18 maggio 2009

Gli ecomostri della depurazione. La Darsena sul Simeri



Gli ecomostri della depurazione. Sono quegli impianti che, quando sono stati costruiti, negli anni a cavallo fra il 1990 e il 2000, dovevano fungere da depuratori. Con la realizzazione dei nuovi, più grandi, sono stati bypassati per quelli centralizzati. Abbiamo fatto tappa alla foce del torrente Simeri, nel territorio di Simeri Crichi. Al lato, del corso d’acqua giace un sollevamento. Cioè un ex depuratore bypassato. Che, abbandonato a se stesso, si sposa bene con l’ambiente circostante, ormai ridotto a una mega discarica a cielo aperto. L’erba alta inganna sull’estensione dei rifiuti perché li nasconde. E vanno dagli pneumatici alle lavatrici, dal calcestruzzo alle bombole del gas. D’altra parte, l’ecomostro non è da meno, in fatto di inquinamento e di insicurezza per l'incolumità delle persone. Al suo interno si accede molto facilmente. Materiali in ferro arrugginito e vasche per la decantazione di liquami alla mercé di curiosi, di persone in cerca di un riparo dal solleone, o di un luogo isolato. Lecito durante la bella stagione.
Ma qui c’è una speranza a tutto questo dramma del turismo locale. Una speranza che ha un nome e una cifra ben precisi. E che farà, almeno secondo le intenzioni, piazza pulita e dei rifiuti e dell’ecomostro. Il nome è quello che risuona dolcemente come un sogno proibito dalle bocche di tutti i sindaci del comprensorio, almeno da cinque anni a questa parte, da quando si palesò la sua realizzazione. È quello della Darsena. Un porto turistico di 64 mila metri quadrati per 500 posti barca. La cifra è di 26.108.383,00 euro, con un possibile aumento, sull’investimento complessivo, di altri 15 milioni di euro. In totale, quindi, si potrebbe arrivare a buttarci, in tutta quell’area, circa 40 milioni di euro. Una bella sommetta. “Un sistema di sviluppo complessivo di tutta l’area dell’Alto ionio catanzarese”, questo il commento emozionato degli amministratori che sembra non vedano l’ora di tagliare il nastro, come la panacea a tutti i mali della zona. Una bella sommetta, dunque, andata all’Ati, Associazione temporanea d’impresa, "Franco Giuseppe srl (capogruppo) e Costruzioni Procopio srl (mandante)" con sede in Roccella Jonica. Di questa montagna di soldi i finanziamenti pubblici (Por, programmi operativi regionali) sono solo 4 milioni, il resto sono investimenti privati. Verrà costruita interamente nel territorio di Simeri Crichi, al lato del torrente che lo separa da Sellia Marina. Per collegare più facilmente i due Comuni è prevista la realizzazione di un ponte di cento metri, ad un'unica campata, e a forma di vela. Fino ad allora, pare che a fare da padrone saranno l’incuria, l’immondizia e l’ecomostro che se ne sta quatto quatto per inghiottire le sue prede. Poi toccherà alla Darsena. Si spera.
Con buona pace dei villeggianti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

menomale almeno anche quella zona si svulupperà