7 maggio 2010

Why not, Call inbound

La sirena di Lamezia Terme. Caricatura a cura del blogger

Tutte le vie delle città italiane portano a Roma, si dice. Grazie alla rete urbanistica che ci hanno lasciato gli antichi Romani. Allo stesso modo si può dire in Calabria, e non solo, che tutte le inchieste arrivano a Why Not, l’indagine aperta dall’ex pm Luigi De Magistris sul gruppo di potere con in testa Antonio Saladino, che avrebbe fatto razzie di finanziamenti pubblici. È successo per l’indagine della Procura di Firenze sui Grandi eventi in cui è rimasto implicato il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e anche per l’indagine della procura di Crotone sulla realizzazione della centrale a turbogas di Scandale. A volte, però, il mostro di Why not appare talmente grande che sembra risucchiare gli stessi protagonisti e fedeli di de Magistris in un groviglio di interessi dove è difficile distinguere le vittime dai carnefici.
E così si viene a sapere che nell’inchiesta della Procura di Catania sui Call center sono rimasti coinvolti Marco Mannucci, Antonio e Claudio Battaglia. Tre commercialisti di Catanzaro, ai quali le Fiamme gialle hanno sequestrato beni per un valore complessivo di quasi 17 milioni di euro. Longa manus della truffa ai danni delle casse dello Stato sarebbero le società Multivoice, con sede a Milano, e gestore del Call center di via Magna Graecia di Catanzaro, la B2b con sede legale a Catania ma operante a Trapani, la Multimedia Planet con sedi a Trapani e Bistritto (Bari) e la Soft4web di Vibo Valentia.
Si dà il caso che Antonio Battaglia sia stato vicepresidente della Cat Cofidi Scarl, presieduta da Gianluca Amedeo Silipo, attuale commissario Idv nella Provincia di Catanzaro, partito dove è confluito il neo europarlamentare Luigi de Magistris, e sindaco delle società Samer e Mazzei Salvatore Spa (Salvatore Mazzei, titolare della cava di inerti che, a detta di Angela Napoli, è divenuta “oggetto di una parte della relazione sullo scioglimento per infiltrazione mafiosa del Consiglio comunale di Lamezia Terme. Oggi, invece, il Mazzei è accusato di essere uno dei rappresentanti della ‘ndrangheta nell’infiltrazione per i lavori di ammodernamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria). Nelle stesse società figura nel collegio sindacale anche Vittorio Iiritano, consulente commerciale dell’ex pm nella famosa inchiesta Why Not. Nel dettaglio Luigi De Magistris gli commissionò, insieme ad altri commercialisti, di indagare sulla Need, la società di Saladino. E vennero fuori strettissimi rapporti della Need con la Multivoice in merito alle consulenze per il Call center di Catanzaro. Della Need con la Soft4web. E con la Niu.com, nel cui organigramma figura Marco Mannucci, l'uomo ovunque dell’economia del capoluogo calabrese. Sindaco anche dell’Amc spa, l’azienda per la mobilità della città di Catanzaro. Nella cui società siede come consulente il collega di Battaglia, Iiritano, a sua volta Ctu di de Magistris
Why not, Call inbound.

12 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
francesca ha detto...

mi sembra un pozzo senza fondo. non sapremo mai la verità. Se dovessimo fare un elenco delle persone non mafiose,non colluse,non implicate in affari loschi e nella ndrangheta,non iscritte alla massoneria deviata in Calabria, credo che non avremmo difficoltà a contarle. Ma che schifo!!francesca

Anonimo ha detto...

tu sei solo un pazzo folle, tu non sai niente della vicenda multivoice e wccr, non sai nulla delle persone di cui parli, o meglio sparli nessuno ti da retta perchè sei un folle che puzza e neanche i tuoi "amichetti" maschi con i quali ti apparti sulla 106 vogliono più avere a che fare con te

Anonimo ha detto...

