25 gennaio 2010

L'Ipsaa in Fieri a Sersale


La bagarre sul trasferimento della sede dell’Ipsaa (Istituto professionale dell’ambiente e dell’agricoltura) dalla località Fieri di Belcastro a Sersale, con l’Amministrazione comunale di Sersale e della scuola, da una parte, e sindaci di Belcastro e di Botricello, dall’altra, è quanto di meglio il campanilismo, tipico nostrano, e la cultura del comico, caricatura dello stesso provincialismo, possano offrire.
Campanilismo, per primo. Le Amministrazioni di Belcastro e di Botricello in tutti questi anni non hanno mai fatto niente per aiutare concretamente la scuola, che da molto tempo registra una diminuzione sempre crescente degli studenti, (quest’anno sono solo 36, suddivisi in quattro classi, ndb). L’allarme che, ogni anno, contemporaneamente al primo squillo della campanella scolastica, veniva lanciato dai direttori che si sono succeduti non è stato mai preso in seria considerazione dalle Amministrazioni coinvolte, né da Belcastro, perché la scuola rientra nel suo territorio, e né da Botricello, perché il plesso si trova sulla statale 106 ed è parte integrante del tessuto sociale della cittadina ionica. Qualche anno fa Ivan Ciacci, sindaco di Belcastro, si iscrisse lui stesso per incrementare il numero degli alunni, nonostante fosse già laureato in medicina. Ma all’apprezzabile gesto non seguì un progetto vero e proprio per sensibilizzare la cittadinanza su questa opportunità, che forma i ragazzi sulle risorse ambientali e agricole presenti nel territorio.
Ora che la dirigente dell’Istituto d’istruzione superiore di Sersale, Silvana Afeltra, a cui è stata annessa anche la scuola di Belcastro, ha fatto presente la necessità non più prorogabile, per la sopravvivenza della stessa scuola, di un suo trasferimento, qualcuno ha alzato il proprio campanile, lasciato per molto tempo nel ripostiglio di casa. “Vi garantisco 50 iscritti, se non verrà trasferita”, ha tuonato il sindaco di Botricello, Giovanni Camastra. Mentre il Consiglio comunale di Belcastro ha addirittura deliberato la propria “contrarietà” alla dislocazione del plesso scolastico.
Ma dove erano questi signori quando da ben 35 anni gli studenti sono costretti a convivere con l’amianto, di cui è ricoperto il tetto del convitto, affianco il plesso scolastico, mai portato a termine?
Dove erano questi signori quando da ben 35 anni gli studenti sono costretti a convivere con una struttura, di più di mille metri quadrati, attorniata da cocci di vetro, per le finestre rotte, e da cancelli arrugginiti?
Dove erano questi signori quando il convitto non veniva collaudato?
Dove erano questi signori quando il convitto non veniva mai consegnato alla scuola, nonostante i diversi miliardi di lire, spesi negli anni settanta del secolo scorso?
Dove erano? Ve lo dico io. Erano a lucidare il proprio campanile. Che oggi - quando finalmente qualcuno ha pensato di fare qualcosa - stanno facendo suonare. Per dire: “No, la scuola è nostra!”. Si è visto come ci hanno tenuto in tutti questi anni! E la tempistica dei loro interventi dà la misura di come lo hanno preservato a dovere, il proprio campanile, per sfornarlo al momento opportuno, in modo che nessuno in futuro potrà dire che “non ce l’hanno messa tutta” per lasciare le cose come stavano. E cioè la scuola al suo posto, dove è sempre stata. A gemere per incuria e isolamento.
Cultura del comico, infine. Anziché riconoscere la bontà di una scelta, per evitarne la chiusura, in un contesto, quale quello sersalese, già avviato alla cultura della valorizzazione della natura e delle risorse ambientali, come lo testimonia la nascita di associazioni e cooperative ambientaliste, fatte da giovani, fanno ridere: “No! La scuola è nostra!”. Preferiscono la cultura del comico rispetto a quella della realtà.
Anziché preoccuparsi di proporre una soluzione, magari, per restaurare i plessi esistenti e per avviarci una struttura ricettiva alternativa recitano: "La scuola è nostra, e non potete portarcela via”. Sempre per la storia che un domani nessuno potrà loro obiettare che “non hanno difeso il territorio", e le potenziali risorse del proprio elettorato.
Il comico è sempre presente dalle nostre parti. Assistervi è quasi gratis. Basta acquistare i giornali. E goderselo. Ogni mattina. Prima intona uno. Il giorno dopo l’altro.
Ora, se veramente verrà trasferita la sede dell’Ipsaa, perchè la decisione spetta alla Provincia di Catanzaro, il comico acquisterà anche un lato tragico. Cioè, tutta la località Fieri ne risentirà, e sarà definitivamente abbandonata.  Contestualmente al pascolo delle greggi nelle aule dove un tempo si faceva lezione, avranno la faccia tosta di ribadire: “Glielo avevo detto io: che era meglio se ci tenevano la scuola!”. E poi veramente non si saprà se continuare a ridere o a lasciarsi andare in un pianto finalmente liberatorio.

