Il Museo di antropologia
criminale Cesare Lombroso accoglierà le spoglie di Silvio Berlusconi. Quando
morirà, dopo un’attenta e scrupolosa autopsia, sarà solennemente esposto ai
visitatori. Al cranio, in particolare, sarà riservata tutta una stanza nell’androne
di ingresso. Non vi è dubbio che, tra delinquenti, negri, donne e meridionali,
sarà la reliquia più prestigiosa tra tutte quelle presenti nel Santuario del
crimine.
Secondo recentissimi studi, ancora non diffusi per ragion di Stato,
sembra che la personalità del leader del Partito delle Libertà, incline alla
corruzione, alla concussione e alla prostituzione minorile, sia dovuta ad una
precisa malformazione tra la regione occipitale e quella temporale nella zona
posteriore della testa. Più che una malformazione si tratterebbe verosimilmente
di una botta, che avrebbe ricevuto da piccolo quando era ancora in fasce dal
vicino di casa che mal sopportava i suoi inspiegabili lamenti. La percossa ebbe
immediati riscontri. Il bambino non pianse più, ma con il tempo maturò una
crescente insofferenza verso il prossimo. Da qui la sua naturale
predisposizione a delinquere. I discepoli di Marco Ezechia Lombroso stanno
lavorando alacremente e senza soluzione di continuità in vista del grande
giorno. La recente condanna a sette anni di carcere inflittagli dal Tribunale
di Milano li ha allarmati. Temono di non
farcela a causa della depressione che potrebbe accorciargli il lasso di
tempo che ancora gli rimane da vivere.
Solo allora, secondo
indiscrezioni vociferate nei passaggi sotterranei dell’Università di Torino
dove di norma si danno ritrovo, i dirigenti del Museo decideranno di restituire
il cranio di Giuseppe Villella al Comune di Motta Santa Lucia che gli diede i
natali. La fossetta occipitale mediana - che vide Cesare Lombroso sul cranio
del presunto brigatista calabrese poeticamente descritta in questi versi: “Alla
vista di quella fossetta mi apparve d'un tratto come una larga pianura sotto un
infinito orizzonte, illuminato il problema della natura del delinquente, che
doveva riprodurre ai nostri tempi i caratteri dell'uomo primitivo giù giù fino
ai carnivori - apparirebbe ben poca cosa rispetto alla botta sulla testa del più volte primo
ministro italiano. Non sarebbe una larga pianura, bensì una lussureggiante
montagna sotto una galassia di stelle e pianeti mai visti e nemmeno
lontanamente sognati da uomo alcuno, neanche dal fondatore della scienza
moderna: Galileo Galilei.
Così è se vi pare.
3 commenti:
Così, Pino Aprile commenta dal proprio profilo Facebook: cari prof dell’università: quell’osso è un segno di una dignità offesa e di un’offesa che non è più accettata. Lo rivogliamo, per rimettere a posto qualcosa che ci fa ancora male e che la vostra resistenza spinge a ritenere incredibilmente viva dopo un secolo e mezzo. Non penso sia così (a parte uno due casi… noti), ma il vostro comportamento autorizza a ritenerlo. Serve solo a ritardare qualcosa che avverrà, che si potrebbe far bene prima, invece che male e a forza, dopo.
Grande EMILIO,
questo articolo mi ha fatto molto piacere leggerlo.Bravissimo!
Daniele
L'articolo letto è semplicemente VOMITEVOLE.
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