30 luglio 2010

Sit-in Seteco. Lo scandalo e la speranza


Seteco, cchi cazzu te fumi?” Davvero, perché fuma così tanto da almeno quattro anni a questa parte? E poi: “Seteco, licenza di uccidere”. Una fabbrica con la concessione di produrre fertilizzanti trasformata nel tempo, a seguito del doppio sequestro da parte della Procura di Catanzaro nel 2006 e nel 2010, in un capannone di diecimila metri quadrati con licenza di uccidere. Le esalazioni che emana, derivanti dall’autocombusione dei rifiuti, infatti, non sono certo un toccasana sia per la natura circostante che per l’uomo. Sono gli slogan del Comitato “Seteco, la fabbrica dei veleni nascosti” che stamattina ha presieduto in piazza Grimaldi del capoluogo di Regione. Un Comitato intercomunale, ne fanno parte cittadini di tutta la provincia di Catanzaro. E apartitico, diverse le preferenze politiche. Tutti uniti per un solo obiettivo: la sua bonifica, immediata. Per una sola richiesta: la verità su quello che è stato e su quello che è, tempestiva. Quattro anni di silenzi, da parte del Palazzo di Giustizia, sono un tempo infinito durante il quale la Seteco, di certo, non ha smesso di fumare. H 24, una puntualità invidiabile. Soprattutto di sera e nelle ore notturne, grazie all’umidità che ne costringe la distribuzione orizzontale più capillare, del fumo.
“Una denuncia giusta e legittima”, sono le parole di Sonia Munizzi, vicecapo di Gabinetto della Presidenza della Regione Calabria, rivolte ad una delegazione di cittadini ricevuta a Palazzo Alemanni durante il presidio di questa mattina a Catanzaro. “Investiremo di questa vostra protesta il presidente, Giuseppe Scopelliti”, ha continuato. “Il tempo di contattare e di concertare le cose da fare con tutti gli organi competenti. Entro la settimana prossima. E vi assicuriamo un pronto intervento della Regione”, ha concluso.
Il Comitato ha reso noto che “se le risposte non saranno soddisfacenti per garantire la salute dell’uomo e la salubrità dell’ambiente” provvederà a programmare “una manifestazione direttamente sul posto”, nella zona industriale di Marcellinara, sulla strada statale 280, che mette in collegamento il capoluogo con Lamezia Terme.
Un sit-in sposato fin da subito da cittadini e sodalizi. Tante, tuttavia, le assenze importanti, come Legambiente, proprio l’associazione che si occupa di difendere e proteggere il territorio, e l’Amministrazione comunale di Marcellinara, che pure è stata sempre sensibile alla question Seteco.
Appuntamento, dunque, alla settimana prossima. Altrimenti ad un’altra forma di protesta, magari più spettacolare di quella di oggi, sulla stessa 280. Che non potrà mai, però, superare le gesta dello spettacolo dei veleni sprigionati dai SErvizi Tecnologici ed ECOlogici di Pasquale Leone, ora affidati alla curatela fallimentare di Vincenzo Iiritano. H 24, senza riposo.

4 commenti:

giovanni parrotta ha detto...

grande emilio....bellissimo articolo...come ricordavi aspettiamo risposte...questa di oggi è stata un'azione dimostrativa e di protesta... ma se non ci daranno risposte e atti concreti atti alla bonifica della zona ...saremo pronti a fare "burdellu"tanto "burdellu"....spero gli altri condividano il mio pensiero....a presto

Anonimo ha detto...

SONO CONVINTO CHE TRA QUALCHE GIORNO ALLA REGIONE ANDRANNO IN FERIE E LASCERANNO TUTTO A TACERE! NOI TUTTAVIA ANCHE SE DOBBIAMO RINUNCIARE A QUALCHE GIORNO DI FERIE CI DOBBIAMO DA ADESSO ORGANIZZARE PER UNA GRANDE MANIFESTAZIONE SUL LUOGO DEL DELITTO.
CI DEVONO DIRE DI CHE COSA CI STANNO INTOSSICANDO DA PIU' DI QUATTRO ANNI.
I RESPONSABILI DOVREBBERO ESSERE GIA' IN GALERA E LA CHIAVE BUTTATA.
E COME INTONAVA STAMATTINA IL PICCOLO MATTIA CONTINUEREMO A COMBATTERE UN SALUTO ROBERTO

mena matragrano ha detto...

forse organizzare un sit-in di protesta il 30 luglio a catanzaro è...ricercare l'azzardo. la mancanza in piazza della cittadinanza marcellinarese, con quello che rischia dal punto di vista ambientale(la sua naturale collocazione fa sì che i venti convoglino dritti-dritti i fumi nella sua direzione), dà il segno della sua vocazione al martirio! gravissima la posizione delle varie organizzazioni ambientaliste che a sciacquarsi al mare erano, e al mare sono rimaste: VERGOGNA!

Anonimo ha detto...

Avviata la procedura per interventi di emergenza nello stabilimento “Seteco” di Marcellinara

http://www.regione.calabria.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4788&Itemid=136

L’assessorato ed il dipartimento regionale all’Ambiente hanno avviato la procedura dei poteri sostitutivi, previsti dall’articolo 242 del D.lgs 152/2006, per interventi di emergenza da attuare in via d’urgenza nello stabilimento “Seteco” di Marcellinara.
Lo stabilimento, adibito alla produzione di fertilizzanti da rifiuti organici ed oggetto di sequestro dall’Autorità giudiziaria, sta creando grande preoccupazione per i seri rischi ambientali e sanitari derivanti da fenomeni di autocombustione dei rifiuti giacenti nell’impianto che sprigionano odori nauseabondi sull’intero territorio.
Per affrontare il problema l’assessorato e il dipartimento Ambiente della Regione Calabria hanno riunito intorno ad un tavolo l’Amministrazione comunale di Marcellinara, la Provincia di Catanzaro, l’ufficio per l’emergenza sui rifiuti, l’Arpacal, l’Asp di Catanzaro, il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, il servizio P.G. NISA presso la Procura di Catanzaro, il Comando provinciale del Copro Forestale dello Stato di Catanzaro, i Carabinieri di Marcellinara, la Prefettura e la Procura di Catanzaro. I partecipanti all’incontro hanno condiviso la linea di intervento proposta e, al termine, hanno tracciato l’iter che porterà la Regione, attraverso la nomina di un Commissario ad acta, a sostituirsi al soggetto responsabile dell’inquinamento ed al comune di Marcellinara, territorialmente competente. Di conseguenza, l’assessore regionale all’Ambiente Francesco Pugliano e il dirigente generale del dipartimento Bruno Gualtieri proporranno alla Giunta regionale la nomina del Commissario ad acta che dovrà avviare e mettere in atto la fase di rimozione dei rifiuti e la messa in sicurezza del sito.