Ci sono rifiuti che provengono anche da Napoli? chiediamo. “Non lo possiamo affermare con certezza. Ma non sappiamo, nello stesso tempo, nemmeno da dove arriva esattamente la spazzatura, dicono: dal resto della Calabria”. I tir con il doppio rimorchio di dove sono? “Di Lamezia Terme. È da un paio di giorni che la situazione è diventata intollerabile. E tutti dormono”. Quindi, prima la gestione dello smaltimento era più tranquilla? “Era critica, come sempre. Ma non come adesso. Perché è impossibile che uno arriva qui e deve aspettare cinque o sei ore per scaricare”. Ultimamente è stata ampliata, osserviamo. “Non lo so, io vedo solo una situazione che non mi convince”. E cosa viene smaltito attraverso il canale che raggiunge il fiume Alli? “Lei mi fa delle domande a cui non posso rispondere. Non posso sapere come funziona qui. Io sono solo un autista che da circa 20 anni fa questo lavoro”. “Ha mai visto scorrervi del percolato? insistiamo. “Diciamo che nel bene e nel male è stato sempre così”.
E, infatti, il percolato che scende giù nell'alveo del fiume Alli è facilmente riconoscibile, nonostante la pioggia battente della notte scorsa.