Ciao a tutti,
ed eccoci di nuovo. Riapro il mio
blog: l’Url di emilio grimaldi.
Durante il periodo sabbatico ne avevo aperto un altro: Salām. E ora ne ho due: il primo di cronaca a 360 gradi, che mette
in risalto per un certo periodo: dal 2009 al 2016, le notizie verificatesi
principalmente nel comprensorio catanzarese; il secondo, più pacifico, con
favole, poesie e post scritti a mo’ di rap, che mi ha consentito di virare la
mia attenzione, dal giornalismo puro a pagine di aspirante letteratura.
Tuttavia, è possibile trovare nell’Url qualche post più propriamente
dell’altro, e anche il contrario.
Dunque, è di nuovo pubblico. Le
ragioni che mi hanno spinto ad oscurarlo prendono corpo e anima da diversi
procedimenti giudiziari che mi hanno visto e mi vedono (per quelli ancora
pendenti) come imputato per il reato di diffamazione ed a richieste di
risarcimento in sede civile per diverse centinaia di migliaia di Euro.
Su circa trenta denunce ricevute
(per lo più da sindaci, magistrati e affini) nel corso di questi dieci e
lunghissimi anni (la maggior parte archiviate) almeno tre invece mi hanno
tagliate le gambe e anche le mani. Cioè, nel gennaio 2017 (quando decisi di renderlo privato, cioè visibile solo all'amministratore: a me medesimo) mi accorsi
di non avere più gli strumenti per scrivere. E feci l’unica cosa ragionevole da
fare per evitare che mi amputassero ancora.
Dei tre procedimenti giudiziari
(che poi nel frattempo: nonostante l’oscuramento, sono arrivati a cinque) tre
stanno andando ancora avanti, dal Tribunale di Catanzaro a
Salerno (attese le azioni giudiziarie intraprese nei miei confronti da magistrati e pertanto lo spostamento di competenza presso il Tribunale della
città campana). Mentre per uno sono stato condannato in primo e in secondo
grado.
Per ragioni di opportunità
continuerò a tenere nascosti questi post e quelli che potenzialmente potrebbero
essere suscettibili di attenzione giudiziaria. E anche altri, dignitosamente
richiestomi dai diretti interessati. Perché la verità a volte non c’è bisogno
di sbandierarla, basta sussurrarla.
Ora perché riaprire? Perché il
peggio è passato. E poi perché lo devo a voi lettori. Il mio caleidoscopio
contiene notizie e spaccati di vita che ormai fanno parte della storia locale.
Tanti contesti ora godono di una luce nuova. Mentre tanti altri ancora soffrono
le medesime illegalità. E dunque il confronto con il recente passato ci può
aiutare ad avere una visione delle cose più ampia e più personalizzata.
In questi anni di quarantena
forzata mi sento di ringraziare i miei avvocati Vincenzo Conforti, Giuseppe Andrea
Ferraro e Debora Veloce che con onestà intellettuale, professionalità e
pazienza (non è facile individuare per difendere situazioni di lesa maestà
considerato il linguaggio: a volte lucido, a volte ironico, a volte capzioso)
mi hanno accompagnato nelle aule di tribunale e davanti ai giudici hanno
sfoderato le mie ragioni di verità e le mie ragioni di passione sempre per la
verità. Mi hanno tirato su dopo una condanna, hanno sorriso con me dopo un’assoluzione
e mi hanno sempre incoraggiato a non abbandonare mai la fiducia nella giustizia
e nella legalità.
Mi sento di ringraziare Iacchité perché nell'indifferenza
generale non si è mai dimenticato di alcune questioni di cui mi ero occupato
citando sempre rispettosamente la fonte. E qualche altro collega che
nell'inserire le mie foto (molte delle quali ormai si trovano nel limbo di
internet, dove tutto è di tutti e dove pochi si chiedono chi, dove e perché) agli
articoli si sono ricordati di chiedermi il consenso.
Ora a voi, cari lettori.
Vi restituisco quanto promesso.
Lo faccio per voi. Perché possiate
trovare contenuti per arricchire l’informazione odierna.
E lo faccio anche per me. Non si
può buttare via l’acqua sporca con il bambino dentro. Il bambino lo salviamo e
l’acqua sporca la nascondiamo in cantina. È bene tenere a mente gli errori per
non rifarli.
Il vostro emilio
Nessun commento:
Posta un commento