12 giugno 2011

Il Commissario Melandri. Cui prodest?


Il muro simbolico eretto dai manifestanti all'ingresso dell'Ufficio per l'Emergenza ambientale in Calabria

“Ma lo sapete che quando sequestrai la discarica di Reggio Calabria, in qualità di comandante della Guardia di Finanza, Goffredo Sottile era prefetto?” Graziano Melandri lo dichiara alla fine dell’incontro avuto con una delegazione della “Rete difesa del territorio, Franco Nisticò”, che gli ha chiesto a viva voce la chiusura del Commissariamento. Forse un lapsus, rivelatore del fatto che “tra uomini di Stato” ci si intende. Soprattutto se a girare nel novero dei nomi designati dal Governo sono sempre gli stessi. Sottile è stato commissario per l’emergenza ambientale in Calabria prima di lui e di Giuseppe Scopelliti, governatore della Regione dallo scorso anno. La battuta è la risposta all’osservazione di un appartenente della delegazione, che “anche Sottile ci disse la stessa cosa: che entro il 31 dicembre dell’anno in itinere sarebbe finito il Commissariamento”. Eventualità contraddetta dalla storia. L’Ufficio, tra proroghe e promozioni, sta lì da 14 anni. Un po’ vecchiotto per un’ “Emergenza”.
Classico vestito blu, camicia celeste a quadri e cravatta gialla. Stempiato quanto basta per la sua età. 57 anni portati bene. Una dialettica pacata, che cerca il confronto. E’ favorevole al nucleare e ai termovalorizzatori. Alle rimostranze replica così: “E’ una mia opinione, non sono libero di averla?” Accoglie i ragazzi con il sorriso sulle labbra. Li fa sedere e ascolta la prima richiesta. Si sente l’aria di “lavoro”. Tanto che quando accenna alla “bonifica delle discariche”, vista la fine del ciclo vitale a cui sono destinate, non sa quali siano le prossime beneficiarie. “Però, spetta ai Comuni, per legge”, spiega. E’ consapevole del sistema “fallimentare” dell’Ufficio. “E’ dal primo giorno d’insediamento che lo dico”. Vero, fallimentare. Sono 480 i procedimenti regressi che ha ereditato dal suo predecessore. 170 milioni di debiti. Una palla al piede che si passano tutti i commissari. Come un’eredità, da predecessore e subentrante. Un trofeo, garante della successione. Tanto che qualora dovesse terminare, l’ “emergenza”, questa resterebbe sempre di competenza di una figura commissariale “minore” rispetto al Commissario. “Anche in Campania è stato così”, racconta.
“La Calabria - dice - era stata divisa in tre sistemi. Nord, Centro e Sud. Calabria Nord è fallita in pieno. In Calabria Sud sono stati realizzati anche impianti come Rossano, che non sta proprio a Sud. Calabria Centro è Lamezia e Catanzaro. Ecco perché il Sistema non ha funzionato”. Facile l’analisi della macroeconomia dell’emergenza.
“La raccolta differenziata perché è fallita? Perché è stato creato un sistema che era fallimentare in partenza. A parte le quattordici società per gestire solo due milioni di abitanti. Sono tutte fallite. Perché almeno dovevano fare il 35 per cento della raccolta per stare ai livelli di spesa. E poi perché sono diventate ricettacolo di assunzioni di carattere politico con spese gonfiate di gente pagata quando non c’era la vera raccolta perché non era mista. Io le sto seguendo anche sotto l’aspetto penale. Si sono dispersi i mezzi, è successo di tutto”. Anche questa è agevole, la microeconomia dell’emergenza.
Spazio anche alla critica di merito al “Sistema”. “Era prevista la realizzazione di due impianti di termovalorizzatori. Uno a Nord e uno a Sud. Quello a Sud è quello di Gioia Tauro. Quello a Nord per volontà politica non si riesce mai a realizzare per cui si perde tempo. E andando anche contro ciò che era stato stabilito in un contratto. E si pagano delle penali”. Contro chi? Veolià.
“E come mai le vince sempre Veolià le gare per questi impianti?” Pronta la risposta: “Ma Veolià è una grossa multinazionale…”. Già, non lo avevamo capito.
Tutto sommato, il bicchiere, per il Commissario, è mezzo pieno. “Non bisogna buttare sia il bambino che l’acqua sporca. Qualcosa di buono ha fatto l’Ufficio”, una considerazione avanzata soddisfacendo il diritto di opinione, vista la consegna dell’ “Ordinanza di chiusura dell’Ufficio del Commissario dei Rifiuti della Regione Calabria”, da parte della dalla Rete di difesa del territorio Franco Nisticò”.
“Ma perché non si dimette così da dare un segnale forte al Governo e alla Regione Calabria? chiedono dalla Difesa. “Se mi dimetto verrò sostituito, quindi, tanto vale che rimanga io”, conclude. E poi è il pupillo del governatore. Non può deluderlo. Si conoscono almeno dal 2002, quando Scopelliti, da sindaco di Reggio Calabria, lo convinse a lasciare la Guardia di Finanza per accettare l’incarico di assessore deleghe alla Trasparenza, Viabilità e Polizia municipale. C’è un’affinità elettiva tra i due. È come se fossero la stessa persona. Checché l’Ufficio e la Regione Calabria siano cose diverse.

Anche su Mezzoeuro

Nessun commento: