6 ottobre 2010

So.Ri.Cal. Cade l'ultimo baluardo di de Magistris

"Una storia di successo", un documento redatto da So.Ri.Cal. Da story

Cade l’ultimo baluardo di Luigi de Magistris. La So.Ri.Cal. L'inchiesta sulla Società delle Risorse idriche calabresi aperta il 13 maggio 2008. Dopo le avocazioni di Poseidone e Why not negli anni precedenti, la prima sui finanziamenti destinati alla depurazione e la seconda sul sistema di potere che avrebbe dilapidato le risorse pubbliche. Dopo il suo trasferimento per “incompatibilità ambientale” disposto dal Csm, Consiglio superiore della Magistratura. E' arrivata ieri l’archiviazione della presunta “truffa aggravata” e della “turbata libertà degli incanti”, inerenti i lavori assegnati sempre alle stesse ditte, in capo alla società pubblico privata. Il giudice per le indagini preliminari, Abigail Mellace, questa volta - rispetto a Why Not, quando ebbe a giudicare Antonio Saladino, il principale indagato, in contatto con il marito (ma guarda un po’, ndb) – non ha avuto bisogno del suo repertorio per giudicare serenamente, ha semplicemente emesso il provvedimento accettando, in sostanza, ciò che il sostituto di de Magistris, Vincenzo Capomolla, aveva richiesto, l’archiviazione, appunto.
Cade, quindi, l’ultima accusa contro “i poteri forti” dell’ex pm. Di lui, ora, a Catanzaro non c’è più traccia. Se ne sono liberati per sempre. Il “Sistema Catanzaro” continua la sua corsa più forte di prima. Altro che anticorpi! – come si espresse il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, a proposito della giustizia italiana sulla decisione del Csm di trasferire i magistrati di Salerno che si erano permessi di fare il loro lavoro, e cioè sequestrare le indagini sottratte illegalmente a de Magistris subendone, poi, l’illegale dissequestro dai colleghi della Procura del capoluogo calabro.
La So.Ri.Cal - accusata ingiustamente dal pm napoletano, di lievitare le tariffe (nel contratto di captazione, conduzione e distribuzione di sora acqua aveva sottoscritto di congelarle per almeno cinque anni, ndb); di trasformare i lavori di manutenzione straordinaria in investimenti, ingrossando di circa il 10 per cento il guadagno per le tasche dei francesi di Veolia, società detentrice del gruzzolo privato - è viva e vegeta. E non si tratta di convalescenza. Ha ridotto la portata dell’acqua ai cittadini del Comune di Cosenza, reo di essere moroso per i debiti contratti negli anni precedenti con la Regione. E, udite, udite! ora sta allungando le mani anche sulle reti comunali. Una montagna di lavoro (le condotte intracomunali calabresi sono tutte un colabrodo, ndb), chiaramente parliamo di manutenzione straordinaria e di investimenti assicurati. Il sindaco di Vibo Valentia, Nicola d’Agostino si è incontrato nei giorni scorsi con Sergio Abramo, Maurizio del Re e Sergio de Marco, rispettivamente presidente, amministratore delegato e direttore generale della So.Ri.Cal. Motivo? La non potabilità dell’acqua. E come mai? Per fattori legati alla linea di adduzione” e, precisamente, dell’impianto di potabilizzazione che usa le acque del Bacino del Lacina (impianto dell’Alaco), sostiene l’Arpacal. E come mai? Si dà il caso che è stata proprio la Sorical che vi ha operato. Si dà il caso che proprio dalla diga sono fuoriusciti dei liquami di colore marrone tali che indussero il sindaco di San Sostene a presentare una denuncia alla Procura della Repubblica. Si dà il caso, dunque, che ora il sindaco di Vibo Valentia sollecita la So.Ri.Cal ad “effettuare i necessari interventi al fine di evitare il ripetersi degli episodi che si sono manifestati soprattutto nel mese di agosto scorso”. Davvero? Sì. E' la stessa So.Ri.Cal che spiega come stanno le realmente cose. “Il problema non riguarda solo l’impianto di Alaco, ma anche la rete idrica comunale”. E quindi? Un gravoso problema di approvvigionamento idrico, che affligge sia paesi della provincia di Catanzaro che di Vibo Valentia, generato fin dalla prima ora del subentro della Sorical alla Regione Calabria (quando era l’unico soggetto abilitato per la distribuzione dell’acqua) diventa un merito per Veolia & company. Anziché mandarli a casa la Regione li premia affidandogli anche la rete comunale. Sic!
La favola dimostra che - come direbbe Esopo - in Calabria per sperperare i soldi pubblici bisogna essere ambientamente compatibili. E la So.Ri.Cal lo è. Ci va a nozze con 'o Sistema. Che non è quello del superenalotto. E' molto di più.

