Achille Toro,
caricatura a cura del blogger
Achille Toro. Il potente procuratore aggiunto di Roma. Il piè famoso Achille d’Italia, dalla Procura dell’Urbe al gabinetto dell’ex ministro dei Trasporti Bianchi, dalla vicenda sul tentativo di scalata dell’Unipol alla Bnl al sequestro dell’ “Archivio” Genchi e ai Voli di Stato di Berlusconi, si siede. Si dice per dire. È indagato dalla Procura di Firenze nell’inchiesta sui lavori del G8 e sui presunti illeciti commessi in ottemperanza ai Grandi eventi del Governo insieme al capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. E se ne va. Lascia la toga per essere libero di “difendere l’onorabilità mia e di mio figlio in ogni sede”, osserva. Una settimana fa, sempre per difendere suo figlio, Camillo, anche lui finito nell’inchiesta, aveva detto che non si sarebbe dimesso “per provare che non ho fatto nulla, e così anche mio figlio sarà assolto”. Ieri ci ha ripensato.
“Una corruzione gelatinosa”, a cui avrebbero attinto ditte e vertici della Protezione civile, secondo le parole del gip fiorentino. Fatta di sesso, ville, e automobili di lusso in cambio degli appalti “in emergenza e urgenza” e in deroga alla trasparenza sulla normativa dei Lavori pubblici. L’Achille ci finisce spedito perché avrebbe spifferato informazioni riservate ad alcuni imprenditori, interessati all’indagine. Comunque, questa delle soffiate deve essere una sua specialità. Già con la scalata bancaria l’accusa della Procura di Perugia, poi archiviata, muoveva da alcune rivelazioni che avrebbe fatto al collega, giudice Francesco Castellano, presidente del Tribunale di Sorveglianza Milano, in merito all’esposto che il Banco di Bilbao aveva presentato nei confronti dell’Unipol.
I telefoni, le intercettazioni e i brogliacci, ancora, sono la sua passione. Tanto che quando decide di sequestrare il fantomatico archivio di Gioacchino Genchi, consulente dell’ex pm Luigi De Magistris, non si accontenta solo di Why Not e Poseidone, le inchieste per le quali si erano toccati “i fili dell’alta tensione”, secondo il commento del perito informatico, ma tutto il suo lavoro, dai primordi, dagli anni ’90, al 2009. L’Achille, probabilmente, voleva rendersi conto se era vero, quanto si diceva, che Gioacchino era stato più veloce di lui nell’annotare i suoi continui e accorati contatti con la più potente lobby di potere mai sgominata degli ultimi vent’anni. E c’era, come se c’è. “Con Latorre, Minniti, Cossiga, Ricucci, Geronzi, Benetton, Caltagirone, Gavio, Rovati, con i generali Cretella, Adinolfi e Jannelli delle Fiamme gialle, ma anche con i centralini del Viminale, di Bankitalia e del Vaticano nei giorni cruciali dei processi e delle indagini su umts, Parmalat, Cirio e Unipol dovrebbero imporre l’immediato intervento del Csm”, racconta Marco Travaglio nella prefazione del libro scritto da Edoardo Montolli in: “Il caso Genchi. Storia di un uomo in balia dello Stato”. Ma più di tutti è con Giancarlo Elia Valori che il Toro è “in contatto”. L’uomo delle strade italiane, in qualità di presidente dell’Anas, ma, presumibilmente, l’uomo ombra della vera rinascita “democratica” della Repubblica italiana, come era nelle intenzioni di Licio Gelli, capo della P2, che lo espulse per indegnità.
2 commenti:
caro emilio ma almeno questo individuo se ne va, il nostro sindaco invece, condannato a due anni e otto mesi di reclusione più due anni e otto mesi di interdizione dai pubblici uffici qualche giorno fa per tentata concussione, seppure con sentenza di primo grado , senza contare la precedente condanna a sette mesi per realizzazione di falso timbro di geologo non solo non se ne va , ne lui ne gli assessori, ma impavido continua nella sua arroganza. Questo la dice lunga sullo stato in cui versa l'Italia. francesca
Caro Emilio,
desidero complimentarmi con te e con i tuoi lettori per non avere mai perso la forza e la motivazione nella ricerca della verita' di quei fatti ( criminali )che affossano lo sviluppo della nostra Calabria...L'immobilismo e la reticenza affossano ancora di piu' e fanno il gioco ( sporco ) dei lestofanti che ci gestiscono dall'alto, della loro arroganza incontrastata. Quindi parliamo....
Mi colpisce che qualche reduce, ancora, ricordi i collegamenti tra "Toro seduto" e le note vicende giudiziarie calabresi e.... ti ringrazio di questo.
E' ancor piu' inquietante sapere... che in un noto albergo della costa tirrenica, prima del taglio del nastro dell'Udienza Preliminare della nota inchiesta Why Not, lo stesso Giancarlo Elia Valori, in "contatto" con il Toro, si sarebbe incontrato con il Feroce Saladino, famoso personaggio della Mitologica Magnamagna Graecia.
La domanda nasce spontanea....avranno parlato dei massimi sistemi o dell'inchiesta che vede Saladino imputato??? Mah! Chissa'. Certo che se cosi è, molto meglio essere imputati che testimoni di giustizia. O giornalisti affamati di verita'. O magistrati integerrimi che fanno il loro dovere. Se poi aggiungo a questo tassello ( poco? ) l'incontro a Catanzaro tra Simone Luerti (amicone di Saladino) e Alfredo Garbati quando il primo era Presidente dell'ANM e il secondo Coordinatore del Pool di WHY...YES, Beh mi sorge una briciolina di dubbio: non e' che per caso si sta provando ad influenzare l'opinione degli addetti ai lavori, che so',con qualche Operetta Vittimistica e Santificante....???
Recidiva??? Nooo! Assolutamente!!! Sacrosanto Diritto alla Difesa...
Un saluto affettuoso e buon coraggio a tutti.
da arrocco
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