23 febbraio 2010

Gimigliano come Maierato?

Una delle frane che ha colpito il paese di Gimigliano











A Gimigliano le frane non si contano più. Almeno una trentina, durante i giorni di pioggia infernale della settimana scorsa. A Gimigliano non si contano più nemmeno gli smottamenti. La strada provinciale e i muri di contenimento sono segnati dalle crepe. A Gimigliano il rischio maggiore è una nuova Maierato.
Di fronte al centro abitato c’è la montagna “Marra”, dove fino agli anni cinquanta del secolo scorso la Montecatini estraeva la pirite. Proprio come l’altura vibonese è traforata da anfratti che potrebbero dare man forte a un presumibile sgonfiamento fino alla valle del Corace. E come se non bastasse a meno di un chilometro, a monte, stanno costruendo la megadiga del Melito, di 15 milioni di metri cubi e di 108 metri d’altezza. “I tecnici stanno lavorando”, rassicurano dal Comune. “Sembra che il pericolo sia rientrato. Già da domani iniziano i lavori per rimettere in sicurezza la strada di Gimigliano Inferiore”, informa il vicesindaco, Francesco Sirianni. E la miniera chiediamo? Sembra che i geologi, almeno fino a questo momento, non l’abbiano presa nemmeno in considerazione.
Durante i giorni della pioggia battente che ha messo in ginocchio l’intera Calabria il primo cittadino, Massimo Chiarella, ha emesso dodici ordinanze. Sette di chiusura delle strade. E cinque di sgombero di fabbricati, che hanno interessato quindici famiglie e tre esercizi commerciali. Danni ingenti, sul piano della sicurezza degli edifici e delle vie di comunicazione, sono stati registrati nelle frazioni di Patia, Corvino, Canovà, e a Gimigliano Inferiore, la parte bassa del paese. Ferma la ferrovia. Anche il ponte sul Corace è stato chiuso. Delle frane stanno minando la resistenza dei piloni laterali del viadotto.
Solidarietà alla popolazione è stata manifestata da tutti gli organi sovracomunali. Ma il vicesindaco si lamenta: “Non abbiamo visto nemmeno un euro dalla Regione Calabria. Perché i dieci mila operai forestali, oggi mandati in cassa integrazione, - chiede - non vengono impiegati nella manutenzione delle strade? E’ da lì che partono le prime avvisaglie dei pericoli. L’acqua che non viene incanalata nei passaggi previsti poi va a finire da un’altra parte. A generare situazioni di rischio per l’incolumità dei cittadini”. Un appello, il suo, fatto anche per le vie brevi all’Assessorato di riferimento. Ma pare che non sia possibile, gli hanno riferito.
E mentre si cerca di contenere le rovine subite dalla pioggia torrenziale la montagna Marra sembra assistere impaziente. Anche i lavori alla diga vanno a pieno ritmo. “Finalmente! dopo 33 anni di fermo”, è stato detto.

Sopra il ponte sul fiume Corace
Sotto la strada che porta a Gimigliano Inferiore

3 commenti:

domenico ha detto...

in tutti questi anni le amministrazioni e gli organi competenti cosa hanno fatto per salvaguardare il territorio, perchè non impiegare gli uomini della forestale? se sono già in cassa integrazione basterebbe fargli integrare qualcosa e che ritornino a lavorare.

luca ha detto...

Ci sono più ponti a Catanzaro che sulla Salerno Reggio.
E non sanno costruire muri di contenimento x le frane...
bravo Emilio.

grazia ha detto...

basterebbe lasciare i muri di contenimento preesistenti,messi in opera da avi che avevano rispetto per l'ambiente e per l'uomo! oggi si progettano mega ponti assurdi e inutili e non si riesce ad arginare e contenere un fiume in piena>?? mi piace il tuo articolo,ciao emilio!.....