21 luglio 2010

La "fattura" di Calabria Ora


Caricatura a cura del blogger
A differenza di Leporace non ho chiesto loro (gli editori di Calabria Ora, ndb) né fideiussioni né contratti scritti. Possono licenziarmi quando vogliono. Fin quando non lo faranno sarò il solo responsabile della fattura del Giornale. Non ho mai subito alcun tentativo di condizionamento dagli editori (… ) Certo con loro ho concordato la linea politica, con loro mi confronto sempre ed a loro riferisco la quotidianità del Giornale: riferisco, appunto”. Sono le ultime parole famose di Paolo Pollichieni nel sudaticcio editoriale del 19 giugno scorso contra il suo ex amico, Paride Leporace, nonché ex direttore de il quotidiano Calabria Ora. Sono famose perché ieri, nella lunghissima giornata che ha caratterizzato le sue dimissioni da primo attore dell’Ora di Calabria, è stata la fattura del Giornale a far traboccare il vaso. Secondo Pollichieni sarebbero stati proprio gli editori, Fausto Aquino e Piero Citrigno, a richiedere “un diretto coinvolgimento nella fattura del giornale”. Mentre, a stretto giro di comunicati, la replica è risuonata così: “non è vero che gli è stata richiesta una presenza più forte degli editori nella fattura del giornale ma bensì di ripristinare dei normalissimi e corretti rapporti di collaborazione”. Certo è che la fattura di questo quotidiano è talmente preziosa da aver fatto saltare due direttori in meno di quattro anni. Una confezione pregiata, meglio se simpatica al governo in carica.
E così, prima, con Paride Leporace, quando le inchieste di Luigi de Magistris stavano cominciando a scottare il Pd e la maggioranza di Agazio Loiero il suo fondatore, tutto ad un tratto, non andava più bene. Ritiro silenzioso, il suo, senza squilli di tromba. Eccetto qualche sassolino dalla scarpa tirato fuori un po’ di tempo fa. “Sin dall’inizio sapevo – ha dichiarato al giornalista Walter Molino - chi fossero i miei editori, eppure non hanno fatto una piega quando ho chiesto pieni poteri. Ho avuto la possibilità di fondare un giornale, ho scelto quasi tutti i giornalisti e messo su una squadra di valore, ho deciso perfino il nome della testata, con un chiaro riferimento storico e culturale a L’Ora di Palermo. All’inizio ci hanno lasciati liberi, la nostra informazione d’assalto faceva comodo a tutti. Io stesso speravo che quell’area di centrosinistra a cui facevamo riferimento potesse produrre qualcosa di buono. Ma mentre il giornale si consolidava tra i lettori, diventava anche uno strumento di interessi economici che in Calabria sono saldati alla politica. E quando le inchieste di De Magistris sono entrate nel vivo le lobby calabresi hanno serrato le fila, ed è stato deciso che il giornale doveva cambiare linea per garantire determinati equilibri. Il mio terzismo è diventato un impiccio”. Paolo Pollichieni, con la sua velata simpatia e verso i magistrati nemici di de Magistris e verso il governatore della Calabria, andava benissimo. Il Giornale fa il largo di lettori. “Vende tre volte di più” rispetto a quando l’aveva lasciato Leporace Paride, il 31 marzo 2007, parola del suo successore (lo cita così Pollichieni, con il cognome prima del nome). A de Magistris nei mesi a seguire vengono levate le indagini. A Gioacchino Genchi, consulente del pm, revocati gli incarichi. Le richieste di archiviazione fanno a gara. E Calabria Ora stappa lo champagne.
Tutto fila liscio fino all’ultima campagna elettorale che ha rinnovato il Consiglio regionale della Calabria. Vince Giuseppe Scopelliti. Rivale del presidente uscente. I conti non tornano. Probabilmente qualche “orticello”, amorevolmente curato o da Pollichieni o dai Citrigno, comincia a soffrire di siccità. Troppi i galli nel pollaio. Montecristo, suo pseudonimo, fa marcia indietro. E spiega a caldo: “quello che è accaduto era prevedibile. Sapevo che raccontando le inchieste giudiziarie delle ultime settimane, che scrivendo dei rapporti tra la mafia e la politica, raccontando anche i retroscena più inquietanti di quella zona grigia avremmo pagato dei prezzi altissimi”. La zona grigia è quella di Scopelliti che “incontra i mafiosi a Milano”. Articolo di prima pagina di due giorni fa.
Sarà vera gloria? È una questione di fattura.

7 commenti:

francesco di lieto ha detto...

A prescindere dalle diversità tra i giornalisti Leporace e Pollicheni, trovo singolare quanto accaduto.
Viene narrato che il massimo esponente politico della regione abbia avuto frequentazioni con un esponente mafioso.
Forse sarebbe il caso che il Governatore Scopelliti, che solo alcune ore addietro dichiarava che “la politica deve dare esempi positivi”, smentisca nella maniera più categorica siffatti incontri ovvero dia l’esempio …

Giulia Zanfino ha detto...

Veramente in Calabria la realtà supera la fantasia...

Anonimo ha detto...

Chi di de Magistris ferisce di massoneria perisce

Anacleto ha detto...

Lei carissimo Grimaldi, è un grande farà strada...

domenico dragone ha detto...

complimenti Emilio, come sempre i tuoi articoli meritano di essere letti e riletti.

red ha detto...

PER AMORE DI VERITA'
Chi è Paolo Pollichieni?
Amico dei servizi, lobbista dichiarato, manganellatore mediatico, braccio nell’informazione dei poteri oscuri calabresi, pupillo della “famiglia” Laganà di Locri, già frequentatore da imputato (e poi da condannato in primo grado, in appello "misteriosamente" assolto dopo aver chiesto addirittura il rito abbreviato) delle aule dei tribunali…
Se il suo editore Citrigno non era moralmente a posto lui, il Pollichieni, doveva dirlo non oggi che gli dà un calcio in culo, ma quando lo stesso editore era stato condannato in primo e secondo grado a sette anni per usura. Su Calabria Ora nemmeno la notizia ha dato questo impostore che ora rivendica la sua “libertà conculcata”! (vedi http://perlacalabria.wordpress.com/2010/02/13/usura-leditore-di-calabria-ora-pietro-citrigno-condannato-anche-in-secondo-grado-ed-il-suo-giornale-nasconde-la-notizia/)

Adesso mi spiace, ma la vicenda puzza troppo di “regolamento di conti” tra bande rivali piuttosto che da attacco all’informazione libera.
Secondo me l’editore, che è un uomo diciamo così “d’affari”, si è rotto le scatole di veder fare gli affari solo a Pollichieni usando il suo giornale.
Perchè Pollichieni, caro amico, non era solo il direttore di Calabria Ora, ma anche il vice presidente della società RPN Report Porter Novelli, nonchè direttore della sede romana della stessa, cioè della società che ai “bei tempi” dell’amico Nicola Adamo assessore al Turismo, ha gestito i milioni di euro della pubblicità di Oliviero Toscani per la Regione Calabria. (vedi http://perlacalabria.wordpress.com/2008/09/21/se-mangi-non-puoi-parlare-altrimenti-ti-strozzi/)
Pollichieni dovrebbe anche spiegarci qual’è il suo ruolo all’interno di un’altra società, la NP & A COMUNICAZIONE, che ha sede sempre a Milano, e guarda caso proprio negli stessi uffici della RPN Report Porter Novelli. E sapete perchè? Perchè questa fantomatica NP & A COMUNICAZIONE ha ingurgitato almeno altri 170.000 euro da parte della Regione Calabria, e non si capisce perchè. (vedi http://perlacalabria.wordpress.com/2008/01/07/ecco-spiegato-perche-e-per-chi-la-calabria-muore-di-fame/)

Allora, che ne dice?
Io scrivo qui con il nome e cognome, ed invito se mi legge un amico di Pollichieni a fargli pervenire questo mio commento.
Qualcosa mi dice che non mi querelerà.
E’ lui che invece è in questo momento querelato, per diffamazione continuata ed aggravata a mezzo stampa del fondatore del movimento dei ragazzi antimafie “Ammazzateci tutti”, perchè quando quel ragazzo ha detto pubblicamente e coraggiosamente, da un palco davanti a migliaia di persone, le cose che sono riportate sopra, invece di querelarlo se riteneva il Pollichieni di essere stato diffamato, ha scatenato contro di lui il suo branco di rottweiller cercando di farlo a pezzi utilizzando proprio Calabria Ora come “cosa sua”.
Se questi sono giornalisti…

Giovanni Pecora

Antonio Borelli ha detto...

Interessante come al solito!
Tuttavia non stupisce quanto accade ad "uno dei più importanti giornali calabresi"; lobby, cricche e interessi sono tipiche del sistema informativo italiano... qui in calabria ovviamente tutto assume un carattere più colorito e contemporaneamente più letterario. Quasi da libro giallo o da tragedia shakespeareana.

Bene, quanto da te scritto già in post precedenti su Calabriaora sembra aver trovato ulteriore conferma in questi ultimi accadimenti. Però a questo punto, dopo l'attento sguardo sul recente passato di CO, vorrei chiederti un parere sul suo prossimo futuro: cosa ne pensi di Sansonetti???

Antonio Borelli