La buona notizia è che la nave dei veleni non c’è più. La cattiva è che ora bisogna disintossicarsi dalla bugie. Detto, fatto. Calabria Ora si propone. Con il suo nuovo direttore, Piero Sansonetti in prima linea insieme al sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta. E via ai titoloni del contrappasso per ridare respiro all’economia di Cetraro, insabbiata da una campagna mediatica senza precedenti. Se riusciranno nell’intento il primo a beneficiarne è proprio il noto quotidiano calabrese. O meglio: i suoi editori cosentini, Fausto Aquino e Pietro Citrigno. A seguito di un esposto presentato un paio di anni fa riappare dagli archivi della Procura di Paola l’affaire dell’ “Emiliana Tessile”. Una vicenda ancora tutta da scrivere, da 8 milioni di euro, aggiudicati a soli 850 mila. Lo rivelò Angelo Marani, amministratore delegato della società, imputato nel processo per malversazione ai danni dello Stato. Condannato inizialmente a due anni di carcere e a risarcire gli operai, la Corte d’Appello di Catanzaro gli ha poi ridotto al pena a un anno e quattro mesi. Lo disse, quando venne escusso dai giudici, a denti stretti, come se fosse stato costretto a cedere alla Vela Latina srl l’equivalente di un decimo del valore reale dell’immobile. Un’area di circa 28 mila metri quadrati. Adesso, la Procura vuole vederci chiaro su questa misteriosa vendita. Misteriosa al punto che gli arzilli imprenditori ne proposero la riconversione in un fantomatico Polo oncologico con l’obbligo dell’assunzione degli operai. Ce lo vedete voi un maestro dell’arte tessile intervenire con il bisturi? Forse con la fantasia sì. Forse. Dal 2004 ad oggi non se n’è fatto più niente. Chiusa e abbandonata da quel dì. In ogni caso, adesso, è difficile anche per loro - di questi tempi appesantiti dai buchi della sanità calabrese - riproporlo con l’identica pianificazione, ma l’immobile c’è. Pagato al prezzo di un’abitazione di un certo tenore, ma grande come un piccolo paese. Non vogliamo essere maliziosi per forza. Ma il dubbio è legittimo. Sempre che poi la Procura non si ricreda e ne chieda l’archiviazione. In questo caso ci sarebbe bisogno di un bis. Di un’ennesima campagna mediatica per ridare lustro a un’economia, quella dei Citrigno e degli Aquino, interrotta sul nascere e spalleggiata da tutti gli imprenditori cetraresi, visto l’accanimento terapeutico di questi giorni. Coccolati e confortati da un Piero Sansonetti in splendida forma. Da Porta a Porta a Rai Tre. Per lui la Rai è sempre quella di tutto di più.
Il contrappasso mediatico
“Avvelenati dalle bugie. E adesso chi paga?”. “Fusti tossici radioattivi, bugie a mezzo stampa”. “Avvelenati dall’invenzione. E adesso chi paga?” Questi, alcuni dei titoloni del contrappasso mediatico con particolare riferimento al “chi paga”. Quasi la confessione di un debole, per i soldi. Tutti, quindi, eccetto Calabria Ora. La pitta avanti il forno. Un detto calabrese, secondo il quale, chi si propone è sempre più avvantaggiato rispetto agli altri.
La DDa
La Dda, la direzione distrettuale Antimafia, di Catanzaro ha chiesto, il 15 marzo scorso, l’archiviazione delle indagini sulla cosiddetta “Nave dei veleni”. Il tempo di darsi una sistemata. Ed ecco spuntare l’antidoto, nel giro di una settimana, della stessa misura del veleno. La stampa si annulla solo con la stampa, avranno pensato. Pagine su pagine riconvertite ad hoc. Inchiostro su inchiostro corretto con il tratto della negazione. Davvero, dei buon samaritani il direttore e gli editori. Gli imprenditori del posto ringraziano. Anche il sindaco ringrazia. Tutta la comunità di Cetraro ringrazia. D’altronde, la massima di “chi occhio non vede cuore non duole” vale sempre. Non se ne poteva più di questa Nave dei veleni. Il vero riscatto dell’onore ferito si ha solo con la bugia.
L’interrogazione di Angela Napoli
Era il 20 febbraio del 2007 quando Angela Napoli, componente della Commissione parlamentare Antimafia, inviò un’interrogazione a risposta scritta ai ministri del Lavoro e della Previdenza sociale, dello Sviluppo economico e della Giustizia. L’onorevole ripercorse tutta la vicenda dell’attività tessile a Cetraro dal 1951 ai giorni nostri. Dall’imprenditore piemontese Donato Faini passando da Angelo Marani fino agli editori di Calabria Ora nel 2004. Il primo ventennio della seconda metà del secolo scorso fu il periodo più florido per il benessere e l’occupazione nel paese cosentino. Nei primi anni ’70, con la morte di Daini, la crisi. E il baratro. Che si trascina fino ad oggi. Nel 1997 fece la sua comparsa Itaninvest, una società con capitale interamente pubblico, del ministero del Tesoro, che cedette lo stabilimento a due società: La Seta di Tavassi e all’Emiliana tessile di Angelo Marani. La Seta fallì subito, mentre l’Emiliana assunse circa 50 operai, provenienti dal personale in mobilità all’ex Tessile. Nonostante i 13 miliardi delle vecchie lire ricevuti dallo Stato il Marani lasciò le cose come stavano. Qualche anno fa è stato condannato per malversazione ai danni dello Stato. Nel 2004 la svolta. La vendita a Vela Latina con sede a Cosenza. Ad un prezzo stracciato. Circa un decimo del valore dell’immobile. Con un atto pubblico, a rogito notaio Calvelli da Rende, rep.47174.
La Napoli chiedeva: “sull'intera operazione di cessione della Emiliana Tessile di Angelo Marani alla «Vela Latina», oggi solo di Fausto Aquino, la Procura della Repubblica di Paola ha aperto un'indagine, anche alla luce del «giallo» sul documento regionale di compatibilità del progetto di riconversione in Struttura Oncologica privata del Polo Tessile -: quali finanziamenti reali siano stati elargiti da Itainvest a ciascuna delle quattro imprese per il rilevamento del polo tessile di Cetraro; come siano stati impiegati i finanziamenti elargiti alle società sopra richiamate, ai sensi della legge n. 488/92; quali immobili siano stati trasferiti a ciascuno degli imprenditori;
quali controlli siano stati effettuati dalle competenti autorità sul complesso delle varie operazioni su riportate; quali siano i motivi che non hanno mai garantito i livelli occupazionali contrattuali;
quali siano gli stadi delle indagini giudiziarie avviate; quali urgenti iniziative i ministri interrogati intendano attuare per salvaguardare il livello occupazionale”.
Le bugie
Nessuno dei ministri tirati in ballo rispose. Ad oggi, a pagare per questa gloriosa storia, dell’attività tessile di Cetraro, poi vessata e violentata dai soliti noti, è stato solo Marani.
Dell’indagine sull’acquisto eccezionale dello stabilimento da parte degli editori di Calabria Ora manco l’ombra. Neanche una bugia detta così bene per far parlare di sé.
Solo una Nave si è insabbiata. La Nave “dei veleni”. Una grande bugia, ma l’hanno saputa dire. Calabria Ora insegna.
Con la collaborazione di Francesco Cirillo
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1 commento:
Domenico Dragone Sansonetti ? a mio modesto parere si schiera secondo il soffio dei venti.
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