Settore Rifiuti – Impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi con produzione di fertilizzante ubicato nel Comune di Marcellinara (CZ) – zona industriale localita` Serramunda – Presa d’atto delle approvazioni del progetto e delle relative autorizzazioni alla realizzazione dell’impianto nonche´ rilascio dell’autorizzazione all’esercizio delle attivita` di recupero, messa in riserva ecc. di rifiuti speciali non pericolosi ai sensi degli artt. 27 e 28 del D.Lgs. 22/97. Ditta: Seteco Srl con sede legale in Viale dei Normanni, n. 147 – Catanzaro.
Il Commissario delegato per l’emergenza ambientale nel territorio della Regione Calabria
(…)
«PREMESSA
La vigente normativa nazionale in tema di rifiuti prevede che specifiche attivita` di recupero di determinate tipologie di rifiuti, individuate dal DM 5 febbraio 1998, possano essere ammesse a procedure autorizzative semplificate ai sensi degli artt. 31 e 33 del d.lgs. 22/97. Ai sensi del comma 6 del citato art. 31 la realizzazione di impianti che effettuano operazioni di recupero di rifiuti sottoposte alle procedure semplificate e` disciplinata dal D.P.R. 24/5/ 1988, n. 203 e dalle altre disposizioni che regolano la costruzione di impianti industriali. La ditta Seteco srl intendendo accedere alle procedure semplificate per effettuare operazioni di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, e precisamente quelle di cui ai punti 16.1 e dal punto 18.1 al punto 18.12 dell’allegato 1 sub allegato 1 del DM 5/2/98, ha acquisito per la realizzazione dell’impianto, la quasi totalita` delle autorizzazioni necessarie: parere sanitario anche ai sensi dell’art. 48 del D.P.R. 303/55; parere dal Comando provinciale dei VV.FF.; concessione edilizia; parere idraulico ai fini dell’autorizzazione allo scarico da parte della provincia (non e` allegata l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera e quella allo scarico); ed ha, quindi, realizzato l’opera.
L’Ufficio del Commissario Delegato con Ordinanza n. 1675 del 27/12/2001 e successive modifiche ed integrazioni ha approvato la «circolare per l’applicazione delle procedure semplificate previste nel capo V del titolo I del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni», con la quale, tra l’altro, per l’ammissione a procedura semplificata della tipologia dell’impianto in questione, viene fissato il limite quantitativo di 15.000 tonnellate annue. La ditta, potendo trattare nell’impianto in oggetto un quantitativo di rifiuti annuo superiore al limite sopra citato, pari a 65.000 tonnellate, (come precisato dalla stessa Societa`, su richiesta di questo Ufficio, con nota acquisita al ns. prot. col n. 11022 del 18/6/2002), ha presentato richiesta di autorizzazione ai sensi degli artt. 27 e 28 del d.lgs. 22/97 e ha comunicato l’avvenuto deposito di copia del progetto agli Enti competenti.
Alla richiesta di autorizzazione sopracitata la Ditta ha allegato la documentazione, gli atti autorizzativi, i certificati e i pareri di seguito elencati: ....OMISSIS
Dall’esame della documentazione presentata si rileva che la Societa` La Societa` Seteco Srl con sede legale in Viale dei Normanni n. 147 – Catanzaro, ha realizzato l’impianto oggetto di richiesta nel Comune di Marcellinara, in localita` «Serramunda», su un’area di 26.707 mq. destinata dal vigente P.R.G. a zona produttiva «D1» e individuata nel NCT al foglio di mappa n. 15 part. 63. L’intervento e` finalizzato alla produzione di fertilizzanti attraverso il recupero dei rifiuti non pericolosi specificati dal comma 16.1 e dai commi dal 18.1 al 18.12 dell’allegato 1 sub allegato 1 del DM 5/2/98 e successive modifiche ed integrazioni. In particolare si intendono effettuare le operazioni di recupero indicate nell’allegato C del D.Lgs. 22/97 con le sigle [R3], [R11], [R12] ed [R13] dei rifiuti non pericolosi di seguito descritti e individuati con i relativi codici CER: .....Omissis..... La linea di trattamento risulta essere organizzata in tre fasi principali:
— pretrattamento, consistente nella triturazione dei residui lignocellulosi e la miscelazione secondo quantita` definite con gli altri rifiuti;
— biostabilizzazione accelerata, consistente nella fermentazione aerobica della miscela in condizioni controllate di temperatura e di aerazione, che determina degradazione della sostanza organica, maturazione, disidratazione del materiale ed igienizzazione;
— finissaggio, consistente nella eventuale additivazione del materiale con nutrienti specifici, la pellettizzazione, l’insaccamento e la pallettizzazione.
