3 giugno 2010

Don Rafele Adamo

Nicola Adamo, consigliere regionale della Calabria. All'epoca dei fatti assessore alle Attività Produttive

Rafele, senza “don”. Solo “Rafele”. È lo pseudonimo di Nicola Adamo, ex assessore regionale alle Attività produttive, con cui Giancarlo D’Agni, suo alter ego nelle faccende eoliche, parlava di lui ai suoi interlocutori al telefono. Ne sono convinti gli inquirenti che stanno facendo luce su una presunta maxitangente di due milioni e quattro cento mila euro in vista della realizzazione di un parco eolico a Isola Capo Rizzuto. Lo riferisce il giornalista Paolo Orofino, lo stesso che l’ex assessore ha querelato per “l’infamate campagna denigratoria” che avrebbero ripreso a fare lui e il Quotidiano della Calabria.
Il 20 per cento, questa la quota che spettava a “Rafele”, secondo le dichiarazioni di un super testimone, ritenuto attendibile dai magistrati. Esattamente la metà della proprietà di Giancarlo D’Agni - cioè il suo gruzzolo se lo spartiva con l’uomo del Pd - di alcune società attraverso le quali sarebbero passati i soldi per lavarli e lustrarli a dovere al fine di depistare eventuali indagini. Il motivo dello pseudonimo? Perché “per telefono non si dicono alcune cose”, lo spiega lo stesso testimone ai magistrati. Queste “alcune cose” verterebbero sulla trattativa per modificare ad hoc la bozza del Piano eolico regionale, approvato da lì a poco, eliminando le restrizioni delle zone Zps (a protezione speciale) che vede coinvolti politici del rango di Agazio Loiero, ex presidente della Regione Calabria, Diego Tommasi, ex assessore all’Ambiente, oltre che, ovviamente, l'ex assessore alle Attività produttive, e imprenditori in contatto con il mondo del pallone, esattamente con il Cosenza calcio. E che sarebbero anche alla base del suo fallimento negli anni scorsi.

IL VERBALE della deposizione del testimone
PM: abbiamo fatto una domanda precisa
TESTIMONE: ed appunto se c'è, anche, a me a me, piace farlo perché questo, perché adesso vi dico come veniva chiamato Nicola Adamo: Rafele
PM: perché Rafele
TESTIMONE: quindi ha chiamato Rafele non ha chiamato Nicola Adamo, ha chiamato Rafele..
PM: e Lei lo sapeva che lo chiamavano Raffaele?
TESTIMONE: ma io c'ero,
PM: e Lei lo sapeva?
TESTINONE: lo sapevo
PM: perché, perché lo sapeva
TESTIMONE: e perché per telefono non si dicono alcune cose! Che cosa non lo so
PM: glielo aveva spiegato, ho chiesto, glielo aveva spiegato, glielo aveva spiegato che quando parlava con Raffaele in realtà parlava con Nicola Adamo?
TESTIMONE: si, si, altrimenti non ve l'avrei detto, però che si dicevano non lo so!
PM: si, si no
TESTIMONE: ha chiamato Rafele…
PM:questo meccanismo, D'Agni che Raffaele voleva dire Nicola
TESTIMONE: si…si…
PM: l'aveva detto a Lei?
TESTIMONE: e si lo sapevamo tutti…
PM: tutti lo sapevate?
TESTIMONE: solo (omissis) diceva Nicola Adamo e poi ogni tanto si incazzava Giancarlo …ogni tanto.

3 commenti:

michino ha detto...

Baciamo le mani Don Rafele...è così che di solito
si rivolgeva alla presenza di un Don...qualcuno sotto false spoglie ha modificato a proprio piacere il Don..mi ricordo di Don Abbondio, del Don.....del paese ( prete ) mi ricorda un'articolo sempre di questo giornalista ..
http://emiliogrimaldi.blogspot.com/2009/02/questo-matrimonio-non-sha-da-fare.html
un bel metodo di fare uso improprio del Don.
Poi mi viene in mente un Don Don Don Don Ciccio
ma quella è un'altra storia.

frengo ha detto...

Non si può fare nulla. Adamo è calabrese e ha un marcia in più x l'imbroglio: è cosentino! E' SPIERTU!!!!! E pure ladro, forse......

Anonimo ha detto...

da elettricista analfabeta a presidente di una società di riscossione tributi la Sogefil con un capitale sociale di 10 MILIONI DI €
La Sogefil tra l'altro compare spesso sui giornali per i rapporti alquanto difficili con i Comuni clienti che non riescono a riavere l'incasso dei tributi affidatigli
e ahimè non se la passano meglio i dipendenti della Sogefil che ad oggi vantano 5 mensilità arretrate
tolgono ai cittadini per ripagare Don Rafele