Da sinistra: Sergio Abramo, Domenico Tallini, Wanda Ferro e Piero Aiello
La
Catanzaro che descrive il pubblico ministero Gerardo Dominijanni è una città storta. Non è vero che è così. Non
è vero che per fare una carta d’identità basta una fellatio senza involucro. Che
gli appalti gli amministratori li danno agli amici. Che i vigili fanno multe
vere a certi cittadini e multe fasulle a certi altri. Che il tenente colonello
si mette a disposizione dell’assessore regionale per controllare le macchine
dei manifestanti che vanno a Roma per sostenere che Silvio c’è. Che la città di
Catanzaro poteva essere più sicura con l’ausilio dei servizi segreti israeliani.
Dominijanni non va bene per il capoluogo della Regione Calabria. Se ne deve andare. Fa sogni strani. È uno che quando ha aperto l’inchiesta sulla compravendita di voti nelle ultime elezioni del 2012, che hanno promosso Sergio Abramo sindaco per l’ennesimo volta in una manciata di anni, aveva dormito male. E, giunto al Palazzo di Giustizia morto di sonno, si è inventato storie assurde.
Dominijanni non va bene per il capoluogo della Regione Calabria. Se ne deve andare. Fa sogni strani. È uno che quando ha aperto l’inchiesta sulla compravendita di voti nelle ultime elezioni del 2012, che hanno promosso Sergio Abramo sindaco per l’ennesimo volta in una manciata di anni, aveva dormito male. E, giunto al Palazzo di Giustizia morto di sonno, si è inventato storie assurde.
Perché Massimo Lomonaco non è solo assessore al Personale ma è stato
promosso sul campo anche come assessore ai Servizi sociali. Si è accontentato
di un “bacio” per sbrogliare la difficilissima procedura di rilascio della
carta d’identità ad una ragazza di origine creola, che di nome fa Cristina e che ha fatto tanto bene a
Catanzaro. E anche a lui, ma solo come giusto premio per il duro lavoro svolto. La spagnola ha dato
tanta passione alla città. Mentre sono state le mogli dei fortunati a
spettegolare perché, non potendo dare più cattivo esempio, si sono sentite come
Gesù nel tempio inveendo contro chi avrebbe più clienti di un consorzio
alimentare.
Perché gli assessori Massimo Lomonaco e Stefania Lo Giudice, dando gli appalti
agli amici, hanno fatto risparmiare un sacco di soldi al Comune accorciando le
lungaggini burocratiche dei lavori pubblici. Che costano. Massimo e Stefania vedono
il Palazzo de Nobili come casa loro. E lo usano in economia domestica. Come la
massaia di una volta. Quando la politica si faceva davvero. Con vera passione,
quasi come Cristina.
Perché i vigili e il loro capo, tenente
colonello Salvatore Tarantino, sono davvero
sempre a disposizione dei cittadini e di Mimmo Tallini. E che le multe false
servono ai cittadini normali a capire che la Legge è uguale per tutti. Ma anche
- questo è il vero ago della bilancia - che non tutti sono uguali. Perché
Silvio c’è anche per i poveri cristi che si sono fatti un viaggio di sei ore
per vederlo che c’è. Che non è morto. Che è vivo e vegeto. Ed era giusto che
una volta tornati non incorressero nell’amara sorpresa della loro macchina
rotta. Sarebbe stato un sogno infranto. Quello di vedere Silvio vivo e poi
tornare a casa e maledire Tallini che gli ha pagato il viaggio sì, ma senza
preoccuparsi di controllare loro il mezzo di trasporto personale.
Perché Sergio Abramo è amico e fan degli israeliani e dei palestinesi. Perché
nei suoi anni giovanili ha manifestato sia al fianco di Arafat che alle spalle
di Sharon prendendo il meglio dell’uno e il peggio dell’altro. E viceversa. Le immagini registrate in Safe City sarebbero servite agli israeliani per stanare i palestinesi. E ai palestinesi
per indicare i veri furbetti del quartierino. Li avrebbe avuti entrambi in
pugno sventando l’ennesimo attacco terroristico e una nuova guerra nel
Mediterraneo. Punto.
Lo Monaco di Monta, per gentile concessione di Sergio Gambino
1 commento:
Catanzaro nel bene e nel male.
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