13 dicembre 2010

Giuseppina non è come Sarah e Yara

La mappa di Cropani Marina Da story

Giuseppina è morta di freddo e da sola. Aveva 81 anni. Si era allontanata lo scorso sabato sera dalla Casa di cura dove alloggiava e poi l’hanno ritrovata anchilosata per terra all’alba del giorno dopo. Poche le centinaia di metri che aveva percorso. Sufficienti per farle perdere l’orientamento. E rimanere lì distesa con i pochi indumenti che indossava per proteggersi dalla brezza invernale nelle ore notturne. Non ce l’ha fatta a resistere ed è deceduta. Il pm ha disposto l’autopsia. D’ufficio. Bisogna escludere ogni ipotesi.

La notizia si è guadagnata un piccolo rettangolo nelle paginette provinciali dei giornali locali. Non è una giovinetta. E' una donna anziana, con le rughe e i capelli bianchi. Giuseppina non è come Sarah. E quasi certamente non sarà nemmeno come Yara. La Sarah aveva 15 anni. La Yara 13. Lei, invece, come dicevamo, ben 81. E non c’è nessun mostro da cercare. Voleva solo farsi una passeggiata.
Grazie a Yara ci siamo liberati dei tre mesi di angoscia passati a causa di Sarah. Da mane a sera. Un feticcio devozionale. Yara è riuscita a sbarazzarsi di Sarah dall’oggi al domani. Sarà stata la somiglianza. E ne avremo ancora fino a Natale. O fino a quando non sarà ritrovata. Salvo poi provare a colmare anche il vuoto del tempo della scomparsa. Se il mostro non verrà rivelato lo si costruirà ugualmente, tanto è la voglia di riempirlo con qualcosa. Se verrà fuori in prossimità delle feste già i telegiornali sapranno come far passare le vacanze agli italiani. Da San Silvestro all’Epifania. Un palinsesto d’eccezione. Un giorno su di lei, un altro sugli aguzzini - se ci saranno – un altro sugli amici, un altro sui parenti, un altro sulla morbosità degli italiani – questo sarà alla fine di ogni settimana perché poi si ricomincerà da capo e non è giusto ricominciare senza dirle, le cose, e cioè che la storia sta diventando “morbosa”. Il riconoscerlo colmerà anche il vuoto della coscienza, per zittirla un attimo. Dunque, si ricomincerà da capo.
Una bella storia, soprattutto perché tragica, perfettamente pendant alla crisi di governo. Quasi a voler lasciare al telespettatore l’illusione che la crisi della politica non sia poi una cosa così importante se è possibile avere un mostro sottocasa o anche dentro casa. Un modo per propinare la crisi con la paura. È come il miele la paura: scivola meglio la campagna elettorale. Bruno Vespa si strofinerebbe le mani. Una sera dedicata a Berlusconi e un’altra a Yara. E poi, per non dimenticarla del tutto, come per ringraziarla della compagnia ormai consumata, anche una sulla rediviva Sarah. Dovere deontologico del giornalismo di Stato. Non è da quattro soldi. È pagato profumatamente. Si sente anche il lezzo dei cadaveri tanto è forte.
Giuseppina non è in grado di fare tutte queste cose. Era solo una vecchietta che voleva farsi una passeggiata. Aveva le rughe e i capelli bianchi. Non più velina. Non più bella. Non più un fisico da sacrificare. E nessun mostro da additare come causa di tutti i mali. Con Giuseppina si sbaglierebbe bersaglio. Magari, i mali si cercherebbero altrove.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Dottor Grimaldi la verità è che siamo noi telespettatori (purtroppo) a voler veder queste notizie in televisione è inutile che ci scandalizziamo quando vediamo tutto questo in tv
oramai queste spiacevoli notizie sono diventati i nuovi reality

domenico dragone segrate -milano ha detto...