I processi relativi alle fasi di pretrattamento e finissaggio sono essenzialmente di natura fisico-meccanica e quelli relativi alla fase di biostabilizzazione sono di natura chimico-biologica.
Sostanzialmente il rifiuto segue l’iter descritto.
All’ingresso dell’impianto e` posizionata la pesa a bilico, dove il rifiuto viene pesato e depositato nell’area di ricezione posta all’interno di un capannone contenente quattro vasche di stoccaggio con pavimentazione dotata di pendenze atte a convogliare il percolato ai punti di raccolta. In questo capannone, in c.a. prefabbricato mantenuto in leggera depressione per limitare le dispersioni di inquinanti nell’atmosfera esterna, e` alloggiato anche il miscelatore-distributore a coclee nel quale il rifiuto stoccato viene convogliato tramite carro ponte dotato di benna bivalve, che puo` essere manovrato direttamente da un operatore in postazione di controllo tramite radiocomandi.
I rifiuti triturati e miscelati, vengono conferiti nelle fosse di fermentazione, poste all’interno di un altro capannone in c.a. prefabbricato chiuso con sigillatura ermetica per mantenere all’interno una leggera depressione, nelle quali, tramite macchine operatrici semoventi dotate di sistema fresante a palette, la miscela viene periodicamente rivoltata e insufflata di aria tramite apposito impianto.
Le movimentazioni per l’alimentazione delle fosse e per il rivoltamento della biomassa, che sono gestite da un centro di controllo remoto e non necessitano di operatori in sito, comportano un progressivo spostamento della massa verso la zona di scarico.
Da qui la biomassa viene trasferita attraverso nastri trasportatori nell’area di finissaggio collocata in un apposito capannone e sistemata in cumuli e processata. A maturazione avvenuta il materiale viene avviato alla raffinazione tramite vibrovagliatura, per poi seguire automaticamente la via della pesatura e del confezionamento o della cubettatura.
Completano l’impianto i sistemi di mitigazione degli impatti ambientali e i manufatti per i servizi:
— il sistema di estrazione dell’aria dalle zone di ricezione, pretrattamento e biostabilizzazione accelerata e il suo trattamento mediante filtro biologico costituito da un letto soffice di materiale organico colonizzato da un’opportuna flora microbica;
— il sistema di raccolta del percolato dalle sezioni di trattamento in serbatoi a tenuta per il successivo riutilizzo ai fini dell’umidificazione della biomassa in fermentazione oppure, per la frazione in eccesso, al fine dello smaltimento presso impianti autorizzati;
— il sistema delle acque meteoriche che prevede la raccolta delle acque di prima pioggia convogliate dalle zone pavimentate e/o coperte e l’avvio, assieme alle acque di spurgo dal circuito di lavaggio aria, all’impianto di depurazione;
— il sistema per la raccolta delle acque reflue dei servizi igienici e del complesso Uffici e Stabilimento che vengono avviate all’impianto di depurazione dedicato;
— la palazzina servizi, costituita da un edificio in c.a. che accoglie, al piano terra, ufficio amministrativo e laboratorio e, al primo piano, ufficio direzionale e alloggio custode;
— la cabina Enel, la pesa, i piazzali e i parcheggi.
PRESO ATTO CHE:
— gli Enti competenti, di norma componenti la Conferenza prevista dall’art. 27 del D.Lgs. 22/97, hanno di fatto espresso il parere di competenza attraverso le autorizzazioni, N.O. e pareri gia` allegati alla richiesta presentata dalla ditta, sulla scorta dei quali e` stato realizzato l’impianto;
— pertanto, non e` necessario convocare detta Conferenza.
CONSIDERATO che i r.s.u. e assimilabili, inclusi i rifiuti da Raccolta Differenziata, rientrando nel circuito pubblico di raccolta sono destinati al Sistema Integrato Regionale di smaltimento e, pertanto, non possono essere conferiti all’impianto in oggetto come richiesto dalla ditta.
(….)
DISPONE
1. di prendere atto delle approvazioni del progetto dell’impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi con produzione di fertilizzante ubicato nel Comune di Marcellinara (CZ) – zona industriale localita` Serramunda – e delle relative autorizzazioni alla realizzazione dello stesso;
2. di autorizzare la Ditta Seteco srl, effettuato il collaudo finale dell’opera, all’esercizio delle attivita` di recupero individuate nell’allegato C del D.Lgs. 22/97 con le sigle [R3], [R11], [R12], [R13], dei rifiuti speciali non pericolosi individuati con i seguenti codici CER: [020103]; [020102]; [030101]; [030105]; [030199]; [030301]; [020304]; [020399]; [020501]; [020704]; [020701]; [020702]; [040221]; [040222]; [040101]; [040107]; [020106]; [150103]; [150101]; [030309]; [030310]; [030311]; [030302]; [190814]; [190812]; [190805]; [020201]; [020204]; [020301]; [020305]; [020403]; [020502]; [020603]; [020705]; [190605]; [190606]; [100101]; [100102]; [100103]; [100115]; [100117]; [100903]; [100202]; [060314]; [020202]; [020203]; [020402];
3. di subordinare l’autorizzazione al rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni:
3.1 il quantitativo massimo annuo non potra` superare complessivamente 65.00 t.;
3.2 al fine di minimizzare l’impatto visivo dell’impianto e la rumorosita` verso l’esterno la prevista barriera di protezione ambientale dovra` essere realizzata con siepi e alberatura autoctone e/o compatibili con l’habitat naturale, pertanto, l’alberatura prevista in progetto dovra` essere incrementata al fine di costituire detta barriera;
3.3 l’area esterna dell’impianto dovra` essere provvista di idonea pavimentazione, dotata di apposite pendenze atte a consentire la raccolta delle acque di prima pioggia, la quale nelle aree interessate dal transito dei mezzi in arrivo e da eventuali stoccaggi di rifiuti dovra` essere impermeabilizzata;
3.4 tutte le fasi di lavorazioni, compreso il deposito del prodotto finito, dovranno avvenire su superfici impermeabilizzate;
3.5 le quantita` massime stoccate non dovranno superare i volumi previsti nei vari settori di deposito per categorie di rifiuti, prima e dopo il trattamento di recupero, per i quali sono stati dimensionati gli impianti di sicurezza;
3.6 i rifiuti potranno essere stoccati prima del trattamento per un tempo massimo di 3 giorni ad esclusione dei rifiuti cellulosici, che possono essere stoccati per un tempo massimo di gg. 30;
3.7 per i rifiuti tenuti in deposito temporaneo siano rispettati i tempi e le condizioni previste dall’art. 6 comma m) del D.Lgs. 22/97;
3.8 lo stoccaggio dei rifiuti deve avvenire in contenitori o serbatoi fissi e mobili, comprese le vasche ed i bacini per lo stoccaggio dei rifiuti, che devono possedere adeguati requisiti di resistenza in relazione alle proprieta` chimico-fisiche ed alle caratteristiche dei rifiuti stessi. I contenitori devono essere provvisti di sistema di chiusura, di accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento, travaso e svuotamento;
3.9 dovranno essere messe in atto adeguate misure di mitigazione del rumore e di abbattimento delle polveri e delle particelle sospese, soprattutto relativamente agli impianti di triturazione e di raffinazione;
3.10 dovranno essere effettuati controlli periodici circa la validita` dal sistema di trattamento aria tramite biofiltro, anche effettuando una analisi della qualita` dell’aria prima della messa in esercizio dell’impianto;
3.11 dovranno essere rispettate tutte le norme tecniche relative alla tipologia di impianto in oggetto e in particolare quelle specificate nel comma 16.1 e dal comma 18.1 al comma 18.12 dell’allegato 1, sub allegato 1, del D.M. 5 febbraio 1998 e successive modifiche ed integrazioni, riguardante «Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.Lgs. 22/97»;
3.12 i prodotti fini dovranno avere caratteristiche conformi a quelle indicate nella Legge 19/10/1984 n. 748;
3.13 i rifiuti non trattati o residui della lavorazione dovranno essere conferiti presso gli impianti autorizzati a cura e spese della stessa societa`;
3.14 le acque di prima pioggia e le acque reflue provenienti da tutte le fasi del processo in oggetto dovranno essere raccolte tramite reti separate, come previsto in progetto, e sottoposte ad idoneo trattamento e/o scaricate su corpo idrico superficiale previa una verifica dei parametri previsti dalla vigente normativa in materia e acquisizione di specifica autorizzazione;
3.15 le acque provenienti dai servizi igienici dovranno essere convogliate all’impianto di depurazione per come previsto in progetto;
3.16 per ciascuna area di trattamento dovranno essere posti in opera gli impianti di sicurezza atti a tutelare l’incolumita` della salute e dell’ambiente;
3.17 l’esercizio dell’impianto nel suo complesso dovra` avvenire in modo da evitare la perdita accidentale o l’abbandono dei rifiuti anche in fase di movimentazione o trasporto;
3.18 l’attivita` dovra` essere dotata di impianto antincendio in regola con la normativa del settore.
