4 aprile 2011

Farmacie e parafarmacie. Una breccia nella lobby

L'insegna di una delle due parafamarcie incriminate

Farmacie e parafarmacie, non è solo una croce a distinguerle. C’è molto di più. A Catanzaro, per esempio, è meglio se sei iscritto all’Ordine locale dei farmacisti, altrimenti la Croce non va più bene, per le parafarmacie. All’orizzonte due disposizioni normative, decreto Bersani del 2006 e virata con un altro decreto del 2009. E due parafarmacie della provincia, una di Sellia Marina e un’altra di Botricello, ree di esporre il simbolo accanto alla scritta “parafarmacia”. E, soprattutto, ree di non pagare la quota all’Associazione dei farmacisti del capoluogo. Forse un caso, ma discriminante.
E fu così che Vincenzo de Filippo, presidente di FederFarma, la federazione delle farmacie, nonché consigliere e legale rappresentante dell’Associazione provinciale titolari di farmacie di Catanzaro, perse le staffe. Ha diffidato i Comuni affinché rimuovessero “la croce di color verde”, e, forti dell’inadempimento degli stessi, ha fatto ricorso al T.A.R Calabria. Bandolo della matassa, l’insegna.
Facciamo un passo indietro. Con la liberalizzazione del Decreto Bersani nel 2006 le parafarmacie possono vendere anche alcuni tipi di medicinali non soggetti a prescrizione medica. Tuttavia, il legislatore non ha disciplinato la materia pubblicitaria degli esercizi commerciali. Dato il ginepraio di croci e crocette, farmacie e parafarmacie, scritte ingannevoli o meno, che ne è seguito, nel 2009 un nuovo decreto ha sentenziato: “Al fine di consentire ai cittadini un’immediata identificazione delle farmacie operanti nell’ambito del Servizio sanitario nazionale l’uso della denominazione “farmacia” e della croce di color verde, su qualsiasi supporto cartaceo, elettronico o di altro tipo, è riservato alle farmacie aperte al pubblico e alle farmacie ospedaliere”. Tutto chiaro, quindi, via le croci dalle parafarmacie. Non del tutto, però. Il decreto non è retroattivo. Non vale per quelle che avevano già avuto l’autorizzazione ad aprire, solo per le nuove. Non solo, ma la norma non considera l’eventualità della scritta “parafarmacia” accanto e contestuale alla Croce. È un discorso di interpretazione, come rileva il parere dello studio legale Stefanelli di Bologna richiesto dall’Anpi, Associazione nazionale delle parafarmacie italiane. Nel caso in specie conclude: “si reputa che prima di provvedere alla rimozione delle insegne valga la pena di provare a prendere contatto con i funzionari del Comune e dell’Asl per valutare se la presenza della denominazione “parafarmacia” faccia venire meno l’aspetto confusionario”. A Catanzaro, invece, è qualcosa in più. Non un “invito”, come da disposizione normativa, ma un obbligo “per tutelare il pubblico interesse”. I toni si fanno accesi. Con gli esercenti delle parafarmacie considerati alla stregua dei baristi. Con tutto il rispetto per il lavoro dei secondi, s’intende. Per meglio evidenziare la “lesione degli interessi dell’Associazione dei farmacisti” a causa della croce luminosa il legale rappresentante, tramite il suo avvocato, ci tiene a precisare che “i titolari delle farmacie offrono assistenza professionale specifica ed insostituibile ai cittadini, con risposte pronte ai loro problemi di salute, anche gravi. E che ora non sono facilmente individuabili, con grave pregiudizio anche per i cittadini”. E come se non bastasse il de Fillipo ha cura anche del “tempo prezioso” che perdono i cittadini andando in una parafarmacia: “Infatti, accadeva spessissimo di registrare lamentele di cittadini che, alla ricerca di un medicinale, venivano confusi, perdendo tempo prezioso, proprio per il fatto che comuni esercizi commerciali usavano la stessa insegna utilizzata dalle farmacie”, scrive rispondendo alla lettera inviata da Francesco di Lieto, vicepresidente del Codacons, l’associazione a difesa dei consumatori. Tempo prezioso? Evidentemente, per Federfarma vi sono farmacisti di seria A e farmacisti di serie B. Dimentica di rilevare il presidente, giusto per la cronaca, che nelle parafarmacie è presente per legge un farmacista, un professionista preparato almeno quanto quello delle altre farmacie. Forse, un lapsus rilevatore. Infatti, i due esercenti in questione sono iscritti in altri Ordini provinciali d’Italia, ma non in quello che conta, quello di Catanzaro. Qui sta il busillis. Che apre una breccia grande quanto una casa nella lobby dei farmacisti: la liberalizzazione del decreto Bersani grazie al quale anche altri, che non godono della fortuna di avere un padre farmacista, possono vendere dei medicinali. Quasi come se fosse di loro e circoscritta esclusiva competenza.
Sono finiti i tempi della verga di Esculapio che faceva uscire i vermi dal corpo degli ammalati con un bastone. Non basta più neanche il titolo per poter guarire, è sufficiente il nome del pater familias.

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13 commenti:

domenico dragone via abruzzi 3 20090 Segrate- Milano. ha detto...

e basta una semplice croce per i cittadini ?
mio carissimo amico, qualcuno potrebbe dire o commentare " capitano tutte a te" si capitano tutte a me. alcuni anni fa a Redecesio di Segrate dove abitano , poco distante dalla mia abitazione c'era tanto di CROCE , una croce tipo quella dei pronti soccorsi, ospedali e clinica, un mio carissimo amico brigadiere dei carabinieri di Milano mi dice che doveva andare in questa clinica a farsi operare, rimango di stucco e gli confesso che a mio parere la persona che operava era un falso chirurgo , da quello che sapevo io era un fattorino, il mio amico sapendo ciò non è mai andato in quella clinica, e sai perchè ? perchè una poliziotta si è presentata in questa clinica per farsi curare una verruca................sono stati tutti arrestati.
però la Croce era sempre bene illuminata.

