Da sinistra: Bruno Colosimo, Giovanni Camastra, Paolo Abramo, Emilio Grimaldi, Roberto Talarico, Walter Placida, Paolino Altilia e Francesca Monterossi
Un tavolo tecnico, entro i prossimi dieci giorni. Attorno al quale si siederanno i sindaci di Sellia Marina, Cropani, Botricello e Belcastro, i dirigenti dell’Anas e una rappresentanza del Comitato “Tommaso Monterossi”. Questo l’impegno assunto dagli organi istituzionali a margine dell’incontro per la sicurezza della statale 106. Un incontro durante il quale si è parlato di sicurezza e di prevenzione. Di incolumità pubblica. Di morti. Una media di tre all’anno solo nel tratto di 25 chilometri che da Sellia Marina raggiunge Belcastro. Un tracciato sul quale l’Anas, da una parte, e i Comuni dall’altro hanno dichiarato di “tenere a cuore”. Ma, certamente, non basta. “Fa più morti della mafia”, ha gridato Paolino Altilia. “Il mio impegno non mi restituirà mio fratello, lo faccio per tutti noi. Perché non si verifichino più”, ha dichiarato Francesca Monterossi, sorella di Tommaso, il giovane che ha perso la vita il 28 marzo scorso al km numero 206 + 500 di Cropani sulla 106.
Hanno partecipato Walter Placida, vicesindaco di Sellia Marina, Giovanni Camastra, sindaco di Botricello, Bruno Colosimo, di Cropani, Ivan Ciacci, di Belcastro, Santino Bubbo, di Petronà, Roberto Talarico, del Comune di Catanzaro e del movimento “Catanzaro nel cuore”, Paolo Abramo, presidente della Camera di Commercio, la dirigente Tripodi, dell’Anas, e una delegazione di carabinieri accompagnata da Alberto Pigozzo, capitano della Compagnia di Sellia Marina.
Si è parlato, innanzitutto, di illuminazione. Statisticamente sono proprio i tracciati dove manca che contano più incidente e più vittime. Di spartitraffico. Di dossi. Di segnalatori della velocità. Di semafori. Di rotatorie. E di conurbazione fra i paesi per un intervento organico sulla sicurezza e sulla prevenzione.
I dirigenti dell’Anas hanno evidenziato le diverse competenze dei tracciati, se urbani, dipendenti dai Comuni, ma sono stati investiti della necessità di illuminare il percorso di quattro chilometri che da Simeri Crichi raggiunge il territorio di Sellia Marina completamente al buio. Fuori discussione i separatori e i dossi, perché, a loro, dire, non rispettano il codice della strada. Tuttavia, sono rimaste in piedi tutte le altre modalità di intervento. A cui se ne sono aggiunte delle altre. Come gli accorgimenti sonori o le illuminazioni di ultima generazione che non hanno bisogno dell’utilizzo dell’energia elettrica. “Non abbiamo i soldi per illuminare tutta la 106 di nostra competenza”, ha messo subito in chiaro Bruno Colosimo. Ma sulla questione è stato Roberto Talarico a dimostrare che se c’è la volontà di farle le cose i rimedi si trovano, nonostante la debolezza del “sistema politico” calabrese. “Ci sono dei bandi della Regione Calabria che finanziano quasi per intero progetti degli enti locali orientati all’illuminazione pubblica. Mi prendo il disturbo di farveli pervenire”, ha detto.
“Debolezza” della politica calabrese, come quella del “silenzio” dei parlamentari calabresi allorquando il Governo ha deciso di dirottare i soldi destinati al Sud per acquistare nuovi battelli per i cittadini di Como, una delle città più ricche d’Italia. Ma l’incontro non doveva tradursi in una sterile polemica politica, come era nelle intenzioni degli organizzatori. E così è stato. Paolo Abramo, anche lui familiare di una vittima - il fratello ha perso la vita una domenica mattina in bicicletta di cinque anni fa mentre percorreva la statale 106 - ha puntato l’attenzione sulla sicurezza e sull’educazione alla guida dei singoli conducenti. E ha evidenziato le difficoltà degli organi locali nell’affrontare una situazione di tale portata. Santino Bubbo, invece, ha informato i presenti della delibera consiliare di Petronà del 27 novembre 2009, inviata all’Anas e ai Comuni interessati, dell’idea progettuale proposta dal Consiglio dell’Ordine degli ingegneri di Crotone di un nuovo tracciato più a monte della statale 106, da Simeri Crichi a Crotone. Progetto in grande? Forse. Anche le rotatorie lo sono.
Se c’è la volontà amministrativa tutto è possibile. “Mai più morti innocenti sulla 106!”, hanno ribadito quelli del Comitato.
Si attende il tavolo tecnico per approntare i primi interventi urgenti. La prossima volta può capitare a te!”, questo lo slogan del “Comitato 106 Tommaso Monterossi”.
1 commento:
un ringraziamento è dovuto a tutte le persone intervenute in questa delicata discussione, la sottoscritta pur non abitando in Calabria se non come turista o propietaria di seconda casa a Sellia Marina , sente e vive questo dramma delle persone coinvolte in queste tragedie stradali, sulla 106 / strada della morte, di solito ognuno vuole rimandare l'appuntamento con la signora con la falce..e quando arriva non guarda in faccia nessuno..colpisce tutti i ceti sociali.
Ha colpito la famiglia Abramo una delle più conosciute in Calabria nell'ambito imprenditorale ,come ha colpito la famiglia del giovane ragazzo Tommaso Monterossi, un ringraziamento è dovuto al giornalista Emilio Grimaldi che dedica anima e corpo alla professione in cui crede( giornalista )o giornalaio se ciò porterebbe bene, così diceva Funari a mio marito.
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