Gentile anonimo,
ho sempre pensato che il linguaggio e il contenuto delle parole dette spieghino la spiritualità dell'animo delle persone. Nel suo commento è tutto fin troppo chiaro il Suo universo letterario intriso di una cultura sublime.
Cordialmente
eg

Anonimo ha detto...

CRONACHE DA FACEBOOK (prima parte)

Cari amici,
non era mia intenzione scatenare una bufera sul “nulla”. Ma solo fare “una chiamata in entrata a Why Not”. Qualcuno ha parlato di “gogna mediatica”, Silipo. E di “sensazionalismo”, sempre Silipo. E di “interessi politico amministrativi” fra una società citata in un commento sul blog che si sono guadagnati i chiarimenti dell’ufficio stampa di Luigi de Magistris e dello stesso Silipo. Comincio dalla fine. Il riferimento ad Ideaweb non c’entra con il post sul mio blog e, ammesso che, realmente - come è doveroso pensare - non ci siano interessi di sorta fino a prova contraria, non riesco a trovare un motivo utile per eliminarlo dal momento che sarei, come qualcuno mi ha ricordato, “giuridicamente responsabile” di quello che viene pubblicato sulla mia bacheca. Se lo facessi dovrei cancellare anche gli altri commenti che ne parlano. E magari mi chiederete: come mai mi hai rimosso? Dunque, una cosa, grazie ai riferimenti espliciti sulle persone coinvolte in questa società, è stata chiarita. Non ci sono legami fra una società con quattro pc scassati, ma di cui ne fanno parte persone altamente competenti, e Idv. Questo alla luce di quando hanno scritto i diretti interessati.
Per quanto concerne il resto, e cioè i contatti fra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Catania sui Call center e alcune persone vicine all’ex pm, non vedo nessuna gogna mediatica al collo di nessuno. E nemmeno a quello di Gianluca Silipo. L’affaire Why Not, proprio alla luce della frammentarietà dell’inchiesta, passata sempre di mano grazie alla cacciata di Luigi De Magistris è rimasta un mistero per tutti. Un mistero che si infittisce sempre di più, considerate le successive indagini delle Procure italiane che la tirano sempre in ballo. Allo stesso modo appare, come ho scritto nel post, un mostro dalle mille teste. Alcune delle quali fanno capolino. E alcune volte, come in questo caso, delle chiamate. Se questi legami ci sono credo doveroso, come giornalista, rilevarlo, non per infangare chicchessia, non penso di aver nemmeno gli strumenti. Ma per far presente una notizia che non è certamente “vicinanza alla criminalità organizzata”, e per ricevere la credibilità del lettore. Una merce rara e difficile da guadagnare di questi tempi. Se per raggiungerla devo scrivere di un mio amico lo faccio lo stesso. Mi è già successo in passato. E superato l’imbarazzo dell’after day siamo diventati più amici di prima. Evidentemente me lo sono scelto bene.

Anonimo ha detto...

CRONACHE DA FACEBOOK (seconda parte)

