Vignetta a cura del blogger Da story Ad agitare le acque della SoRiCal, società risorse idriche calabresi, in questo piovoso autunno non è il regime torrentizio della maggior parte delle fiumare calabresi. Non sono i sindaci che si sono consociati per gridare battaglia contro la società pubblico privata per il recupero dei debiti pregressi accumulati negli anni. E non è nemmeno il temporale che ha scosso la Veolia, la società francese che detiene il 46,5 per cento delle azioni, dopo essere stata allontanata dai suoi stessi connazionali, da Parigi, la città della Rivoluzione che ha fatto iniziare la storia contemporanea. Non sono questi i motivi. Ma Angela Napoli. La neo parlamentare di Futuro e Libertà. Che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, al ministro dell'Economia e delle Finanze, al ministro per i Rapporti con le Regioni e al ministro per la pubblica Amministrazione e l'Innovazione. Una voce pacata, la sua. Un tono calmo e quasi familiare. Ma con un accento fermo e categorico. Passa al setaccio la filiera della legalità regionale, su cui dice di basarsi. Una filiera di tecnicismi per soli esperti. Eppure, sembrerebbe che proprio dai piccoli numeri vengano fuori le più grandi fregature. Come quelle delle tariffe. La SoRiCal, che ha stipulato una convenzione con al regione Calabria per la gestione della conduzione idrica ai Comuni per 30 anni, per esempio, non poteva aumentarle. Dovevano rimanere congelate ai sensi della legge numero 36 del 1994, la legge che ha dato l’avvio alla riorganizzazione dei servizi idrici. Cioè, la norma stabiliva l’elaborazione del “metodo normalizzato” ai fini della determinazione della tariffa. Metodo in vigore contestualmente alla funzionalità del servizio idrico integrato. Nelle more, la successiva numero 172 del 1995, deliberava che il compito di fissare i criteri spettava al Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica. Bene: dura lex, sed lex. Tuttavia in Calabria è meno dura. È fatta su misura. La Regione ha accettato il fatto compiuto degli aumenti decisi dalla SoRiCal nei suoi primi sei anni di onorata carriera. Aumenti fino al 20 per cento. Quantificabili in circa 30 milioni di euro. Un mare di soldi per il quale la SoRiCal, forte dell’appoggio del suo maggior azionista, la stessa Regione Calabria, ha fatto la voce grossa contro i Comuni debitori minacciandoli di limitare la fornitura se non avessero sottoscritto un piano di rientro. Attualmente sono centinaia gli enti morosi. Eppure sembra che si sia mostrata addirittura clemente verso alcuni. “L’attività della SoRiCal – denuncia la Napoli - di recupero dei debiti dei comuni, considerando che sono centinaia quelli in posizione debitoria, non appare uniformarsi ad un criterio generale di imparzialità, visto che vi sarebbero comuni con alti livelli di debito (pare che vi siano comuni con oltre 10 milioni di euro di debiti) ai quali non sarebbe stato richiesto ancora il pagamento dell'intera somma nel termine di 15 giorni e dietro avvertimento, in caso contrario, di una riduzione della fornitura dell'acqua, così come avvenuto invece nei confronti di piccoli comuni con poche centinaia di migliaia di debito”. Non torna la legge, non torna l’escamotage della stessa per la mancanza del metodo normalizzato. Forse c’è più di qualcosa che non va in SoRiCal, verrebbe da dire. A questo punto la Napoli apre un’altra breccia. Quella delle nomine. “Risulterebbe – scrive - far parte del consiglio di amministrazione della SoRiCal il sindaco di Corigliano Calabro, Pasqualina Straface, indagata per l'ipotesi di reato di cui all'articolo 416-bis del codice penale ed i cui due fratelli sono sottoposti al regime del 41-bis”. Una breccia, perché le nomine, i consulenti, gli affaristi che girano intorno all’affaire dell’acqua in Calabria non si sanno. Non si sanno chi sono. C’è un segreto di Stato su tutto questo. E non si conosce nemmeno “il costo complessivo della SoRiCal sul bilancio della regione Calabria”, lamenta la parlamentare di Fl. In sostanza per la Napoli “pare evidente che la SoRiCal s.p.a. è tenuta all'applicazione della legge statale sopra richiamata e che le determinazioni delle tariffe da parte della SoRiCal sono in contrasto con le previsioni legislative suddette”. E che “andrebbe accertato se la regione Calabria, una volta verificata la violazione della legge da parte della SoRiCal, possa revocare alla medesima società la relativa concessione della gestione delle risorse idriche calabresi e se i comuni calabresi, una volta accertata la illegittimità delle tariffe suddette possano vantare diritto al rimborso”. Caro Sergio Abramo, Tu che hai sempre criticato la Sorical del fu governatore, Agazio Loiero, prima di essere nominato presidente nel giugno scorso dal neo governo regionale di Giuseppe Scopelliti, se ci sei, batti un colpo. Attento a non farti male, però. |
26 novembre 2010
SoRiCal, Mrs 20 per cento. Interrogazione di Angela Napoli
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1 commento:
più che"se ci sei batti un colpo" io direi,
se sei una persona onesta " vuota il sacco"..
siete la vergogna della Calabria.
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