14 agosto 2023

Io amerò, tu amerai, noi “Amareno”. Il romanzo storico di Massimo Grimaldi parte da Belcastro e raggiunge le cime del Nord Europa

 


A Belcastro, terra di confine tra il mare e la montagna, tra manovalanza e modernità, tra filosofi, poeti e patrioti e uomini d’onore, vivono delle storie che accarezzano il cuore e illuminano la speranza di un mondo migliore. Una di queste è Amareno di Massimo Grimaldi.

Racconta della storia d’amore tra Luigi e Maria nell’immediatezza della seconda guerra mondiale.

Della sua partecipazione, di lui, alle dipendenze della Divisione Aqui inviata a dare man forte a Corfù al fianco dei tedeschi. Della sua prigionia prima a Belgrado e poi Goerlitz in Germania. Della liberazione grazie alle forze alleate. E del suo ritorno a casa.

Amareno è un albero che regala dei frutti deliziosi. Era stato stato piantato dal padre di Maria il giorno della sua nascita e non ne voleva sapere di sbocciare, forse non era ancora arrivato il suo momento. È anche il simbolo del loro amore, dove si promettono di amarsi per sempre. Un luogo e un non-luogo ideale per i giovani dal cor così gentile e così premurosi da farsi rapire. Così radicato in terra, ma anche così dipendente da un futuro incerto. Come le promesse in punto di guerra. Di un ritorno sospeso tra la speranza e la tragedia. Luigi lo sa. Che sarebbe sbocciato un giorno. Ne riconosce i segni, da buon conoscitore della terra e della sua vita che nasce e che muore. Anche Maria lo sa. In cuor suo sa che deve fidarsi. E che aspettare non è segno di debolezza, ma di forza, di quella forza che si ciba di desiderio e sogno.

Amareno di Massimo Grimaldi è la storia di suo nonno e di sua nonna. Che da Belcastro, piccola e invisibile cittadina della Calabria, raggiunge il centro del Mediterraneo e le cime del Nord Europa. Che sbriga l’orrore della guerra con poche e semplici battute. Perché non ha senso. Non ha senso combattere alle dipendenze di qualcuno che poi diventa il tuo nemico. Come non ha senso morire per soddisfare le velleità di qualcun altro. Eppure, nonostante non sia un libro sulla guerra e sulle cause geopolitiche che l’hanno generata, l’autore trova l’occasione per dare spazio anche agli uomini buoni e gentili che non mancano mai, che non hanno confini, neanche tra i germanici, neanche tra le vestigia della crudeltà e della tristezza. Quasi per lasciare una traccia sulle sue reali intenzioni e motivazioni.

La raccolta delle amarene consente a Maria di fare delle confetture buonissime. Da mamma - si sposerà con Luigi appena tornato dalla guerra - e da nonna non ha fatto altro che deliziare la sua progenie con questo sorprendente e dolcissimo frutto della terra, la cui tonalità "amarognola" non fa che esaltarne la prelibatezza. Che chiede poche cose in cambio. Cura, attesa, fedeltà. E amore, quell’amore che “a nulla amato amar perdona”. 


Nessun commento: