14 gennaio 2009

La sottile linea della vita



















Don Masino scavava una fossa. La sua fossa. I suoi compari gli avevano detto che doveva scavarla fino a un metro e mezzo. Gli tramavano le gambe a don Masino. Nessuno avrebbe potuto aiutarlo. Avevano detto che volevano fare una passeggiata nella sua terra. Don Masino sapeva che loro sapevano. Ma sperava in un atto di clemenza. La stessa speranza che tanti prima di lui avevano cercato invano. Pochissimi i fortunati toccati dalla clemenza degli “uomini buoni”. La ‘ndrangheta è crudele ma sa essere anche “buona”. Una forma di giustizia che non ti aspetteresti nemmeno dallo Stato, ma vissuta su un binario comportamentale diametralmente opposto a quello della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità. Perché basato sulla legge del più forte. E dove la fraternità è solo una sua appendice. Che non brilla di luce propria.
Gli tremavano le gambe a don Masino. Diceva: “Perdonatemi!”. “Perché mi volete ammazzare?” implorava. “Tu lo sai. Sai anche che non dovevi parlare. Sei stato proprio tu ad occuparti dei cantanti per molto tempo!” rispondevano. “Non ti preoccupare, non ti ammazzeremo ma ti daremo una lezione, che non dimenticherai. E sai perché non lo facciamo? Perché i tuoi figli sono uomini di onore!”, lo rassicuravano. Era pieno inverno. La brezza era tagliente. Eppure lui riusciva a sudare. Un sudore freddo. Innaturale. Sembrava di morte. Quando ebbe finito li avvisò. “Ora mettiti dentro!”, intimarono. Don Masino divenne pallido. Aveva il badile ancora in mano e gli cadde per terra. Il suo cervello si chiuse. Non pensò più a niente. La morte è meno malvagia del suo presentimento. Da allora i suoi gesti divennero meccanici. Come un automa si buttò giù. Ma lasciò inavvertitamente le mani fuori dalla fossa. Un gesto istintivo, in difesa della sua vita. Di cui non era nemmeno consapevole. Non lo aveva programmato. E subito lo ripresero: “Anche le mani!”. Immediatamente insaccò anche le braccia quasi chiedendo scusa di tanta spavalderia. Ricoprirono la tomba fino alle sue spalle. Era ormai in balia dei suoi aguzzini. Trovarono un secchio nascosto tra gli ulivi. Ci urinarono dentro, e qualcuno ci evacuò anche. Poi ritornarono da lui. Non parlava più. Era immobile. Non solo nel corpo, ma anche nello spirito. Guardava fisso un punto lontano. Quasi a voler scorgere i suoi genitori e i suoi amici morti. Non si accorse nemmeno che uno ad uno gli avevano imbrattato le guance, gli occhi, la testa e le labbra. Non sentiva nemmeno il cattivo odore. La lezione ebbe fine. I compari lo aiutarono ad uscire dalla fossa e si allontanarono. Lui, invece, fece ritorno a casa. Non provava felicità per essere stato “perdonato”. Non provava niente, nessun sentimento. Camminava, continuando a pensare ai suoi genitori e ai suoi amici andati. Arrivato a casa, bussò. Lo aprì la figlia. Al vederlo, urlò: “Chi ti ha conciato così?”. Lui ebbe un sussulto. Di colpo si accorse di essere ancora vivo. Una gioia lancinante. Che durò un attimo. Poi cadde a terra. La morte gli strappò anche il corpo.
Già pubblicato sul Quotidiano della Calabria il 17 luglio 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciaoooooooooo professòòòòò!!!!!!!!!!!!leggendo questo racconto scritto magistralmente da te mi vengono in mente tante cose,tante xsone,tante scene di film visti e rivisti.Una cosa xò io porto nel cuore ed è la parola "onore",il cui significato ahimè è stanto tante volte bistrattato,xchè x me L'Onore va a coincidere con il merito tante volte nn riconosciuto(ahimè e come ti dico sempre "nessuno è profeta in patria").Ed allora rileggendo più volte questo racconto mi viene da pensare a Peppino Impastato nella scena clou del film "i cento passi",mi viene da pensare al sindacalista Placido Rizzotto,ed a tutte quelle xsone che hanno avuto il merito di sognare e desiderare un mondo migliore,ecco cos'è L'Onore x me,L'Onore è la grandezza d'animo che hanno pochissime xsone,xsone che nn hanno,o nn hanno avuto paura di sacrificare la loro vita in nome della giustizia sociale,dell'uguaglianza,della libertà e della fraternità!!!!!ciaooooooooo emilièèèèèè,Francesca