4. La Societa` inoltre:
— dovra` detenere, presso la propria sede, registro di carico e scarico;
— nell’esercizio dell’impianto dovra` rispettare i criteri igienico-sanitari stabiliti ai sensi delle vigenti normative, e quanto previsto in materia di sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro;
— dovra` stipulare apposita polizza fidejussoria a favore dell’Ufficio del Commissario da prestarsi secondo quanto previsto dall’O.C. n. 1605 del 25/10/2001;
— e` tenuta a comunicare mensilmente a questo Ufficio del Commissario delegato e all’Amministrazione Provinciale di competenza la quantita` dei rifiuti trattati suddivisi per tipologia, provenienza e destinazione;
— e` tenuta ad assoggettare preliminarmente eventuali successive modifiche dell’impianto ad ulteriore nuova autorizzazione, nonche´ l’eventuale smaltimento di rifiuti diversi da quelli sopra specificati;
— dovra` provvedere alla messa in sicurezza e bonifica del sito alla cessazione delle attivita` dell’impianto;
— e` tenuta a trasmettere a questo Ufficio eventuali convenzioni con Ditte abilitate al ritiro del materiale trattato;
— dovra` sottoporre l’impianto nel complesso, nonche´ i singoli macchinari, ad adeguate operazioni di controllo e di manutenzione, anche secondo quanto previsto dai manuali di manutenzione e uso predisposti dalla Societa` fornitrice;
— e` tenuta a rispettare ed attuare tutte le norme tecniche ed amministrative che regolano la realizzazione e la gestione di detti impianti, tali adempimenti dovranno essere verificati prima e durante il corso dei lavori dal Direttore dei Lavori;
— prima della messa in esercizio dovra`:
— comunicare, con almeno 5 giorni di anticipo, agli Enti interessati la data di messa in esercizio dell’impianto e il nominativo del Direttore Tecnico responsabile dell’impianto con relative attestazioni di idoneita`;
— e produrre presso questo Ufficio la seguente documentazione:
a) certificato di collaudo delle strutture e dell’impiantistica installata;
b) certificato di agibilita` ai sensi dell’art. 221 del T.U.LL.SS.;
c) certificato di prevenzione incendi rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco;
d) N.O. relativo all’impatto acustico ai sensi della Legge 447/95;
e) autorizzazione alle immissioni in atmosfera;
f) autorizzazione allo scarico da parte della Provincia competente ai sensi del D.Lgs. n. 152 dell’11/5/1999 e della L.R. n. 10 del 3/10/97;
g) certificazione attestante la regolarita` dell’impianto elettrico ai sensi della 46/90.
5. di autorizzare l’esercizio dell’impianto per un periodo di 5 anni rinnovabile, a tal fine entro 180 giorni dalla scadenza dell’atto autorizzativo la ditta dovra` presentare apposita domanda all’ente competente;
6. di fissare in C 335.697 l’importo della polizza fideiussoria che la ditta dovra` stipulare secondo i criteri, i tempi, le modalita` e quant’altro stabilito con Ordinanza n. 1605 del 25/10/ 2001, a favore dell’Ufficio del Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale nella Regione Calabria;
7. di dare atto che l’Amministrazione Provinciale di competenza per territorio e` incaricata ad esercitare i controlli di legge avvalendosi anche del Servizio di Igiene Pubblica e Tutela Ambientale della A.S.L. competente per territorio, anche al fine di verificare il rispetto delle prescrizioni e delle condizioni contenute nel presente atto autorizzativo;
8. di sospendere o revocare la presente autorizzazione nel caso in cui la ditta Seteco srl incorra in violazioni o negligenze, tanto in ordine alle condizioni della presente autorizzazione quanto a norma di legge o regolamenti, a disposizioni amministrative ed alle stesse norme di buona amministrazione. L’Ufficio del Commissario Delegato esercitera` lo stesso potere di revoca ove la ditta per imperizia o altro suo comportamento, comprometta la tempestiva esecuzione e la buona riuscita dell’opera;
9. di notificare la presente ordinanza alla ditta Seteco s.r.l. e di trasmettere copia dell’ordinanza medesima alla Prefettura e all’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, all’A.S.L. competente e al Comune di Marcellinara;
10. di pubblicare la presente ordinanza sul B.U.R. Calabria.
Il Resp. Unico del Proc. Il Commissario Delegato
Dott. Ing. G.B. Papello Dott. Giuseppe Chiaravalloti
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2 commenti:
La Seteco secondo Papello e Chiaravalloti......
ORDINANZA 27 giugno 2002, n. 1913;
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dottor Grimaldi perchè non invia a questi signori
la sua documentazione a mio parere" preziosa" nel senso che alla Seteco, continuano a bruciare di tutto, fumo e puzza.
Mi meraviglio del comportamento omertoso dei cittadini di Marcellinara, da un lato vorrebbero scendere al suo fianco in prima persona, dall'altro hanno paura di ritorsioni perchè hanno capito che in questa fabbrica esiste del marcio e girano troppi soldi.
auguriamoci che il prefetto faccia qualcosa di serio, qui le persone si ammalano di mali incurabili.
grazie a nome mio e della mia famiglia.
è una vergogna che nessuno vuole fare il proprio dovere....qui c'è lo zampino della n'drancheta Calabrese...........uno schifo.
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