A destra la villa del sindaco Nicola Tenuta in via Niccolò Copernico. A sinistra la montagna di terra estratta dagli operai della SoRiCal per risalire alla condotta idrica comunale
Estate e acqua, un binomio difficile da condividere nelle
zone costiere, figuriamoci in Sila! Ad Acri, cittadina della provincia di
Cosenza, l’Amministrazione comunale sta cercando di ovviare alle criticità. La Polizia
municipale, avverte il suo portavoce, minaccia di effettuare controlli “tesi ad
individuare eventuali allacci abusivi ed utilizzi impropri”. Sotto la lente d’ingrandimento
dei vigili, governati dal sindaco Nicola Tenuta, vi sarebbe “l’utilizzo
illegittimo dell’acqua bene comune.”
Al tal proposito, che fine ha fatto il tubo della SoRiCal
posizionato proprio sotto la villa del primo cittadino in via Niccolò
Copernico?
Era il 9 novembre 2014 quando tutte le frazioni servite dalla
condotta della Società di Risorse idriche calabresi (San Benedetto, Sant’Angelo,
Duglia, Vallone Cupo, Ordichetto, Settarie, Macchia di Baffa, Sorbo e San
Giacomo: circa diecimila cittadini) rimasero senz’acqua per parecchi giorni. Intervennero
gli operai della società mista e vi trovarono, con enorme sorpresa, nella parte
antistante la costruenda villa del sindaco, una montagna di terra di riporto che
copriva la condotta. Un’evenienza che avrebbe causato la rottura, stando ai
primi accertamenti della società.
Sulle prime, la SoRiCal e il sindaco Tenuta si
scambiarono accuse reciproche sulla reale distanza di rispetto da osservare dalla
condotta. Accuse che poi morirono nel silenzio istituzionale tra il Comune e il
carrozzone dell'attuale liquidatore Luigi Incarnato.
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