10 maggio 2009

Belcastro. Uccisa con un tripode. Forse la vittima conosceva i suoi assassini



Massacrata con un tripode da cucina. Questo il risultato dell’autopsia effettuata dai medici legali, Giulio Di Mizio e Federica Colosimo dell’Università Magna Graecia di Catanzaro sul cadavere di Teresa Gualtieri, uccisa la sera di mercoledi scorso a Belcastro, in provincia di Catanzaro, durante un tentativo di rapina. Un tripode, molto comune nella preparazione dei cibi, che i malviventi hanno trovato proprio nella stanza sita al piano terreno di Largo Cesare Battisti, dove la signora abitava insieme al marito paralitico, costretto a letto al piano di sopra. Un indizio, questo, che lascia supporre che i delinquenti si erano recati lì a colpo sicuro per prendersi il bottino della pensione, appena ritirata dalla signora Teresa, e andarsene. Ma qualcosa non deve essere andata secondo i loro piani. E il rientro in casa, magari improvviso, di lei, che li avrebbe anche riconosciuti, li ha trasformati in degli spietati assassini. Inferendo sul suo debole corpo di un’anziana signora di ottant’anni con il primo oggetto in ferro a loro disposizione. In ogni caso il gruzzolo della pensione, secondo le testimonianze dei vicini sentiti dai carabinieri della compagnia di Sellia Marina, coadiuvati dal capitano, Alberto Pigozzo, si era alleggerito di molto perché la signora Teresa aveva già liquidato alcune fatture incombenti nel corso della giornata prima di venire barbaramente uccisa. Tutti elementi che fanno pensare che gli assassini conoscevano le abitudini dei coniugi Elia.
Al momento il ventaglio dell’indagine coordinata dal pubblico ministero della Repubblica di Catanzaro, Francesco De Tommasi, non lascia fuori nessuna pista. Ma su un punto sembrano confluire tutti i sospetti sugli autori del delitto: certamente conoscevano sia lei che le precarie condizioni del marito, ininfluenti ai fini del compimento del furto tanto che lo hanno volontariamente trascurato. E non è escluso il fatto che anche gli stessi malviventi erano allo stesso modo noti all’anziana signora.

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