Quasi certamente i contatti societari sono tutti puliti, alla luce del sole. Ma ci sono. Ed è questa la notizia. Forse sarò un giornalista rompicoglioni sempre. Che ci volete fare, sono fatto così. Una qualità che non è sensazionalismo. Su questo tipo di notizie, quelle sensazionali, caro Silipo, ho già scritto. Quando mi sono occupato dei depuratori sono stato il primo ad andare a vedere gli scarichi. Le foto pubblicate su il Quotidiano, anche se in bianco e nero, erano davvero sensazionali. Me lo dicevano i lettori. E me lo hanno fatto capire anche alcuni sindaci che non sapevano nemmeno dove fossero.
Nella mia vita ho fatto tanti lavori per mantenermi agli studi, e ho sempre cercato di farli bene. Questo del giornalista non mi sta dando pane ma a me piace andare fino in fondo in tutte le cose. E se c’è un qualcosa che mi sembra anomalo, nei limiti delle mie potenzialità umane ed economiche, ci vado, in fondo. Magari sbagliando, come ho già avuto modo di dire, ma gli errori me li devono evidenziare con il pennarello così come faccio io quando studio le carte.
Infine, vi ricordo una cosa. Enrico Maria Grazioli prima di essere indagato - perché spifferava agli interessati che erano intercettati - è stato la mano armata di Luigi de Magistris (soprattutto in why not) e di Pierpaolo Bruni. Un collaboratore di cui si fidavano, si dovevano, cecamente. Non vuole essere un Precedente di una contro inchiesta Why Not, ma solo per dare l’idea della fogna del “sistema di potere" di Catanzaro. Fin dove era arrivata. In questo contesto De Magistris ha provato a fare il carnefice ma è finito per essere vittima del nemico al quale lui stesso ha, nolente, ceduto le armi.
emilio grimaldi

luca ha detto...

All'anonimo del11/05/2010..sei e rimarrai solo un povero anonimo.
Solo rimanendo nell'anonimato sei capace di sparare solo cazzate, se questo ti è stato insegnato nella vita sarai sempre un povero anonimo, un personaggio da additare col dito...e non dico altro perchè non meriti altro...tu invece sai della vicenda multivoice e wccr....e penso che di amichetti tu ne hai a aiosa.....

Anonimo ha detto...

ma quale giornalista, tu sei solo un pericoloso frustrato che utilizza mezzi non leciti per entrare nelle caselle postali altrui e rubare mail che contengono notizie da far scrivere ad altri poveri frustrati come te, tu non hai più l'onore della firma ma non hai più neanche la dignità di un essere umano

Anonimo ha detto...

Gentile anonimo,
come sopra, dati gli stilemi dei testi, credo sia la stessa persona. Rubare le caselle postali altrui...? Mi fa ridere. A mala pena riesco a entrare nella mia casella di posta.. ma evidentemente Lei per per poter giustificare qualcuno o qualcosa usa la fantasia.
Frustrato? non cosa risponderle. Ma 1 cosa gliela dico. Ha ragione, sbagliando, ha colto nel segno. Si, sono frustrato dal marciume e dal piattume del giornalismo nostrano.
L'onore della firma? Se non sbaglio lei appena commentato su quale blog?
Sulla dignità, infine, sono contento di non far parte del suo mondo, senz'altro più civile del mio, tanto che quando parlate vi nascondete per un senso di umanità che solo voi conoscete.
eg

francesca ha detto...

egregio anonimo(la chiamo egregio nonostante tutto) si vergogni, nella solitudine, dal momento che nessuno la conosce, non so se ha figli ma con un genitore di tali fattezze signorili non vorrei stare nei loro panni.grazie emilio che accogli tutti i commenti sul Tuo blog: etero, omo, donne, uomini, e anonimi sciocchi. francesca

domenico ha detto...

Al povero anonimo qui al nord ti avrebbero detto
" sei un povero Pirla".

Anonimo ha detto...

Riporto questo pezzo dell'articolo per esprimere una mia considerazione.

"Si dà il caso che Antonio Battaglia sia stato vicepresidente della Cat Cofidi Scarl, presieduta da Gianluca Amedeo Silipo, attuale commissario Idv nella Provincia di Catanzaro, partito dove è confluito il neo europarlamentare Luigi de Magistris, e sindaco delle società Samer e Mazzei Salvatore Spa (Salvatore Mazzei, titolare della cava di inerti che, a detta di Angela Napoli, è divenuta “oggetto di una parte della relazione sullo scioglimento per infiltrazione mafiosa del Consiglio comunale di Lamezia Terme."


Ecco, questo che tu hai scritto è la dimostrazione che tutto può essere ricondotto ad una tesi precisa.
Non mi pare obiettivo questo modo di fare informazione.


Antonio Mazza