Da sinistra: suor Carolina Iavazzo, Enzo Romeo, mons. Salvatore Nunnari, Nelida Ancora e Pino Masciari
“La Chiesa è vittima o carnefice della ‘ndrangheta in Calabria?”, chiede Enzo Romeo, caporedattore del tg2. “Una Chiesa forse troppo seduta nelle sacrestie”. Accusa suor Carolina Iavazzo, ex collaboratrice di don Pino Puglisi. “Il mio auspicio è che segua l’insegnamento di don Tonino Bello che chiedeva una Chiesa che sa annunciare, denunciare e rinunciare”. “La Chiesa ha bisogno di martiri”, continua ancora la consacrata alla carità cristiana citando il neo vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò. Martiri “intra” la Chiesa. Ma ci sono anche martiri extra la Chiesa, sottolinea e modera monsignore Salvatore Nunnari, arcivescovo di Cosenza. Come Pino Masciari, un testimone di giustizia, che vive sotto scorta da quando denunciò le cosche che gli chiedevano il pizzo. Una scelta che gli ha cambiato la vita. “Ho scelto di essere un uomo di Stato”, urla nella sala convegni dell’Igv di Le Castella durante il V congresso ecclesiale delle chiese calabresi. Una storia di dolore e di amore per la sua terra. Per la sua famiglia. Ha rivisto la madre dopo dodici anni. Sul letto di morte gli disse: "sono orgogliosa di avere un figlio come te". La speranza di tutti è quella di una Calabria migliore. E' lui a dare un imbocca al lupo agli altri. Perché lui la scelta l'ha già fatta. Quella per lo Stato. Alla fine del suo intervento tutti i partecipanti si alzano in piedi per applaudirlo. Un martire “del nostro tempo”. Una testimonianza “laica”, rimarca mons. Nunnari. Accanto alle altre più squisitamente religiose. Il tema del convegno è: “La comunione è speranza”. Una speranza ricercata da tutti i “figli di Dio”, laici e consacrati, convengono i relatori. Edificante la testimonianza dei coniugi Gerhard e Annalisa Bantel, missionari evangelici presso il Centro Emmaus di Roccella Ionica. Originari della Svizzera, il Signore li ha fatti incontrare in Calabria. Si amano. Si sposano. Hanno un figlio. E dopo tre anni “Dio decide di prenderselo nel suo grembo”, spiega la mamma. “Ho vissuto la prova più grande della mia vita. Ma Dio mi ha detto che la mia missione era in mezzo ai ragazzi calabresi. E ho continuato a seguirla”, prosegue. Una tavola rotonda ricca di emozioni. Dove è riaffiorata anche l'eco di alcune affermazioni di Antonello Venditti che, in un concerto dello scorso anno in Sicilia, dichiarò: “Ma perché Dio ha creato al Calabria? Non ha niente”. Qualcuno in sala sussurra di boicottare i dischi del cantautore. “Solo una provocazione”, taglia corto Romeo. “La Calabria – prosegue - è una terra che ha fatto incontrare l’Occidente e l’Oriente. l’Ellenismo e il Cristianesimo. Ha tanto da offrire. Ma è anche vero che è una terra dove alcuni suoi valori distintivi, come l’ospitalità, la famiglia, e la riservatezza, sono diventati dei disvalori. Presi a prestito dalla ‘ndrangheta e trasformati in un linguaggio che sa parlare solo di mafia”. E per rispondere alla domanda del cantante ricorda l’immagine dello scrittore calabrese, Leonida Repaci, che descrive che quando Dio creò la Calabria era preso dalla volontà di creare un vero e proprio capolavoro. Soddisfatto e stanco dell’opera appena compiuta, andò a riposarsi. Nel frattempo il diavolo approfittò della sua solitudine per riempirla di calamità: il terremoto, la malaria, le alluvioni, la siccità, l’Onorata Società, la vendetta, l’omertà, la violenza. Quando il Creatore si accorse del misfatto era tardi, ma disse che “questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola. Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l’ho voluta. La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto”.
Una Calabria splendida. Religiosa. E con un forte senso di Stato. Ma che deve riappropriarsi di sé stessa. Ecco la speranza emersa dal convegno episcopale. Una speranza che è anche Antimafia.
La prima e la seconda parte dell'intervento di Pino Masciari
2 commenti:
mi ha molto colpito la storia di pino masciari,
abbiamo molto da imparare da lui...sù la testa..
come lui dovremmo essere in tanti..chi sa denunci
solo così possiamo garantire un mondo migliore per i nostri figli..calabria tanta amata tanta odiata...la chiesa è un punto fermo..e tutti noi
dobbiamo attaccarci ...iniziamo con i nostri ragazzi...aver fede significa tanto..bravo Emilio
nella Bibbia è scritto:da un albero buono escono frutti buoni, da un albero marcio escono frutti marci. Mi chiedo se la Chiesa è il nostro punto fermo.Francesca
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