C’è uno scarico fognario abusivo? Interviene l’Arpacal. Con tanto di apparecchi, tute per prelievi e quant’altro. Uno si aspetta che dica qualcosa. Che faccia sapere cosa contiene chimicamente quel liquame. Se c’è più cacca o detersivi, per esempio. Cioè tutti lo sanno, ma uno se lo aspetta dall’Arpacal, dato che costa alla Regione fior fior di quattrini. E, invece, niente. Non fa sapere nulla. C’è da rilevare le onde elettromagnetiche di un Radar della Marina Militare. Il silenzio. Silenziosa è l’Arpacal. Sembra anch’essa un’onda elettromagnetica. C’è da rilevare il percolato di una discarica? Interviene, non è che non interviene. Ma poi la quiete caratterizza il suo status. È lo stesso del Tuttu a postu. L’atteggiamento stilizzato di chi non vuole far sapere le cose perché farebbero male. La filosofia dell’occhio che non vede, cuore che non duole.
Si legge sul sito che è “Ente strumentale della Regione Calabria dotato di personalità giuridica pubblica, istituito con la Legge Regionale n.20 del 1999 che ne disciplina funzioni, compiti e attività”. E che “opera al servizio delle istituzioni e di tutti i cittadini mettendoli in grado di adottare, anche nella quotidianità, comportamenti consapevoli ed ecologicamente sostenibili”. Non solo, ma “svolge funzioni tecniche per la tutela, il controllo, il recupero dell'ambiente, per la prevenzione e promozione della salute collettiva e per i controlli ambientali; svolge inoltre attività di supporto e di consulenza tecnico-scientifica necessarie ad Enti Locali e Aziende Sanitarie per lo svolgimento dei compiti loro attribuiti dalla legislazione nel campo della prevenzione e della tutela ambientale”.
Quando la Capitaneria di Porto di Crotone relazionò sul depuratore di Botricello mandò, per competenza, i campionamenti all’Arpacal. Quando il canale Chiaro di Sellia Marina, che sfocia nel mare, divenne nero per le fogne, in più occasioni e in più anni, intervenne sempre l’Arpacal. Quando il percolato della discarica di Alli di Catanzaro raggiunse il fiume arrivarono come dei giustizieri, quelli dell’Arpacal. Quando venne denunciato l'essere funzionante del Radar di Sellia Marina, sapete chi venne investita? Ma lei, l’Agenzia che svolge attività di consulenza tecnico-scientifica per gli Enti locali. E non disse niente, nonostante non viene ancora rispettato nemmeno il limite dei cento metri di distanza dal Radar quando un esperto di elettromagnetismo, Giancarlo Spadanuda, ne sconsiglia l’accostamento fino ad un raggio addirittura di sei chilometri. Alla Seteco, che fuma di rifiuti, anche non autorizzati, da quattro anni a questa parte, vennero sempre loro, quelli che svolgono attività di prevenzione e promozione della salute collettiva. Cioè, sono almeno quattro anni che quelli del posto e quelli che attraversano la strada statale 280, si respirano questi veleni e l’Arpacal non ha alzato mai un dito per dire cosa fare e cosa non fare per prevenire e promuovere la salute collettiva.
Ora Scopelliti si è deciso a trasformarla in un’azienda. Non può annullarla del tutto. Probabilmente dentro ci sono uomini piazzati lì da quelli dell’opposizione e della vecchia amministrazione regionale. Probabilmente. E forse ci vuole mettere i suoi. Oppure, ci vuole mettere finalmente persone, oltre che competenti, anche volenterose a lavorare. Forse. Fusse che fusse la vorta bona.
4 commenti:
speriamo che fusse veramente la vorta bona, grazie
Emilio per le informazioni.
l'arpacal ha fatto come le tre scimmiette sul comò sarebbe ora che sparisse del tutto perché è servita solo a trovare posti di lavoro come solo in calabria si riesce a fare a buon intenditore poche parole!francesca
REGIONE, RITIRATO L'EMENDAMENTO
PER TRASFORMAZIONE ARPACAL
05/08/2010 Il Consiglio regionale, nella seduta conclusasi nella tarda serata di ieri, ha ritirato dall’esame un articolo del collegato con cui si modificava la ragione giuridica e la sua trasformazione sociale da agenzia ad azienda, dell’Arpacal.
...u nè a vorta bona
sarebbe stato troppo bello vedere che anche in calabria esiste chi vuole eliminare i rami secchi e nocivi. francesca
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