Giuseppina è andata via senza neanche fare rumore, senza dare fastidio a nessuno, morta per il gelo, morta come un"clochard" si usano questi termini stranieri dicono che sono alla moda.
-chi è morto ?
- na vecchietta , se chiamava Giuseppinaaaaaaaaa, - era anche lei una " clochard"...
- e che cosa è ? na "" clochard"...
- e se vede che non vedi i programmi televisivi, non vedi porta a porta, non senti parlare del " bunga bunga"........ clochard,chiamano i barboni senza tetto , quelli che dormono dentro i cartoni.
vieni a vedere questa pagina di giornale, guarda sta foto, leggi per favore, cosa c'è scritto;
..... morto, anch’esso clochard, è stato ritrovato in un giaciglio realizzato alla bene e meglio davanti all’ingresso di un centro commerciale all’Olgiata, nella periferia nord. Si tratta in questo caso di un italiano di 70 anni abbastanza conosciuto nella zona. L’uomo era stato recentemente ricoverato in un centro di assistenza su segnalazione dei residenti, ma dopo qualche giorno, e volontariamente, si era allontanato e aveva fatto perdere le sue tracce.
...morto di freddo come Giuseppina.

Maurizio ha detto...

domenico dragone sinceramente non ho capito il senso del tuo commento!

Anonimo ha detto...

Giuseppina Grimaldi di anni 81 è morta.
Ci sono delle responsabilità oppure come si suol dire è solo il destino?
Vi racconto una storiella, che è veramente accaduta ed ha avuto tanti testimoni silenti.
Nonna Peppina, fino a ad un anno fa viveva con la figlia, sempre a Cropani Marina in Via Aurelia di fianco al Club Cafè, di tanto in tanto si rifugiava presso la sua abitazione a pochi passi dall'ambulatorio del dott. Gallucci.
Fino a quì un esistenza abbastanza tranquilla!
Però a partire da novembre 2009 il bar ex yogurteria, oggi club cafè si trasforma in un pub-discoteca-locale notturno nei week-end e nei festivi. Inizia così il calvario di nonna Peppina che ha finito di vivere un esistenza tranquilla, perchè il venerdì, sabato e domenica non può riposare ... Si inizia allora con i calmanti ed i sonniferi.
Le istituzioni locali (Comune e Forze dell'ordine) ne sono al correnti, la musica oltrepassa i limiti della tollerabilità e chi si permette di denunciare questo grave disagio viene etichettato come "esaurito".
Nonna Peppina, così non vuol più dormire a casa della figlia, la quale però non può abbandonarla al suo destino ... tenta invano di convincerla a restare a casa sua perchè una anziana non autosufficiente con amnesia non può vivere da sola.
Con molta amarezza i figli di nonna Giuseppina si vedono costretti al ricovero presso la Casa protetta Mons. Stanizzi.
Sono trascorsi solo pochi giorni dal soggiorno sofferto di nonna Peppina, e si giunge presto al tragico epilogo.
Nonna Peppina si allontana dalla struttura per rientrare a casa sua. Ma non ricorda bene la strada, si trova sola, smarrita, impaurita.
Mi chiedo ci sono delle responsabilità?
Perchè chi deve tutelare l'ordine e la quiete pubblica non ha fatto nulla e continua a non fare nulla?
Dov'era il personale della Casa protetta Mons. Stanizzi quando avrebbero dovuto vigilare sui cari che gli affidiamo?
Come e con quali mezzi sono intervenuti i Carabinieri e i vigili del fuoco la sera dell'11 dicembre scorso quando in un perimetro così limitato avrebbero potuto con più ostinazione ritrovare nonna Peppina ancora in vita.

domenico dragone segrate -milano ha detto...

mi dispiace se qualcuno non ha capito il mio commento, mi rattrista quello che è successo a questa signora, morire dal freddo, in questo periodo a Milano, come a Roma etc, tante persone muoiono per il freddo , anche oggi 15 dicembre al tg hanno dato la notizia che una donna è morta per il freddo. Giuseppina non era una clochard, era in cura, qualcuno doveva controllare.
eppure è morta come tanti altri dal freddo.....