6 febbraio 2009
Anno Zero, anzi no: Avanti Cristo
La trasmissione di Michele Santoro voleva partire da “zero” sulle intercettazioni. Per fare chiarezza. Per arrivare a qualche punto positivo. Ma, forse impaurito dalla sfuriata della compagna Lucia Annunziata sulla par condicio, il conduttore ha organizzato un palcoscenico che non ha raggiunto nemmeno il pareggio. Privo di una linea retta ha sbandato vistosamente per le molte curve sull’argomento. Il coraggioso Travaglio e il super consulente Genchi sono stati dati in pasto, si fa per dire, a tre personaggi che, a vario modo, non hanno permesso che il programma proseguisse per ripartire, ripartire da Zero. Claudio Martelli con il suo nolente charme (probabilmente nelle intenzioni del giornalista doveva servire da mediatore fra Travaglio e Genchi, da un lato, e Ghedini, dall’altra) ha finito per dimostrare di non sapere quale sia la differenza fra intercettazione e tabulato. Una confusione che attaglia pure gli italiani e lui l’ha enfatizzata. Anziché farsi portavoce dei dubbi dei cittadini, ha fatto arretrare di volta in volta l’analisi del problema: e cioè le intercettazioni, il fatto che il governo si stia rimboccando le maniche per ridimensionarle. Giustamente Antonio Tabucchi ha chiesto: “Ma quanti sono gli indagati nel Parlamento italiano? (che si stanno preoccupando di fare la legge? Era questo il senso) e il cosiddetto “archivio Genchi”. Poi Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, che ha sbandierato, come sempre, la sua difesa della libertà di stampa e di opinione, e quindi anche della “nuova legge sulle intercettazioni”. Ma quando lo fa sembra te lo dica con quell’accento lord, didattico, quasi femmineo, come se voglia rifilarti una supposta con la vasellina per non farti male. E Pierluigi Battista, nientepocodimenoche vicedirettore del Corriere della Sera, che si è limitato a mettere carbone al fuoco dei numeri degli intercettati, o dei tabulati - proprio quelli che dovevano essere chiariti, del perito di De Magistris per l’inchiesta Why not che ha registrato: evocazione del magistrato, revoca dell’incarico del consulente, trasferimento del pm, del procuratore competente sulla procura di Catanzaro, di altri magistrati, eccetera eccetera - per zavorrare la trasmissione.
Per la “par condicio” Michele Santoro ha sacrificato la denuncia del pericolo della democrazia nel nostro Paese. Certamente non pensava che il varietà di approfondimento fosse poi degenerato in questo modo. Eppure doveva prevederlo con tre morti e due vivi. Non tanto per il numero impari, ma perché i morti, come dicono i medici, pesano di più.
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