Anonimo ha detto...

domenico dragone,non capisco il nesso logico con il post sulle parafarmacie? vorresti insinuare che nelle parafarmacie ci sono falsi farmacisti?

domenico dragone via abruzzi 3 20090 Segrate- Milano. ha detto...

non ho mai detto questo, dico che non è la Croce esposta a garantire la serietà e professionalità delle persone, credo che di mala sanità dal nord al sud ne siamo stufi, vero è che ho fatto l'esempio di quello che è successo al " Natural Center" di Redecesio di Segrate o lo schifo di quello che facevano alla clinica S.Rita , ricorderete che le persone entravano sane e gli asportavano gli organi ,( per il Dio denaro) ho conosciuto una persona che lavora a una parafarmacia a Sellia Marina ,per non sbagliare precisamente sulla 106 , persona capace , educata , professionale etc etc. ripeto non è la croce che garantisce la Serietà delle persone .
-----Risultati di ricerca
Processo al falso chirurgo
28 dic 1996 ... In Pretura il caso della clinica di Redecesio dove operava un ex fattorino senza. ... l' attivita' della Natural Center, la clinica di Redecesio di Segrate che fino all' ottobre ' 95 svolgeva attivita' con falsi medici. ...

mattia martini ha detto...

Mattia Martini Croci dappertutto:
nelle scuole, negli uffici, nei tribunali, ... qualche problema per eliminare le croci dai segnali stradali.
qualche problema a dire che in Calabria ci sono falsi infermieri,dottori, indagati per morte nei vari ospedali, persino una morte sospetta in questi giorni alla clinica S.Anna a Catanzaro.
chi garantisce che dietro ai banchi ci sia una persona seria e non dico altro, scusatemi dimenticavo a Catanzaro persino falsi avvocati.

pietro ha detto...

è vero, non sono le insegne a garantire la professionalità e l'onestà di chi sta dietro al banco.
esistono anche insegne bellissime, lampeggianti ,persino i ciechi vengono abbagliati da tanta luce, peccato che qualcuno non lo potrà mai raccontare, si entra per bere un bicchiere d'acqua e viene servito acido muriatico, che ne pensate , forse non è vero ? chi c'era dietro il bancone un falso barista o un povero disonesto che ha rovinato una famiglia, l'insegna continua a lampeggiare " Bar Bellavista" ma non per tutti.

Anonimo ha detto...

Dragò: e che palle !!!
tutte tu...

maria concetta ha detto...

Grande Dragone , riesci a fare capire tante cose, certamente a chi le vuole capire.
Domè ritornano gli anonimi.
non sanno come rispondere, non sanno cosa dire.
Domè sei un grande.

Anonimo ha detto...

ancora non ho capito cosa centra il post di dragone con la lobby delle farmacie. domenico sei uscito fuori tema, mi dispiace dirtelo! qua si parla di farmacie che non vogliono assulutamente intrusioni nei loro affari da altri (che sono anche dei farmacisti come loro)

mattia martini ha detto...

abbiamo capito la lobby delle farmacie, abbiamo capito anche che se qualcuno paga, le croci vanno bene.
abbiamo capito che i tratta solo di soldi, credo da quello che ho capito io che Domenico ha solo voluto dire questo, si tratta di soldi o di croci delle professionalità e onestà sta agli operatori del settore ...........abbiamo capito del perchè se la prendono con le parafarmacie, vero è che il Dragone ha detto che sulla 106 esiste una parafarmacia più che affidabile e professionale in ogni senso , compreso la gentilezza, come al solito noto commenti anonimi.

maria concetta ha detto...

..................................................................... Ha diffidato i Comuni affinché rimuovessero “la croce di color verde”, e, forti dell’inadempimento degli stessi, ha fatto ricorso al T.A.R Calabria. Bandolo della matassa, l’insegna....una parte dell'articolo del dottor Grimaldi.
se le parafarmacia si sarebbero iscritte la croce andava bene ? è solo questione di soldi o di croci?
questo è stato detto parliamo la stessa lingua e a volte non si vuole capire l'ironia.

nadia ha detto...

grazie a Maria, Mattia e Pietro almeno voi avete capito l'articolo e l'ironia descritta da Domenico anchio continuo a dire che non sono le Croci a far capire ai cittadini chi lavora meglio o peggio, dice bene l'anonimo ci sono le lobby fra farmacie e parafarmacie, e qualcuno però vorrebbe che le insegne con le Croci vengono rimosse.

Anonimo ha detto...

la lobby dei farmacisti e pericolosissima. provate a togliere qualcosa ai farmacisti e loro fanno una guerra. poi loro,però, nelle loro farmacie possono vendere di tutto, dagli occhiali da vista, ai pannolini, alle pantofole, ai vibratori, all'acqua, ai prodotti di erboristeria, ecc. ecc.

francesca ha detto...

finalmente ci siamo capiti, le lobby in ogni settore, chi paga di più espone l'insegna più bella, perchè non guardare la serietà e professionalità? perchè secondo voi Domenico Dragone ha fatto l'esempio del " Natural Center di Redecesio di Segrate? una bellissima insegna con una croce gigantesca illuminava parte della via , perchè non sono andati a controllare che operava un falso chirurgo ( un magazziniere).
a mio parere se le parafarmacia scenderebbe a compromessi anche a loro potrebbero esporre l'attuale croce, fa benissimo il codacons a difenderli.