Giuseppe Cossari e la Seteco Da story “Vedi che ti calo la saracinesca, dottore… dopo quando scherziamo … scherziamo, quando no dopo mi girano veramente i c…….comunque”. E’ Giuseppe Cossari, presunto capo clan operante a Borgia e nel catanzarese, a parlare. Dall’altra parte del telefono c’è Pasquale Leone, titolare della Seteco di Marcellinara. L’intercettazione ambientale risale alla primavera del 2006, qualche mese avanti il primo sequestro deciso dalla Procura della Repubblica di Catanzaro ai danni della Fabbrica di fertilizzanti, il 27 novembre successivo, per reati ambientali. L’inchiesta è quella denominata “Falcos”, che ha posto agli arresti sette presunti appartenenti al clan “che voleva controllare tutto”, scrive il giudice per le udienze preliminari, Emma Sonni, nelle motivazioni della sentenza depositate nei giorni scorsi. Una richiesta estorsiva bella e buona. E la Seteco, un pozzo senza fondo di rifiuti & soldi, non poteva sfuggire agli interessi della ‘ndrangheta. L’imprenditore, sentito della Polizia giudizaria, ha sempre negato tutto, nonostante la certezza delle intercettazioni. La spiegazione la dà lo stesso giudice: “L'evidente reticenza del Leone e l'insanabile contraddizione fra gli esiti delle indagini e le dichiarazioni dallo stesso rese alla Pg è indice univocamente sintomatico dello stato di intimidazione in cui si è trovato il predetto imprenditore, che, pur a fronte di plurimi e reiterati contatti, avuti certamente fino a qualche mese prima, con il Cossari negava anche semplicemente i suoi rapporti con il predetto”. Omertà e paura, un binomio inossidabile. Che il Cossari “era stato in grado di incutere nella vittima, attraverso minacce esplicite, nonché evocando la capacità intimidatrice implicitamente derivante dalla sua appartenenza all'associazione”. Le poche pagine che il giudice riserva alla Seteco, nell’ambito dell’inchiesta Falcos, aprono una breccia lancinante sull’attività della fabbrica inaugurata nel 2001 fino alla chiusura, decisa da un atto vandalico che distrusse la cabina di comando agli inizi dell’anno 2009, ancora prima di un successivo, e di un altro, sequestro ordinati dalla magistratura. La solita mano ignota arrivò prima dei protocolli giudiziari. La cosca, secondo il gup, sarebbe stata operativa fino al 2006. Da quando i fumi, generati dall’autocombustione dei rifiuti, cominciarono a rendere la vita invivibile agli operai di tutte le aziende di località Serramonda e ai residenti, e non solo. Puzza e percolato che continuano ad impregnare campagne, attiguo fiume Amato e polmoni senza ritegno. Una ferita mortale sulla quale è richiesto l’intervento di medici senza scrupoli. STRALCI DI ALCUNE INTERCETTAZIONI: Giuseppe Cossari e Pasquale Leone Cossari: - Eh, (si) Leone: - Tre e otto ve li ho dati l’altra volta? Cossari: - Va bene, diciamo sei e due dai …. Quanti sono dai?! Leone: - E io dico sei mila euro… Cossari: - Ma quee sei e due!? Quei tre e otto sono andati pagati? Leone: - Eh certo! E certo che sono andati pagati! Cossari: - Uh, va bene dai! Leone: - Certo che sono andati pagati!! Cossari: - E vedete questi qua. Avvocà, dottò guarda …a me “Questo” mi stanno facendo uscire pazzo!? Leone: - Facciamo una cosa Giuseppe… ci vediamo … ti chiamo domani e ci vediamo … dai ..Giuseppe, … Va bene…, che ti dico pure di (parola incomprensibile) Cossari: - No…, ti chiamo io che non ne ho telefono dottore? Leone: - Va bene… Cossari: - Però dottò guarda. Vi … ci prego … guada .. Leone: - Ho capito? Cossari: - Fatemi un miracolo !? Leone: - eh … ho preso l’impegno io Giuseppe!! (incomprensibile) Cossari: - Eh (parola incomprensibile) Leone: - Va bene!!? Cossari: - ciao Dottò… ciao ALTRA CONVERSAZIONE: Leone: - Va bene? Cossari: - Va bene Leone: - Ci aggiorniamo più tardi, comunque tranquillizza… Cossari: - Ne parlo lunedi intanto … Leone: - No tranquillizza pure i tuoi amici che adesso mi vedo con Carminuzzo capito? Cossari: - Va bene va.. Leone: - Che mi da una mano pure lui… Cossari: - Ok…. Leone: - Ciao belle cose, ciao ciao Cossari: - Ciao SUCCESSIVA CHIAMATA: Cossari: - Mi hai detto rassicura gli amici, quali cazzo di amici devo rassicurare dottore … che cazzo racconti… Leone: - non mi hai capito… (ridendo) Cossari: - eh, non ho capito… Leone: - No, no Cossari: - Possono apire un cazzo per un altro qua… Leone: - No, no ci devo pagare una cazzo di fattura per quei trasporti che furono… no ma ci mancherebbe no… non sono amici quelli che mi hanno fatto il lavoro.. no ho ritardato… Cossari: - No ho capito … ho detto mannaia a Dio che cosa… (incomprensibile) …. Leone: - No, no, ritardavi il pagamento ed il trasporto dei concimi… me li hanno pagati in ritardo, niente di più, solo per questo … rassicurali che li ringrazio, no digli… Cossari: - No ho capito, che cazzo Leone: - No ho capito, cazzo. Eh non sono amici miei che sono? Eh … eh.. eh … va bene non c’è… Cossari: - Eh … eh ho capito che cazzo rispondevi lì, ciao Leone: - No, no non ciao, ciao, ciao |
26 agosto 2010
I Falchi sulla Seteco
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6 commenti:
sempre più letame!
e della peggiore specie. letame umano e fertilizzanti tossici: che connubbio!
è una situazione così squallida che ti fa capire come questi mafiosi da quattro soldi governino anche la paura umana , ma si credono immortali ? francesca
Ecco. Cominciamo ad avvicinarci alla verità. Complimenti Emilio!
è facciamo fare un controllo serio...altro che Arpical....
cittadini di Marcellinara.....meditate -meditate-
meditate- meditate, ma non perdete altro tempo prezioso, pensate ai vostri figli..
Ho un'idea la potremmo convertire a produrre concime di derivazione umana utilizzando questa merda di persone!!
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