Da story “La giustizia non è quello che è successo. E’ quello che seembra in un processo. Ricordatillu sempre, tantu è vero che facciamo assolvere delinquenti che ‘anu ammazzatu. Sappilo, ‘a legge u ne esista!” A parlare è un avvocato di Cosenza. Dall’altra parte della cornetta, un cliente. L’argomento della discussione è il premio in un incidente automobilistico. Bisogna trovare i testimoni, dato che non ci sono. E se si vogliono i soldini anche quelli falsi vanno bene. La ratio della legge, profusa dal giureconsulto, è una chiosa di alto spessore interpretativo. Dice molto di più di anni e anni passati a sgobbare sui libri. Dice molto di progetti e progetti sulla legalità. Ti fa toccare con mano la cruda realtà. La differenza tra l’essere e l’apparire. L’apparenza è tutto, anche per la legge. Per la cronaca. L’operazione, effettuata dalla Polstrada cosentina, si chiama Number One. E sono finiti in manette Battista Manfredi, 70 anni, e le sue collaboratrici: Ilenia Manfredi, sua figlia di anni 30, e Carmela Ranieri, sempre di 30. Nel corso delle perquisizioni sono state rinvenute numerose armi, tutte regolarmente detenute, tra le quali alcuni pezzi da collezione, come un fucile Winchester d’oro, realizzato in tre esemplari per le celebrazioni dei 100 anni della fabbrica americana, ed una pistola, pure d’oro. Tre avvocati con l’hobby dell'artiglieria, oltre che della legge, dunque. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, truffa ed evasione fiscale. Secondo le prime ricostruzioni del comandante della polizia stradale di Cosenza, Antonio Provenzano, e dall’ispettore, Catello Cozza, i tre legali dimostravano una spiccata tendenza a fare gli interessi dei loro assistiti, e dei propri, grazie alla presentazione di documenti e testimoni falsi al fine di lievitare il pagamento dei premi assicurativi. Chiaramente una parte andava anche nelle loro tasche per il servizio reso, s’intende. Rigorosamente in “nero”. Come, del resto, tutto il resto. Secondo la giurisprudenza, elargita dall’avvocato, dovrebbero essere messi in libertà quanto prima. Chissà! |
16 dicembre 2010
"La giustizia è quello che sembra. Non quello che è"
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1 commento:
che bella notizia ? e questa sarebbe la legalità
che portano e difendono......questi avvocati che si mettono di comune accordo anche con banche, l'importante è fare soldi, farli in tutti i modi legali e illegali.
avvocati che con strani accordi comprano case messe all'asta , ultimamente di strani accordi se ne parla in un piccolo comune" Sellia Marina" lo sfortunato cliente" Francesco Dragone" coinvolte le banche BNL e Bcc di Taverna.
cercasi testimoni, pagamento in nero.
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