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Nei Palazzi di Giustizia di Catanzaro, Procura e Tribunale, mancano gli uomini e i mezzi. Pm, giudici e benzina per muoversi, principalmente. Gli uffici sono pieni di carte che si accumulano. Le stanze, invece, non mancano, ci sono a iosa. Per spulciarle e amministrarla, la Giustizia, servono le risorse umane dicono tutti. Lo ha sostenuto recentemente anche il capo procuratore della Repubblica Vincenzo Lombardo. Ma, probabilmente, sono così tante, le carte, che i magazzini non bastano più. Ed ecco spuntare un progetto per la costruzione di un nuovo corpo al Palazzo dedicato al giudice morto ammazzato Francesco Ferlaino nel 1975. E un tunnel che sopraeleverà Viale Kennedy e che congiungerà indissolubilmente la Giustizia che accusa e quella che giudica. Le carte, in questo modo, si farà prima a portarle per ammucchiarle. Veloce veloce. E senza il pericolo di occhi indiscreti. Evidentemente lo Scaccomatto messo a segno da Giuseppe Gatto non è bastato per fornire di altre camere, di altri tavoli, la Giustizia di Catanzaro. Undici milioni e duecento mila euro, questo l’ammontare del finanziamento del ministero di Grazia e Giustizia e del Comune di Catanzaro. Con la stessa cifra avrebbero ripulito la provincia dalla criminalità, dalla ‘ndrangheta e dal lobbismo imperante con l’avvento di altri magistrati. Gli spiccioli sarebbero bastati anche per la benzina, in caso. In caso. Avrebbero fatto fioccare la legalità in tutta la regione. Niente di tutto questo. Il progetto esecutivo porta la firma del presidente di Confindustria, Giuseppe Gatto. L’impresa esecutrice è la sua, la Gatto costruzioni Spa, che poi ha ceduto i lavori alla Cooperativa costruzioni calabrese. La data di fine lavori prevista è il 20 luglio 2012. Al momento sono a pieno ritmo. Giuseppe Gatto, protagonista assoluto del Condominio dirimpettaio al Parlamento del Palazzo di Giustizia il nome da dargli lo aveva azzeccato: Scaccomatto. Eseguì i lavori senza il permesso a costruire e in un’area “giudicata instabile”, quella del costone del Musofalo. La Procura lo sequestrò. Ma poi il Tribunale della libertà di Aldagisa Rinardo lo dissequestrò. Scaccomatto in tre mosse. L’Aldagisa rilevò che “non può ipotizzarsi l’astratta configurabilità del reato per omessa comunicazione allo sportello unico. In merito – sostennero i giudici del Tdl – appare sufficiente evidenziare che lo sportello unico previsto dalla normativa (l’art. 93 del Testo unico) non risulta essere stato istituito presso il Comune di Catanzaro”. E sul Musofalo la Procura accusò che un terzo dell’edificio sarebbe stata realizzato a ridosso del costone. Di tutt’altro parere la Gatto Costruzioni che, grazie alla perizia dell’ing. Salvatore Saccà, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Catanzaro, sostenne “la piena e chiara rispondenza del fabbricato alle disposizione di legge in materia urbanistica, edilizia e sismica”. Il Re fu fatto salvo. Quello di Gatto. Mangiato, invece, quello della Procura, grazie alla Libertà dello stesso Tribunale. Oggi, il cappotto con il Tunnel, senza possibilità di rivincita. Nessuna inchiesta. Solo un mare di soldi per costruire. Un pugno nell’occhio degli esteti, anche di quelli principianti. Un mare di soldi che sarebbe potuto servire per farla funzionare una buona volta la Giustizia di Catanzaro. Troppe, d’altro canto, le carte ancora da ammucchiare. Anche il glorioso Stocco, Francesco Stocco, il generale Francesco Stocco al comando di Giuseppe Garibaldi durante la Spedizione dei Mille, gli volta le spalle. La statua, sita nell’omonima piazza di Catanzaro, l’hanno recentemente addobbata con una più decorosa aiuola a forma di chiocciola, ma a girarla manco a parlarne. Dà il di dietro a chi entra a Catanzaro e al Tribunale del capoluogo. Si sente più a suo agio così. Anzi, sembra che se ne voglia andare a gambe levate. E ancora non hanno avuto il coraggio di informarlo sui nuovi vicini. |
La statua di Francesco Stocco. Alle spalle la gru per i nuovi lavori al Tribunale Da story |
4 commenti:
Il problema sta a monte.
Invece di costruire un nuovo palazzo di giustizia a via Argento, sottodimensionato, scomodo e privo di parcheggi (nella nuova ala dovrebbero realizzare aule di udienza, oggi carenti), qualche anno fa avrebbero dovuto progettare unavera e propria cittadella della giustizia a Germaneto (quindi facilmente raggiungibile da CZ centro e altre città). Un'area dove ubicare: Tribunale, Corte di Appello, TAR, Tribunale dei minori e Giudice di Pace.
Tutti insieme e non sparsi come sono ora tra: via Argento, piazza Matteotti, via Daniele, via Pugliese e zona Stadio.
Nel vecchio palazzo di giustizia, oggi sede della corte di appello e della procura generale della repubblica, sarebbe potuta rimanere solo quest'ultima, laddove non si fosse sentita la necessità di trasferire anch'essa.
Sarebbe costato di meno o comunque si sarebbe dimostrato un investimento più razionale e proficuo.
Domenico E.
il gatto algoritmo ha miagolato ed il gatto con gli stivali si è precipitato. Il gatto dei libri assieme al gatto togato e cementato hanno cenato. Il gatto tricolore assieme al gatto del vento ed il gatto con la divisa hanno inciuciato. Tu sei gatto, volpe o topo?in tempo di crisi la volpe si magna anche i gatti...sei gatto?attento alla volpe!
a Catanzaro tutto si può fare, i corrotti non mancano.
e poi dicono che non arrivano soldi al Sud.
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