Ben trecentomila assegni scoperti … ed il dato si riferisce solo al primo semestre di quest’anno. Gli assegni "cabrio", così come vengono comunemente denominati, hanno oramai raggiunto il valore di ben 1.600 milioni di euro. Si tratta di una cifra spaventosa ed in costante crescita (circa il 13 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Ma ciò che più preoccupa il Codacons è che oltre la metà di questi assegni a vuoto siano stati emessi da famiglie, che non riescono ad arrivare alla fine del mese. L’assegno scoperto emesso da un capofamiglia è il più inequivocabile segnale della crisi in atto, che manda in tilt scadenze, rate, pagamenti da rispettare. E così, in stretta correlazione con l’aumento degli assegni scoperti, raddoppia ovviamente il numero dei cittadini che chiede informazioni sulla propria situazione dopo un finanziamento negato. I calabresi non sfuggono, purtroppo, a questa drammatica situazione, anzi. “Quest’ultimo anno – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – abbiamo riscontrato un vertiginoso aumento dei cittadini che segnalano problemi nell'ottenere un finanziamento. Bastano appena due rate saltate (ed a volte anche meno) ovvero pagate in ritardo – prosegue Di Lieto – affinché le società di credito al consumo e gli istituti di credito provvedano a segnalare il cliente alle centrali rischi dei cattivi pagatori. Così inizia il calvario, infatti la segnalazione preclude la possibilità di ottenere nuovi finanziamenti e, per ottenere la cancellazione, poi, servono almeno due anni. “Negli ultimi anni le società di credito al consumo hanno spinto moltissime famiglie ad indebitarsi ben oltre le loro possibilità – afferma Di Lieto – e il risultato è sotto i nostri occhi. Come dimenticare le martellanti campagne pubblicitarie del tipo “prendi oggi e paghi tra un anno”. Ora non si riesce ad onorare puntualmente le rate e si finisce nel libro nero e così, pur di sopravvivere, si emettono assegni post-datati o, peggio ancora, scoperti”. Il Codacons sollecita un incontro con i prefetti calabresi affinché si imponga alle società erogatrici del credito un deciso cambiamento di rotta. “Non è più possibile consentire l’iscrizione nelle liste nere per semplici ritardi nei pagamenti o per sporadiche rate non pagate e conseguenti momentanee difficoltà. Continuando con questo modus operandi – conclude Di Lieto – lo strumento della segnalazione finisce per costituire il principale ostacolo per consentire alle famiglie di onorare i propri debiti”.
3 commenti:
caro Emilio perchè non dire che le banche diventano più ricche con i nostri soldi.......
perchè non dire che tutte le banche si stanno buttando sulla finanza usando i soldi che sono stati versati nelle loro casse dalle banche centrali e dagli stati per evitare che fallissero e bloccassero l'economia mondiale.....
salvataggio con soldi pubblici e tassi zero.....
per il semplice cittadino scatta subito la mora e pignoramento...che dire della pubblicità ingannevole ben descritta da Francesco DiLieto.
.l'importante è comprare a poi pagherò....e la frittata è fatta per il povero cittadino.
Sono un imprenditore che per sfortuna ha avuto l'iscrizione a sofferenza da parte di una banca e da allora mi hanno messo in ginocchio. Avevo un' azienda con circa 50 dipendenti ed un volume d'affari di circa 9.000.000,00 mi hanno distrutto. L'iscrizione a sofferenza è stata fatta senza rispettare quelle che sono le regole e per un importo di 22.000,00 pagatto regolarmente dopo aver saputo di detta iscrizione. Non è una legge giusta bisogna riformarla in quanto che capita in queste maglie è rovinato per tutta la vita. Neanche alla famiglia danno più credito l'unica alternativa purtroppo è morire. Bisogna che intevenia a far modificare questa legge e tutte le altre emanate a fare di tutti gli istituti di credito. La mia e.mail è la seguente santo.marino@infinito.it
caro Emilio purtroppo l’attuale normativa è molto ambigua e finisce per generare i drammi che ci segnala l'imprenditore strozzato dalle banche.
Alle società che erogano credito, in sostanza, è demandata una valutazione circa la capacità di un soggetto di adempiere alle proprie esposizioni.
Così accade che una finanziaria (o una banca) proceda a segnalazione (senza preavviso) anche in presenza di una sola rata non pagata, sostenendo che se non riesce a pagare una singola rata di poche decine di euro, evidentemente la capacità di adempiere è gravemente menomata.
Ora, se non si mette fine a questo circolo vizioso, che troppo spesso sfocia nell'usura, le piccole imprese (ovviamente quelle senza santi in paradiso o truffaldine) rischiano di fallire, con gravissime ripercussioni anche sotto l’aspetto occupazionale.
Per non parlare delle famiglie, che non possono neppure fallire !
Sarebbe un primo segnale di attenzione imporre un preavviso con un termine non inferiore di almeno 15 giorni, e prevedere che le rate non pagate siano almeno 6.
Per riuscire abbiamo bisogno di creare un nutrito fronte contro questi abusi.
E’ dura, certo, ma non possiamo stare zitti e renderci complici di questi comportamenti.
Ricordi come qualche anno addietro si era in pochi a denunciare i furti per le commissioni di massimo scoperto ed ancor prima le illegittime capitalizzazioni trimestrale degli interessi passivi.
Grazie
francesco di lieto
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