6 commenti:

michino caronte ha detto...

In Calabria se la cavano con un colpo di spugna...
tutto viene sommerso, tutto vieni insabbiato, e quando si vede qualcosa? un colpetto di spugna è via.....e la frode continua.

maria ha detto...

Da Parigi li hanno mandati via, noi ce li teniamo e li premiamo... complimenti a giudici e politici!

Anonimo ha detto...

M Dalema li ha mandati ,non Parigi

Filippo de Lubac ha detto...

Non è il "sistema Catanzaro", purtroppo. E' il sistema Italia. Quell'anello superiore di cui parla l'addetto stamp di Marcegaglia con il giornalista Porro (de "Il Giornale" ex Feltri). Eugenio Facciolla ha mirabilmente descritto i comportamenti "penalmente rilevanti" della D.ssa Reillo (Gip a Catanzaro) nell'appello presentato contro l'assoluzione di un altro "pezzo" delle inchieste prodotte da "de Magistris". Ma nessuno sembra farsene carico. E' il "sistema Italia" che sarà vincitore definitivo solo quando l'ultima voce libera sarà messa a tacere: cioè MAI! Buon Lavoro, Emilio Grimaldi, e complimenti.
Filippo de Lubac (www.toghelucane.blogspot.com)

Nino ha detto...

L'illegalità legalizzata sta prendendo il sopravvento in questo Paese. Bisognerebbe eliminare le toghe sporche se si vuole correre ai ripari. Basterebbe applicare correttamente la legge, ma purtroppo c'è chi vuole addirittura cambiare la Carta per aggirare proprio la corretta applicazione della legge che dovrebbe essere (ahimè!!!) uguale per tutti!!

avv. maurizio Mottola di Amato ha detto...

avv. Maurizio Mottola di Amato.
Egr. dott. GRIMALDI,
sono sicuro che saprà dimostrare davanti ad una autorità giudiziaria la rispondenza a verità delle sue affermazioni relative ai "miei contatti" con SALADINO Antonio.
Sono certo che saprà anche indicare quale repertorio la dottoressa Mellace è solita consultare prima di assumere serenamnete le sue determinazioni.
Soltanto per evitarle una cattiva figura: non citi quale fonte delle sue informazioni l'articolo " SALADINO CONNECTION " di Riccardo Bocca in quanto la Procura della repubblica di Roma ha appena chiesto il rinvio a giudizio del predetto giornalista e dell'editore responsabile del " L'ESPRESSO" contestando ai medesimi il delitto di diffamazione a mezzo stampa ai miei danni e ai danni della dottoressa Mellace.
Sa perché ?
Perché al termine di indagini, condotte senza alcuno sconto, il PM di Roma ha verificato che NON HO MAI AVUTO CONTATTI O RAPPORTI NON MEGLIO DEFINITI con SALADINO Antonio e che ogni notizia pubblicata in merito è SPUDORATAMENTE FALSA (al pari di tutte le altre notizie pubblicate, senza alcuna verifica, ai danni di altri congiunti della dott.ssa Mellace e la cui divulgazione ha avuto il solo scopo di infangare l'immagine professionale del magistrato).
Ma certamente Lei avrà altre fonti: ne discuteremo presto, ovviamente nelle competenti sedi .