NB

Il convitto ricoperto di amianto e mai ultimato

7 commenti:

domenico. ha detto...

vedere delle strutture lasciate allo stato dei luoghi è una vergogna, cosa però non hanno fatto i sindaci sia di Belcastro che di Botricello....
Parole parole parole soltanto parole.
Ma la gente di Belcastro e Botricello non dicono niente, non commentano , e intanto la sede dell'Ipseaa se ne vaaaaaaaaaaaaaaaaa.

Anonimo ha detto...

egregio sig grimaldi
nel suo articolo fa un'informazione a metà: prima di tutto le foto non sono quelle dell'istituto ma della struttura a diacente diroccata, poi la verità come sempre sta nel mezzo: è vera tutta la storiella dei sindaci del campanile eccetera ma è anche vero che le scuole chiudono in genere per due motivi:
1) scarsa competitività: l'offerta formativa e lo stato della struttura non attre i ragazzi (altrimenti non si spiegherebbe perchè negli anni passati vi era 3 sezioni complete)per cui le classi sono ormai formate dagli scarti di altre scuole con abbassamento notevole del livello di formazione
2) direttore che non ha mai avuto alcuna volontà di portare avanti l'istituto, altrimenti non si spiegherebbe questa notevolissima flessione ed i conflitti con le scuole medie e le istituzioni sia di Belcastro che di Botricello. Il direttore essendo di Sersale non gli è parso vero di scaricare la scuola a riportarla al suo paesello. Chiediti cme mai nel 2008 ha mollato la direzione e nel 2009, con l'accorpamento di Fieri a Sersale, ha preteso di tornarci?
Fai un discreto giornalismo locale, forse troppo giustizialista (a me non piacciono i de magistris di turno che sparano nel mucchio dove magai becchi il colpevole ma colpisci anche tanti innocenti e lo fa solo per carrierismo politico) ma secondo me ti informi parzialmente delle cose
buon lavoro
federico

federico ha detto...

PS: a proposito, ti sei chiesto come mai la provincia ha speso 50 mila euro per ristrutturarlo ed ora lo chiude?
Ti sei chiesto che fine farà questa struttura? due ipotesi: la occuperà qualcuno della zona oppure la "regaleranno" a qualche ptente di turno
federico

Anonimo ha detto...

egregio signor Federico,
il fatto che la sua scuola "vera" sia quella accanto il convitto è già scritto nel pezzo, a cui allego anche il link sulla sua complessa storia. Sulla questione del direttore che "avrebbe preteso" il trasferimento non sono informato salvo il fatto che gli studenti sono sempre diminuiti negli ultimi anni e la maggior parte proviene proprio da Sersale e non da Belcastro o da Botricello.
Che fine farà la struttura? Sono d'accordo con lei, la "regaleranno" a qualche potente di turno.
Non penso di fare il giustizialista. Con tutti quei soldi spesi e con tutto quell'amianto ci vuole poco per fare solo del "semplice" giornalismo...
cordialità
emilio grimaldi

Anonimo ha detto...

io ho frequetanta questa scuola trenta anni
fa come era
allora ed adesso anzi e'andata sempre indietro
quindi il sindaco di botricello dobrebbe stare zitto
m.v

giuseppe gualtieri ha detto...

all'anonimo che ha frequentato questa scuola le voglio solo dire, che gli anonimi c'erano pure trenta anni fa in quella scuola..ora a distanza di trent'anni quella scuola non è servita a niente vero è .....che sono passati trenta anni e lei è rimasta anonima come allora. e se ci saranno dei cambiamenti certamente non potranno mai venire dalle persone che rimangono tali e quali negli anni.Perchè non ha mai detto niente al Sindaco di botricello se vuole gli scrivo io con nome e cognome.O aspettiamo il suo prossimo commento con nome e cognome.
Chi conosce la verità non ha mai detto niente gentilissimo Federico si chiudono a riccio nell'anonimato e nell'omertà.

federico ha detto...

egregio sig Giuseppe
io penso che non sia necessario cercare responsabilità nei Sindaci (oggi ne fanno solo una questione di campanile) ma nella gestione dei Dirigenti che si sono susseguiti in questa scuola. Cercare responsabilità nei Sindaci serve a poco, se le scuole non sono appetibili le responsabilità vanno ricercate altrove.
E' un peccato che questa scuola chiuda se non altro perchè ha rappresentato un pezzo di storia di un territorio......
Federico